AmericaLatina: che succede…(12 ottobre)
PARAGUAY. Columbus Day celebrato da indigeni in lotta/ GUATEMALA.Stop al dialogo dell’Enel con i Maya-Ixil /ECUADOR. Difendere la biosfera rinunciando al petrolio /ARGENTINA. No al transgenico dei cinesi / BOLIVIA. Morales rischia di perdere i suoi sostenitori indios/ BRASILE. L’Amazzonia divide i brasiliani /CILE. Piñera pone condizioni al comandante Camila / COLOMBIA. Studenti scendono in piazza…e per starci se…/ MESSICO. Cercasi governo di coalizione (magari con patrocinio dei cartelli…) /PERÚ. Mick Jagger percorre l’Amazzonia peruviana… e nei paraggi ci sono le schiave del sesso /CUBA.Immaginando John Lennon all’Avana…e Yoani smorza l’auto. /SPAGNA. Prostitute sudamericane schiavizzate sulla costa spagnola.
PARAGUAY. Columbus day con gli indios in lotta per la loro terra. Día de la Raza (giorno della razza), Fiesta del Pilar, Día de la hispanidad” o festa della scoperta dei due mondi, tutte forme diverse per ricordare la stessa vicenda storica: 12 ottobre 1492, Colombo incontra un nuovo continente. Nella capitale del Paraguay, Asuncion, mentre nel mondo (ma soprattutto in Italia, Spagna, USA) si commemora la scoperta di Cristoforo Colombo ( e tanti altri sono intenti a dibattere sulla pre-scoperta che toglierebbe il primato al Grande Navigatore) l’anniversario dell’arrivo di Colón in America latina è “celebrato” da comunità indigene rivendicando terre nella capitale e nei suoi ancestrali luoghi da cui sono state espulse nel corso degli anni. La manifestazione – che si è svolta nel centro della città creando notevoli difficoltà al transito – aderisce al “giorno della dignità delle popolazioni indigene del Paraguay e di tutto il continente latinoamericano” e vuole ricordare “l’invasione degli spagnoli e della chiesa Cattolica oltre cinque secoli fa con caravelle (due caravelle e una nave, si racconta), la croce di Cristo, fucili e cavalli”. Invasione che oggi continua con camion, aerei e trattori impegnati a distruggere i loro territori di origine, il loro ambiente. Insomma una stessa medaglia con due facce, dicasi visioni nettamente diverse sull’incontro o scoperta con/delle Americhe.
GUATEMALA. Stop al dialogo dell’Enel con i Maya-Ixil. “Sembra già naufragato, il tentativo di dialogo aperto nel maggio scorso in Guatemala tra l’impresa italiana Enel Green Power e le comunità indigene maya-ixil della regione montagnosa del Quichè – più precisamente le comunità di tre municipi indigeni nel bacino del fiume Cotzal, dove l’impresa italiana sta costruendo una centrale idroelettrica nella località Palo Viejo…” così attacca il pezzo di Marina Forti su Il Manifesto dell’11 ottobre. Per leggere tutto l’articolo un clic qui. Già, esiste una “responsabilità sociale” dell’Enel (o ditte controllate dalla stessa) in America, allora date un’occhiata al nostro articolo e al video correlato che riguarda il progetto Hydroaysen dove le multinazionali dell’energia hanno avuto il via libera dal governo di Santiago del Cile per costruire 5 dighe in Patagonia cui si stanno opponendo cittadini e indigeni.
ECUADOR. Una politica per difendere la biosfera rinunciando al petrolio. “Il governo di Rafael Correa scommette su ecologia, sviluppo e giustizia sociale” scrive Geraldina Colotti sul quotidiano Il Manifesto, 8 ottobre 2011. Segue un’interessante intervista al ministro degli esteri ecuadoriano Ricardo Patiño, ex dirigente sindacale, tra gli ideatori della Revolucion Ciudadana, che si trovava nei giorni scorsi a Roma per la conferenza annuale Italo-latinoamericana. La delegazione ecuadoregna ha chiesto all’Italia 35 milioni di euro, in forma di riconversione del debito, da destinare al progetto ambientale del parco Yasuni-Itt: in cambio, l’Ecuador lascerà sottoterra la ricchezza petrolifera che si cela in quell’angolo di mondo incontaminato del paese andino.” Resisteranno a minacce, provocazioni e contestazioni interne? Noi lo speriamo, intanto leggi tutta l’intervista. Ecuador esce da CAN? Il governo di Quito chiede una riunione urgente ai paesi membri del CAN, Comunità Andina di Nazioni, per affrontare difficoltà che si stanno manifestando alla frontiera con la Colombia, che impedisce il trasporto e il commercio ecuadoriano verso il loro territorio. Senza misure in tal senso l’Ecuador minaccia di uscire da questa comunità di cui fanno parte oltre ai due ‘contendenti’ citati anche Bolivia, Perù e Cile.
ARGENTINA: a Rio Negro progetto agroalimentare transgenico osteggiato. I cittadini di questa vasta zona della Patagonia protestano contro un megaprogetto agroalimentare tran genico di una multinazionale pilotata dai cinesi. Come sempre la motivazione degli investitori è quella di “valorizzare economicamente aree improduttive” con colza, soia e altre foraggere tutte transgeniche. Ma le popolazioni si mettono di traverso perché si tratta di una depredazione di una zona dove l’acqua sta già scarseggiando e piovono annualmente soltanto 200 mm di questo liquido prezioso per la vita umana della popolazione locale. Cpme dire: no alle contaminazioni in casa nostra.
BOLIVIA. Morales non ha più il sostegno dei movimenti sociali. Qualche tempo fa Il presidente Evo Morales diceva che NON lo preoccupavano le contestazioni di comunità indigene contro la costruzione di una grande arteria stradale. Ma dopo le dimissioni di alcuni ministri e una decina di parlamentari indigeni che hanno lasciato il partito al governo (Mas) a cui si aggiungono molti boliviani che continuano a manifestare contro queste scelte, Morales ha cambiato idea e ha sospeso il progetto autostradale avviando una consultazione popolare. Cosa curiosa: l’opposizione, la destra più retriva, cerca di appoggiare strumentalmente le lotte degli indigeni, che hanno sempre ignorato e umiliato. Così vanno le cose.
BRASILE. L’Amazzonia spacca in due i brasiliani. Anche nel ‘continente brasiliano’ l’Amazzonia diventa terra di scontro. Il senato brasiliano deve approvare un disegno di legge che prevede un’amnistia (o condono) per i latifondisti che hanno disboscato illegalmente prima del giugno 2008. Il Brasile negli ultimi anni ha ottenuto un buon successo combattendo la deforestazione. Ma c’è ancora tantissima illegalità e violenza nonostante la crescita economica e il miglioramento dello stato sociale. Domanda: ce la farà la presidente Dilma Roussef ad accontentare le lobby agricole, gli ambientalisti difensori della foresta e i cittadini onesti che guardano alla reputazione del Paese? Una bella pesca per le mani di Dilma.
CILE. Piñera pone condizioni al movimento di Camila e agli operai, ma questi non ci stanno…e continuano a manifestare per cambiare il corso della storia, rifiutando il neoliberismo, rivendicando diritti e combattendo le privatizzazioni più insane del settore pubblico. I giovani studenti universitari capitanati da Camila Vallejo (nella foto) a lato) vogliono riprendersi il diritto allo studio per tutti senza distinzione di classe, uguaglianza educativa e i lavoratori chiedono il controllo delle loro pensioni e riannodare i fili sociali impiantati da Allende e strappati con il golpe del 1973. Tutti settori che dovrebbero essere pubblici sono in mano ai privati, grazie a Pinochet e all’aiuto dei consulenti statunitensi che inaugurarono il neoliberismo più violento. E ora si vede cosa ha prodotto: ingiustizie, disuguaglianze e abbandono del paese dei migliori. Ma anche il passaggio al sistema democratico, il postdittatura con un periodo di governo di centrosinistra, ha continuato a lasciato spazio agli speculatori, come fosse un dato inscritto nel Dna, e ora i limoni sono già spremuti tutti. Tanto che le nuove generazioni, gli studenti risvegliatisi , sembrano volersi riprendere il maltolto a suon di manifestazioni, occupazioni, scioperi e sacrifici cantando lotta dura senza paura e al grido di hasta siempre! E il presidente Piñera vuole una legge con il “carcere per il reato di occupazione violenta”. Ma la popolazione sta con gli studenti.
COLOMBIA. Studenti universitari nelle piazze contro riforma in salsa cilena. Jairo Rivera, portavoce della Federazione degli Studenti Universitari (FEU), ha spiegato alla stampa che la norma che il governo di Bogotà vorrebbe introdurre ha molte similitudini con il modello cileno dell’educazione superiore che sta creando problemi a Sebastián Piñera. Gli studenti colombiani avvertono che se il governo non ritira il provvedimento scenderanno in lotta a tempo indefinito./ Calcio. La nazionale colombiana ha cominciato alla grande la lunga e difficile marcia nelle eliminatorie per il mondiale Brasile 2014. Questa rappresenta una vittoria abbastanza storica in quanto ha sconfitto la Bolivia a oltre 3600 metri di altitudine, ovvero nella città di La Paz.
MESSICO. Governo di coalizione (magari protetto dai narcos). L’uragano Jova sta colpendo del coste messicane nel Pacifico. La situazione drammatica del paese centroamericano ha spinto un gruppo di 46 accademici, ricercatori e politici ‘trasversali’ per promuovere un governo di coalizione. Tanto per contestualizzare la notizia, dobbiamo tener presente che solo a Veracruz in venti giorni sono state assassinate 95 persone, ammonta a 10mila il numero di omicidi per narcotraffico dall’inizio dell’anno, esistono 167 gruppi paramilitari anche sei il presidente Felipe Calderon nega queste presenze. Bugie del genere le diceva anche Uribe, ma le balle hanno gambe corte e i fatti sono lì. Insomma, vuoto di potere, perdita di controllo del territorio da parte dello Stato, collusione gruppi di criminalità organizzata-narcos e politica. Qualcosa di analogo accade in Italia, ovviamente con le debite proporzioni e stornando il dato così forte di ‘omicidi dei narcos’ sembra di vedere in filigrana la situazione generale della politica e del governo nostrano in carica che sprofonda a livelli inusitati, e oramai neanche i comici riescono più a commentare tante assurdità e prese per i fondelli.
Mentre scriviamo la costa del Pacifico messicana è sotto assedio per larrivo dell’uragano Jova (che risulta di categoria 2), al quale molto probabilmente farà seguito la tempesta tropicale chiamata Irwin.
PERÚ. Mick Jagger percorre l’Amazzonia peruviana e qui la Polizia combatte la schiavitù sessuale. Lo storico leader dei Rolling Stones, è stato nominato “ospite illustre e ambasciatore di Madre de Dios”, regione amazzonica del Perù dove sta trascorrendo una vacanza con la famiglia e alcuni collaboratori. Il conferimento di “ospite Illustre” da parte delle autorità di Puerto Maldonado, capoluogo della regione Madre de Dios, è un atto per riconoscere l’attività filantropica e in difesa dell’ambiente del rocker britannico. Jagger con la sua equipe visiterà il lago Sandoval e sorvolerà anche la selva danneggiata da una miniera abusiva sita nella zona e pare con lo scopo di individuare una location dove girare un film.
Schiavitù sessuale amazzonica. Nel medesimo dipartimento peruviano la povertà imbarbarisce la società: nei giorni scorsi sono state liberate dalla Polizia 300 schiave sessuali tra cui anche 10 minorenni. Queste donne sono attratte da altre donne per proposte di lavoro che poi si trasformano in brutale prostituzione.
CUBA. Immaginando John Lennon all’Avana/ L’auto non ancora libera? I rocker cubani di ieri e di oggi hanno ricordato il compleanno del loro idolo preferito nato a Liverpool il 9 ottobre 1940 e assassinato a New York l’8 dicembre 1980, l’eroe beat John Winston Lennon. Il tributo musicale offerto da numerosi gruppi locali si è tenuto nel Centro Culturale Sottomarino Giallo (Yellow Submarine) nel quartiere capitalino del Vedado. John Lennon è l’unico musicista straniero che Cuba ha omaggiato con una statua in un giardino dell’Avana all’inizio degli anni Novanta. Fino a quel momento il rock e il jazz erano tabù, vizi dell’imperialismo, non vietati ma ostacolati dalla stupidità di funzionari “rebeldes” che non sapevano quanto eroe, ribelle e pacifista sia stato l’autore di Imagine. Per quanto è dato di sapere, il numero uno dei Beatles non ha mai visitato Cuba, al contrario di Paul McCartney che quasi clandestinamente si concesse una vacanza nell’ Isla Grande nel 2000.
Auto cubane. Tra le riforme economiche e sociali di Raul Castro per trovare soluzioni alla crisi, le nuove attività di lavoro privato, cosidette “por cuenta propria”, e sono in totale 181. Ma la misura che la stampa mondiale ha strombazzato di più: comprare automobili con più facilità e senza il controllo dello Stato, che interviene solo con un’imposta. Finora per i cubani era possibile acquistare auto usate importate prima del1959. La blogguera Yoani Sanchez (scrive du Internazionale e La Stampa) subito smorza gli entusiasmi dicendo che la cosa non è così trasparente: ci saranno cittadini di serie A che potranno comprarsi automobili moderne e quelli di Serie B, al massimo, potranno avere una Lada o una Fiat Polacca. La differenza – secondo Yoani – la farà l’appartenza alla burocrazia, all’apparato partito-governo, alla fede ideologica. Quindi ai requisiti economici bisogna aggiungere impegno militante.
SPAGNA. Bordelli con prostitute sudamericane sulla costa spagnola. “Schiave in riva al mare” è il portfolio pubblicato su Internazionale (n.918 – 7/13 ottobre 2011) : il fotografo spagnolo (ma nato a Savona) Pablo Balbontín ha percorso tutta la costa che va dal confine con la Francia fino a Cadice per scattare immagini dei bordelli dove le prostitute vivono nel terrore di sfruttatori, o meglio schiavisti. La maggioranza delle ragazze viene dal Sudamerica e hanno rilasciato delle dichiarazioni sconvolgenti. Cose che succedono anche in Italia e in altri luoghi, ma non per questo bisogna tacere.