Colombia: Los Gaiteros de San Jacinto (+video)
Musica costeña e ribereña, gaita, cumbia, fandango, porro, cañamilleros, tambor alegre, llamador, papayera, sancocho. Sono alcuni vocaboli di un mini-glossario scaturito dalla conversazione con Javier Mutis, ambasciatore delle tradizioni colombiane. Esperto del folklore musicale sabanero, cultore dell’espressione musico-coreutica della gaita, è anche manager-portavoce-musicista de Los Gaiteros de San Jacinto, la più importante formazione musicale radicata nella regione Bolivar, Colombia.
Dal racconto ne esce un sintetico ma esauriente percorso all’interno della gaita, variegato mix di canti, ritmi e strumenti nato dalla fusione trietnica afro-indo-europea nella fascia caraibica della Colombia.
Quando e dove venne fondato il primo gruppo de Los Gaiteros de San Jacinto?
Nel 1950 a San Jacinto grazie all’iniziativa di Antonio “Toño” Fernández assieme a suo nipote Juan Fernández (‘Juancho’) e alcuni folkloristi-etnomusicologi e ballerini colombiani molto importanti come i fratelli Delia e Manuel Zapata Olivella. Di questi artisti citati l’unico vivente è ‘Juancho’.
Quanto dista la ‘tierra de los gaiteros’ dalla più nota Cartagena, la ‘ciudad heroica’ che si trova sul mare caraibico?
Con l’auto o il pullman ci vogliono circa due ore per percorrere i 115 chileometri che separano San Jacinto da Cartagena de Indias, capoluogo del Departamento de Bolivar.
Brevemente, due parole su Antonio “Toño” Fernández.
Era la voce leader e decimista (interprete di decimas), un poeta . Uno dei più importanti compositori colombiani del genere folklorico, e in particolare di cumbia, di gaita corrida e di gaita larga.
Gaita è un termine che ha diversi significati. Cerchiamo di spiegarne le varie accezioni, ad esempio gaitacome strumento.
Intanto, negli idiomi indigeni Arauca e Kogui il vocabolo kuizi sta per gaita. Abbiamo poi una suddivisione in gaita hembra (femmina) e gaita macho (maschio), che per gli indios corrisponde a kúisi sigí e kúisi kunzi. E’ uno strumento aerofono, un flauto, costruito in maniera naturale, autoctono, un tubo di forma cilindrica che si ottiene facendo seccare il cuore, l’interno del cardón del Cactus, pianta di zone calde e desertiche. Nell’estremità superiore della gaita viene posto un impasto nero, ottenuto con polvere di carbone vegetale e cera d’ape, su cui si inserisce una cannuccia ricavata da una penna d’anatra o tacchino che è l’imboccatura (boquilla).
…e la differenza che esiste tra il flauto ‘femmina’ e quello ‘maschio’ della gaita?
Sostanzialmente la ‘femmina’ ha cinque fori, è quella che sostiene la parte melodica, mentre il ‘maschio’ ha 2 fori e con la funzione di accompagnamento, con suoni bassi alternati, una specie di bordone.
Quando ci si riferisce a gaita come formato strumentale?
Inizialmente, negli anni Cinquanta, il formato era composto da gaita hembra, gaita macho, maraca, tambor alegre (o repicador) e tambor llamador. Quest’ultimo tamburo, che suona in contrattempo, è quello che dà il primo colpo anche nella cumbia, invita ad aprire musica e danza. Negli ultimi anni l’organico strumentale è stato arricchito dall’inserimento della tambora, uno strumento bipelle.
Soffermiamoci un attimo sui tamburi. Possiamo descriverli?
I fusti di questi tamburi (di lunghezze diverse ed entrambi con solo una pelle), sono ricavati da un albero che si chiama banco, le pelli sono di cervo (oppure capra o vitello – NdA). L’accordatura si fa con le cuñas – cunei ricavati dall’albero del guacimo – e tiranti di corda, ottenuti da cactus; il cerchio su cui si avvolge la pelle è di bejuco (pianta fibrosa). Insomma, strumenti ricavati dalla natura.
Gaita con significato di ritmo o genere musicale.
Il ritmo si sviluppa su tempo di 4/4. Parliamo di gaita corrida quando i brani sono strumentali, invece di gaita larga se vi è anche la parte vocale.
Gaita come espressione della danza.
Si può dire che si basa sul modulo originale della cumbia, e come questa è una ballo di corteggiamento. A San Jacinto, che è la terra dove nasce questa tradizione, si chiama gaita, ma è simile alla parte iniziale della cumbia.
Il canto nella gaita, è di tipo responsoriale di matrice africana?
Sì, è proprio così. Il cantante leader sviluppa il tema e poi il coro rafforza alcune parti con il ritornello. Poi il suonatore di gaita può imbastire un dialogo o una controversia melodica con il fraseggio del cantante.
Quali sono le tematiche preferite nei testi cantati di gaita?
Bisogna tenere presente che Los Gaiteros di San Jacinto, prima di essere musicisti, da moltissime generazioni sono agricoltori e operai che lavorano la terra, coltivano frutta, allevano animali e sostanzialmente il loro canto si rivolge ai protagonisti di questo ambiente naturale: alberi, fiori, animali. E dedicano alla donna canzoni amorose come centro attrattivo dell’Universo.
Nella vostra regione ci sono diversi gruppi di gaiteros. Ad esempio, qual è la differenza principale tra quelli di San Jacinto e di San Pelayo ?
Direi soprattutto differenza nel formato musicale: San Pelayo incorpora strumenti a fiato, ottoni, come clarino, sax, flicorno, ecc. (abbastanza simile ad una papayera, banda). In anni recenti, al formato tradizionale di cui ho parlato prima, noi di San Jacinto abbiamo aggiunto un clarino per avere più versatilità. Importante poi è il flautino di millo (canna di miglio), strumento tipico dei gruppi di cañamilleros, molto diffuso in tutta la valle del rio Magdalena e che vivacizza il grande carnevale di Barranquilla. Inoltre, in certi contesti inseriamo l’acordeón sabanero, per offrire anche un po’ di vallenato, o meglio, musica di acordeón sabanera. Questo ci permette di interpretare la cumbia ma con un taglio melodico differente.
Mi può disegnare la coreografia e l’ambiente all’interno del quale si svolge la cumbia?
Le popolazioni della regione Bolivar e quelle che si affacciano sulle rive del Magdalena – il più importante fiume della Colombia che sbocca nelle acque caraibiche vicino a Barranquilla – ballano cumbia. E’ un ballo di corteggiamento nel quale l’uomo cerca di sedurre e conquistare la donna. I primissimi ballerini di cumbia erano schiavi neri e i primi passi di questa danza nacquero più o meno così: l’uomo aveva due anelli di ferro ai piedi e non potendo alzare le gambe strisciava i piedi verso la donna, che a sua volta si muoveva, nell’ambito di questo gioco di attrazione-repulsione con candele in mano accese, attorno all’uomo-cacciatore. Questo per spaventarlo ma allo stesso tempo sedurlo e attrarlo.
In quest’ampia area caraibica vi è anche il fandango , con elementi simili a gaita e cumbia, è così?
Sì, il fandango è sempre della costa atlantica colombiana, ha diverse similitudini con le altre forme, ma anche alcune differenze: ha un ritmo molto più veloce, più allegro, e ricorre a strumenti europei come clarinetto, sax e altri fiati.
E il ritmo-danza del porro fa parte del vostro repertorio?
Sì, ma non tanto. E’ più tipico nei territori di Cordoba e Sucre, e lì il porro si è evoluto, viene eseguito dalle formazioni di tipo bandistico – papayeras- con ottoni, ance, percussioni come rullante e grancassa metallici. Strumenti realizzati industrialmente, e non di foggia artigianale come i nostri.
Quali sono le più importanti kermesse di gaita?
I principali incontri sono sicuramente quelli di San Jacinto e di Oveja, ma in tutta la regione sabanera tra Cordoba e Bolivar vi sono altri festival interessanti.
Mediamente, quanti gruppi partecipano ai festival?
Per quanto riguarda San Jacinto, si presentano più di 70 gruppi di gaitas provenienti non solo della costa atlantica ma da tutta la Colombia. C’è stata un grande iniziativa appoggiata dal ministero della Cultura e anche dal Departamento di Bolivar, e questo fa crescere l’interesse. Infatti, ci sono molti gaiteros in tutto il Paese, e anche nella capitale Bogotà, dove ora noi risiediamo, così da poterci spostare più facilmente per gli spettacoli.
Oggi a San Jacinto quanti gruppi gaiteros ci sono?
Tra professionisti e aficionados, credo un centinaio di gruppi di gaita, con anche i ‘gaiteritos’, gruppi di ragazzini e ragazzine. La gaita è un orgoglio della nostra comunità.
Vi sono locali pubblici dove ascoltare questi gruppi? E quali i momenti importanti per iniziative popolari di gaitas?
Non ci sono dei clubs. Gli spettacoli avvengono nella strada in quanto si porta avanti una tradizione ancestrale e si tengono in occasione di feste, parranda, quando ci sono gruppi di turisti e ospiti speciali. Oppure, in occasione di ricorrenze di tipo famigliare, riunendosi in un parco o all’interno del patio della casa: gli uomini suonano, le donne ballano.
Dal punto di vista etnologico, quali sono le origini del conjunto de gaitas?
Quello che vediamo oggi è il risultato di una lenta miscelazione trietnica ‘afro-indo-europea’ di vari aspetti legati a musica, strumenti e danze. Ad esempio, i tamburi e le danze sono ‘africani’, i flauti sono ‘indios’. Poi il contributo ‘bianco- europeo’ è rappresentato dalla voce come interpretazione – l’ultimo elemento inserito nel formato della gaita – che viene dalla lirica degli spagnoli e dall’acordeón. Riguardo all’idioma, quello ufficiale è lo spagnolo, ma si registra una presenza modesta della lingua degli indios Kogui della Sierra Nevada di Santa Marta.
Nello scenario, oltre agli strumenti, quali sono gli altri ‘protagonisti’ della gaita?
Il sombrero zenù (dalla cultura indigena), oggi conosciuto come sombrero vueltiao, (un cappello ricavato da un armonioso intreccio di fibre bianche e nere dando origine a figure geometriche, dette ‘pintas’- NdA) la cui produzione artigianale è concentrata soprattutto a Tuchín (Cordoba). L’uomo-musicista si veste così: camicia e pantalone bianchi, sombrero vueltiao, muchila a tracolla (borsa tipica di tela), pañuelo, che un fazzoletto rosso che si mette al collo. La donna, dedita soprattutto alla danza, così: vestito molto largo, saya o pollera, perché la gonna si deve poter muovere fin sopra la testa, di colore completamente bianco o punteggiato da quadrettini bianco-rossi, ma anche bianco bordato di azzurro.
La festa popolare della gaita prevede anche cibi e bevande tipici?
Rum bianco, che per il costeño è un ingrediente basilare; poi sancocho, una grande zuppa con tanti ingredienti come yuka, platano, ñame, carne di manzo, pollo, pesce. Questo è quanto occorre per una buona gaita, per festeggiare un matrimonio, una parranda o salutare parenti e amici che non si vedono da molto tempo.
In sintesi, può parlarci delle produzioni discografiche de Los Gaiteros de San Jacinto?
Non ricordo le date e i primi titoli, ma dagli anni Settanta il gruppo ha prodotto tre album con Discos Fuentes, due con Sony Music; poi con la Smithsonian Folkways Recordings degli Stati Uniti è stato realizzato Fuego De Sangre Pura (vincitore Grammy Latino 2007, migliore album folklorico – NdA). L’ ultimo disco è Mi Novia Se Llama Cumbia (Om Producciones) e, se non erro, in totale sono sette produzioni realizzate.
Per saperne di più sugli argomenti trattati, vi consigliamo: D’Amico L., Cumbia – la musica afrocolombiana, (libro con cd), Nota, Udine – www.nota.it; Morales Abadìa G., ABC del folklore colombiano, Panamericana editorial, Bogotà – www.panamericanaeditorial.com.co; Instrumentos Musicales de Colombia – Cd rom. Fundacion Bat, Virtual Technologies, Bogotà; Petrona Martinez, Carramba “bonito que canta”. Intervista del 12/01/2007 http://www.salsa.it/interviste.aspx?lnrid=50 ; www.tamborygaita.com.
La presente intervista è stata pubblicata sul portale www.salsa.it nel 2007
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