JAZZ, BJF 2024: 21 ottobre-17 novembre, tra Bologna, Ferrara e Forlì

Pat Metheny sarà la principale star del Bologna Jazz Festival 2024, che annovera in questa edizione nei grandi teatri cittadini altri protagonisti di massimo rilievo come Mulatu Astatke, Cécile McLorin Salvant e McCoy Legends. Ma nei jazz club ci sarà una programmazione che, a nostro avviso, restituirà un’immagine più significativa, variegata e completa dei del jazz multicolore oggi.

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Argentina+Japan= GAIA CUATRO, in concerto il 20 giugno (Val Tidone -PC)

18. giugno 2012 – 22:39No Comment
Argentina+Japan= GAIA CUATRO, in concerto il 20 giugno (Val Tidone -PC)

Gaia Cuatro, formazione argentino-nipponica, aprirà la sezione etno-jazz del Val Tidone Festival, mercoledì 20 giugno alle ore 21.15 in Piazza Togliatti a San Nicolò (provincia di Piacenza). In cartellone c’era, come ospite d’onore, il trombettista Paolo Fresu, che sarà assente per seri motivi di salute. Comunque quando si alzerà il sipario della rassegna incontreremo  i magnifici ‘Cuatro’: gli argentini Gerardo Di Giusto (p) e  Carlos ‘el tero’ Buschini (b e cb) assieme ai giapponesi Tomohiro Yahiro (perc) e Ashka Kaneko (v) che esploreranno nuovi territori sonori a cavallo tra jazz, folklore, world music e classica.  Intanto una fotografia di questo magico gruppo spicca da queste puntuali note scritte da Paolo Fresu, al quale formuliamo i migliori auguri di pronta guarigione.

AI CONFINI DEI NUOVI TERRITORI DEL JAZZ.

Nell’immensità delle produzioni discografiche attuali non capita sovente di percepire, ad un primo ascolto, la netta sensazione di essere davanti ad una vera opera matura e completa. Talvolta ci colpisce un suono o un brano ma raramente sentiamo il piacere e successivamente il bisogno di prolungare l’ascolto per approfondirne i contenuti e scoprirne così i segreti celati e le angolazioni più remote. E’ il caso di “Udin” dei Gaia Cuatro che l’amico Carlos “el tero” Buschini mi ha inviato qualche tempo fa e che è entrato repentinamente nella playlist dei miei ascolti. Perché dal primo brano mi ha colpito l’insieme dei suoni, somma delle personalità dei singoli, e la capacità di metabolizzare le diverse culture musicali per farle diventare un unico strumento comunicativo. Gaia Cuatro è un vero gruppo contemporaneo. Perché attraversa i continenti e li unisce con un filo sottile ma robusto che si dipana, dall’Argentina al Giappone passando per l’Italia e la Francia, in un gioco musicale che è coerente, coraggioso ed innovativo. La loro musica non è più tango e non è più musica di sapore continentale. Diviene una ricca tavolozza timbrica di colori inusuali che si legano straordinariamente bene e che raccontano ed incarnano il vero senso della contemporaneità odierna che è culturale e geografica. E’ una geografia impossibile la loro, che approda con “Udin” in un luogo insperato dove l’incontro di culture diverse è reso possibile grazie ad una città come Parigi che diviene il ventre gravido della creatività. Vi aspetta una musica senza confini dunque. Laddove i suoni etnici del Giappone si uniscono alle voci, alle corde, alle percussioni e ad un raffinato tango si scopre la vera e ambiziosa natura del progetto Gaia Cuatro: essere oggi, al di là degli steccati e con una musica complessa che è gioia, comunione ed incontro vero di dinamici musicisti contemporanei alla perenne ricerca di un approdo che, fortunatamente, sembra ancora non esserci.

Paolo Fresu

Foto: courtesy Fernando Truono.

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