America latina: rassegna stampa
Paraguay. Indagine su un massacro; Brasile. Alfabeto brasileiro; Mondo. Ingiustizia Internazionale; Venezuela. Chavismo, un movimento oltre il suo leader; Cile. Un morto alle manifestazioni per non dimenticare l’11 settembre 1973; Messico. «El corrido» del deserto di Sonora; Colombia. Tracciati i beni delle Farc in 14 paesi europei e americani; Bolivia. Il plauso-dell’Onu, ridotte le piantagioni di foglia di coca.
Alcuni di questi articoli probabilmente, e con un po’ di fortuna, riuscirete a trovarli integralmente sulla rete.
Paraguay. Il Manifesto, 18 settembre 2012 ( rubrica Terra Terra) Marina Forti parla di “Paraguay. Indagine su un massacro”. Un gruppo di osservatori internazionali per i diritti umani è tornato a Marina Cué, territorio di Curuguaty… Il nome di questa località forse non dirà molto fuori dal Paraguay stesso, ma è legato a un episodio particolarmente feroce…
Brasile. Il manifesto , 18 settembre J COME JOVENS (GIOVANI), Alfabeto Brasileiro di Angelo d’Orsi, Professore ordinario di Storia del pensiero politico all’Università di Torino. Continua l’interessante rubrica Alfabeto Brasileiro che ha lo scopo di far conoscere aspetti della società brasiliana attraverso un efficace, originale e piacevolissimo alfabeto a puntate. Studioso di Gramsci, D’Orsi, che recentemente ha vissuto in Brasile, ci regala questo dizionario dall’A alla Z, in cui ogni lettera è associata a un tema specifico: per esempio la J spiega il mondo dei giovani nel grande paese di Lula, di Amado, di Veloso, di Jobim. I giovani sono quelli che animano la noite brasileira, ma anche i dibattiti nelle università ecc. In internet, potrete trovare le lettere precedenti.
America latina e Mondo. Domenica, Il Sole 24 ore – 16 settembre. Dall’inserto culturale del quotidiano della Confindustria vi segnaliamo l’elzeviro di Tzvetano Torodov, Ingiustizia internazionale, in cui viene spiegato con grande chiarezza che a “regnare non è il diritto ma la forza. Gli Stati importanti non verranno mai inquisiti dalla Corte dell’Aja”. Nel pezzo vengono sottolineate le ingiustizie che le nazioni minori e le popolazioni più deboli in generale debbono subire dal “diritto” che protegge prima di tutti i ricchi e i potenti. “…Fino a quando non esisterà un Governo mondiale… la giustizia universale rischia di restare un elemento facciata, al servizio dei più forti”. Per vedere come questa analisi sia aderente a fatti dell’America Latina basti osservare i recenti golpes in Honduras e in Paraguay, il terrore creato dai narcos in Messico. Ci fermiamo qui ma di situazioni dove prevale arrogantemente la forza sulla verità e la giustizia ce ne sono a iosa. Se volessimo poi mettere il naso in Italia….
Venezuela. Le Monde Diplomatique, settembre 2012, Steve Ellner indaga il fenomeno “Chavismo (da Hugo Chavez), un movimento oltre il suo leader” che dovrà affrontare le elezioni del 7 ottobre in Venezuela. L’autore (professore di Storia all’Università di Oriente –in Venezuela) si (ci) chiede come domanda di fondo se “una disfatta di Chavez, che nessuno sondaggio annuncia, alle elezioni presidenziali, o il suo decesso…condurebbero davvero all’arresto del processo politico a cui egli ha dato vita?”, poiché il cancro che ha colpito Chavez ha riaperto la spinosa questione della leadership all’interno del movimento politico di Chavez, che tuttavia sembra non avere trovato risposte valide. Come dire, dopo di lui, non c’è nulla. E allora la destra di Capriles, in caso di vittoria, ripristinerebbe tutti i contatti con l’imperialismo statunitense duramente sbeffeggiato dal processo socialista bolivariano.
Cile. 11 settembre all’insegna della violenza in Cile, con un morto durante le manifestazioni per ricordare il 39° anno del golpe militare di Augusto Pinochet che scrisse nel 1973 la pagina più nera della storia cilena cancellando l’esperienza del governo di Salvador Allende, il quale difese la Moneda fino all’ultimo , ma poi si suicidò con il fucile regalatogli da Fidel. Ne ha scritto Geraldina Colotti sul Il Manifesto.
Messico. «El corrido» del deserto di SonoraDal 2004 a oggi 1.700 immigrati sono stati abbandonati, morti, dai «coyotes caminantes», trafficanti di persone, nel deserto messicano verso la frontiera con gli Stati Uniti. Concepcion ce l’ha fatta, oggi fa le pulizie da clandestina a New York e racconta la sua storia, nell’attesa di un «dia de gloria» che non arriverà mai. Reportage di Tiziana Rinaldi Castro pubblicato su Il Manifesto, 11 settembre 2012, disponibile sulla rete.
Colombia. dal giornale web Atlas vi segnaliamo quanto scrive Luca Pistone: “La Procura generale della Colombia ha iniziato a tracciare i beni con i quali -se l’accordo di pace con il governo dovesse andare a buon fine- le Farc (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia) dovranno risarcire le proprie vittime.
Bolivia. Sempre Luca Pistone su Atlas apre l’articolo sulla Bolivia di Evo Morales (foto -web) dicendo che “Secondo l’ultimo rapporto dello United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC), nel 2011 le autorità boliviane hanno sradicato 10.500 ettari di piantagioni di foglie di coca, registrando un calo del 12% delle coltivazioni.”
Foto di apertura: scorcio di Santuario, Risaralda (Colombia), di G.F. Grilli