Cile: Pinochet fu un dittatore blando secondo Beyer
Il governo di Sebastian Piñera torna alla ribalta con una nuova iniziativa a dir poco scandalosa, per non dire infame, del ministro Beyer. Si sa che l’avvoltoio non è mai sazio e vuole sempre nuovo sangue. Quello che più o meno vuole il governo cileno sostenuto da numerosi falchi alle spalle del presidente. Ora, in modo vergognoso, il neo-ministro dell’Educazione punta a cambiare i testi di scuola trasformando l’obbrobriosa e feroce dittatura del generale Augusto Pinochet in un governo militare blando. Insomma, svuotare la memoria, la storia, cambiando il vocabolo dittatura. E’ pazzesco!
Infatti l’attuale ministro dell’Educazione, Harald Beyer, vuole far scrivere nei testi di scuola che “che la giunta di Pinochet non fu una vera dittatura, fu una dictablanda, una dittatura blanda, un semplice regime militare”. Durante quel regime furono torturati oltre 28.000 cittadini, quelli uccisi 3.500, altrettanti furono i desaparecidos e quelli costretti alla fuga all’estero sono stati qualche centinaia di migliaia. E dopo tutto questo infame massacro si cerca in modo vigliacco di falsificare la storia offendendo milioni di persone, e non solo cileni. Sì, perché oltre ai cileni che hanno pagato l’atroce esperienza pinochetista con la propria pelle vi furono milioni di democratici nel mondo che in varie forme si sono battuti per aiutare quel popolo oppresso a liberarsi dagli assetati aguzzini e appoggiati dall’imperialismo nordamericano, da quelle amministrazioni USA che hanno sempre considerato il territorio a sud del Rio Bravo come cortile di casa propria e da far gestire a criminali militari in difesa dei loro interessi. Dai vari Trujillo, Duvalier, Stroessner, Batista fino a Pinochet, Videla eccetera. Vergogna, Vergogna, Vergogna! L’imperativo dunque è salvaguardare sempre la memoria storica e protestare duramente contro tutti i negazionisti che vorrebbero far dimenticare pagine nere di storia e cancellare la memoria di milioni di morti provocati dalle dittature, tutte. Su la testa, cari amici, democratici, amanti dei diritti dei popoli e della giustizia sociale, e della verità.
A questo proposito vi consiglio di leggere sul web due interessanti articoli a firma di Paolo Manzo e Mimmo Candito usciti su La Stampa (6 gennaio 2012) e un altro siglato da Omero Ciai per La Repubblica (6 gennaio 2o12)