Urubichá: i guarayos suonano Bizet e Vivaldi
Bach e Vivaldi dall’alba al tramonto sulle Ande nella città della musica di Ettore Mo.
Uno dei migliori inviati italiani, Ettore Mo, il 12 ottobre 2010 ha pubblicato sul Corriere della Sera un lungo articolo (che purtroppo ci era sfuggito) sulla grande tradizione musicale di Urubichà, un paesino della Bolivia dove i ragazzi si alimentano di musica, sognano di diventare professionisti delle note e qualcuno di entrare a far parte della più famosa Orchestra giovanile di Caracas diretta da Gustavo Dudamel.
Questo articolo ci fa vedere un aspetto positivo della Bolivia, e ce ne sarebbero altri dei lati interessanti da raccontare. Ma sui nostri mezzi informativi si parla di questa nazione quasi esclusivamente per problematiche legate al narcotraffico.
Sempre da quel reportage è scaturito un gesto encomiabile di solidarietà umana e culturale: un collezionista, Lorenzo Ronzoni, ha donato alla comunità amazzonica di Urubichà dieci casse di partiture musicali che da noi “sarebbero rimaste sotto la polvere“. E alcuni italiani del settore hanno avuto il coraggio di criticare la nobile azione di Ronzoni a cui vanno invece i nostri complimenti. Ce ne fosse di gente così.
Ecco il coinvolgente attacco del pezzo di Mo, “Il dialogo fra gli strumenti comincia di primo mattino, quando dalle finestre aperte il flauto dà il buongiorno alla viola, clarinetti e violini fanno gargarismi per schiarirsi la voce e infine sua altezza il trombone mette tutti a tacere con la sua nota più regale e cavernosa. Ma questo, da almeno 300 anni, è il destino di Urubichá, una borgata di 6 mila abitanti nel Nord-Est della Bolivia, ai bordi della foresta amazzonica. La città della musica“.
Per continuare la lettura dell’articolo e vedere il video girato a Urubichà clicca qui
Si ringraziano il Corriere della Sera, Ettore Mo e il fotografo Luigi Baldelli.
Gfg
vengan estos trabajos culturales. Ojala pudieramos conocer todo lo pasa en el mundo.
gracias mil