SAVERIO TUTINO si è spento
Saverio Tutino, giornalista e scrittore, punto di riferimento in Italia da oltre cinquant’anni per capire l’America Latina e in particolare il socialismo di Cuba, è scomparso il 28 novembre in una clinica romana a seguito di un ictus, ma da tempo era ammalato. Era nato a Milano il 23 luglio 1923. E all’ultimo momento abbiamo appreso che un paio di mesi fa è scomparsa anche Silvia Pernia, amica di Saverio e di chi scrive.
Tutta la stampa ha ricordato la straordinaria figura di Tutino, in particolare Repubblica (di cui fu uno dei fondatori del quotidiano) e L’Unità dove lavorò per circa trent’anni. Una delle sue ultime stupende creature è stato L’Archivio Diaristico di Pieve Santo Stefano (Arezzo), che raccoglie migliaia di scritti autobiografici di italiani. Nel nostro sincero omaggio a Saverio, amico e maestro di vita, ci limitiamo brevemente e umilmente a evidenziare il suo ruolo di fondamentale memoria storica della rivoluzione cubana, che seguì come corrispondente all’Avana per L’Unità fin dai suoi primi passi. Tutino infatti era a Cuba già nell’ottobre 1962, quando scoppiò la crisi dei missili tra USA e URSS che per un soffio non sfociò nella terza guerra mondiale. Con il tempo e la storia in movimento andò in crisi anche il rapporto tra Tutino e la direzione de L’Unità (organo del PCI) che «mi rimproverò di essere troppo innamorato di Cuba e ad anni di distanza riconosco che avevano ragione” confessò molti anni dopo Tutino in un’intervista a un importante quotidiano italiano.
Questi sono alcuni dei suoi pregevoli libri di argomento cubano: Gli anni di Cuba (Mazzotta,1973), L’ottobre cubano –lineamenti di una storia della rivoluzione castrista (Einaudi, 1974), Guevara al tempo di Guevara (Editori riuniti, 1996). Per ultimo citiamo Cicloneros -un racconto cubano (Giunti, 1994) che fu oggetto di una presentazione a Bologna della nostra Associazione Caribe alla presenza dell’autore. Anche questo libro è ispirato a vicende trascorse a Cuba e cosí quell’incontro fu un’occasione importante per approfondire le sue enormi conoscenze sulla realtà cubana e sull’America Latina. Durante il colloquio fece capolino il nome di Piero Salomoni, partigiano bolognese, trasferitosi all’Avana all’inizio del Sessanta, che Saverio conobbe proprio nella capitale cubana in quegli anni di speranza rivoluzionaria. Diventarono molto amici. Saverio rientrò in Italia e Piero se ne andò da questo mondo molto presto portandosi con sé un po’ di segreti che Tutino avrebbe voluto poi raccogliere per scrivere altre pagine. Questo me lo confidò Tutino poichè sapeva che ero in contatto con la moglie cubana di Piero, Silvia (nella foto) che purtroppo è deceduta nell’agosto scorso all’Avana. Una scomparsa prematura che non le ha permesso di rivedere il suo amico Saverio a Pieve Santo Stefano. Un paio di anni fa, io e Silvia andammo nel paese aretino durante il Premio annuale dell’Archivio dei Diari con la speranza di poter salutare Saverio, che invece era indisposto e quindi non fu possibile vederlo. Ma non disperavo, come anello di congiunzione, di riuscire prima o poi nell’intento e soddisfare così il desiderio di Silvia, la quale ogni volta che la incontravo in Italia o a Cuba mi raccontava delle belle e appassionate discussioni di politica internazionale che lei e suo marito Piero intavolavano negli anni Sessanta con Saverio nella loro casa di Alamar, nella periferia dell’Avana. Ora, dopo l’addio anche di Saverio, è svanita ogni possibilità di assistere all’incontro di quei due vecchi amici. E tutti noi appassionati di storia latinoamericana sentiremo la mancanza di quel maestro di giornalismo che ci fece scoprire per primo la vicenda rivoluzionaria dei barbudos. Era un ottimo oratore, un’enciclopedia di saperi, ma soprattutto un democratico e uno strenuo difensore dei popoli oppressi ma senza i paraocchi. Ciao Saverio Tutino.
Gian Franco Grilli
P.S. Con l’occasione un pensiero alla nostra amica Silvia che ricorderemo sempre.
Bello articulo…
GRAZIE, LA MAMMA SARA SEMPRE RICORDATA CON AMORE