CUBA, Amo esta Isla…soy del Caribe

L’audiovisivo “Cuba, Amo Esta Isla” (online in youtube) è un omaggio al popolo e alla cultura cubana e non è una adesione al sistema politico del Paese. Un potpourri di immagini e suoni dell’Isla Grande di Gianfry Grilli

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Bobby Carcassés: da showman a guru del jazz afrocubano

5. ottobre 2010 – 15:10No Comment
Bobby Carcassés: da showman a guru del jazz afrocubano

Il jazzista e multistrimentista cubano Bobby Carcassés racconta la sua vita movimentata, vissuta anche lontano da Cuba dove poi tornò con l’avvento della rivoluzione per non lasciarla più. Il video mostra frammenti del concerto della sua band al Museo Bellas Artes de La Habana e passaggi dell’intervista pubblicata su Musica Jazz, speciale Latin, settembre 2010

Dopo martellanti sollecitazioni, finalmente il poliedrico Carcassés  mi riceve nel suo appartamento di Playa, distretto dell’Avana. Il tempo per una stretta di mano, di presentargli Musica Jazz e mi ritrovo circondato da oggetti d’arte, tele, foto, Cd e Lp che raccontano il jazz ad ogni latitudine,  e da collinette di libri dove spiccano titoli di yoga e spiritualità.  Sto meditando su quelle copertine mentre Bobby abbassa il telefono per la terza volta  e quando si rende conto che si fa sera, mi mette fretta  perché sta attendendo due musicisti nordamericani.

Partiamo subito dagli Stati Uniti, dove negli ultimi anni sei tornato spesso e…

…  e dove recentemente sono andato a lanciare l’album “De La Habana a Nueva York” (Vero Records) nell’ambito di concerti – tra cui anche a Miami dove non ero ancora stato – abbinati a esposizioni di pittura, arte intrapresa precocemente come la musica. Con questo Cd festeggio più di cinquant’anni di attività e allo stesso tempo ho voluto celebrare grandi maestri. L’idea scaturì nel 1993 a New York, dove tornai per la seconda volta dopo 35 anni per un concerto,  al termine del quale Mario Bauzá, assieme a Tito Puente,  venne a complimentarsi. E così la title track  del disco la dedico a Bauzá; Blues para Chano, un blues venato di rumba, a Chano Pozo e Babalù all’impareggiabile Miguelito Valdés.  Summertime, invece, la canto per  un mio strepitoso omonimo: Bobby McFerrin.

Sei nato in Giamaica o a Cuba come riportava il dizionario di Orovio (1)?  Poiché sul tuo conto si leggono notizie contraddittorie, puoi regalarci un tuo autoritratto?

E’ vero, per anni sono circolate informazioni imprecise,  ma ora certi errori sono scomparsi grazie a pubblicazioni e articoli di Acosta (2) e di Radames Giro (3).  Comunque per togliere ulteriori dubbi ecco la mia carta d’identità: Roberto Arturo Carcassés Cuza,  sono nato il 29 agosto 1938,  a Kingston, perché mio nonno lavorò lì come Console di Cuba dal 1936 al 1938. I primi quattri anni sono giamaicani e quando arrivai a Cuba parlavo soltanto l’inglese, che dimenticai presto per lasciare posto alle parolacce in spagnolo e ai cubanismi della strada. In cambio, dai miei zii, imparai i segreti della rumba de cajón, suonando casse di legno o i mobili di casa, e a sei anni ero un piccolo rumbero. Dopo La Esperanza  ci trasferimmo nel 1946 a Santa Clara. Qui,  a livello dilettantistico, vinsi diverse gare canore di Radio CMHW; nel 1955 debuttai al Teatro de la Caridad con la compagnia di Enrique Arredondo, un grande artista comico.  Nel 1956 vado a vivere all’Avana, studio con il maestro José Ojeda per cantare zarzuela, romanze e opera, pezzi come Vesti la giubba, Torna a Surriento, O Sole Mio, A Vucchella , il repertorio di Enrico Caruso, mio primo idolo. Mi aggiudicai il concorso nazionale La corte suprema de l’arte dell’emittente CMQ, cantando Flor Roja de Los Gavilanes. Nello stesso anno debutto professionalmente  con il quartetto di Bobby Collazo  e nel 1958 entro nel mega-show del cabaret Tropicana,  tra star mondiali della canzone e del jazz

……continua

il testo completo dell’intervista di Gian Franco Grilli potrete leggerlo su Musica Jazz speciale Latin,settembre 2010

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