CUBA, Amo esta Isla…soy del Caribe

L’audiovisivo “Cuba, Amo Esta Isla” (online in youtube) è un omaggio al popolo e alla cultura cubana e non è una adesione al sistema politico del Paese. Un potpourri di immagini e suoni dell’Isla Grande di Gianfry Grilli

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Argentina/Hebe de Bonafini: a Papa Francesco dico solo “Amén”!

14. marzo 2013 – 19:10One Comment
Argentina/Hebe de Bonafini: a Papa Francesco dico solo “Amén”!

“La Chiesa ufficiale non ci ha mai dato una mano”, dice Hebe de Bonafini, Presidente de Las Madres de Plaza de Mayo, in questi giorni in Italia per conferenze. L’elezione del connazionale Jorge Mario Bergoglio a neoPapa sembra non entusiasmarla affatto. Anzi ha colto l’occasione per tirare un destro alla Chiesa, “che ha sempre oppresso e mai liberato l’uomo”.  (+video)

Questa denuncia è stata pronunciata alla Conferenza stampa odierna di  Pescara il 14 marzo 2013.

Ieri era Hebe era a Bologna. Di seguito,  un breve resoconto sulla serata bolognese e alcuni video sul tour italiano della battagliera “abuela” argentina.

Durante la conferenza stampa pescarese è venuta subito fuori l’enorme distanza, o meglio il conflitto in corso, tra le Madres de Plaza de Mayo e la Chiesa argentina, che non condannò mai la dittatura dei militari di Buenos Aires che ha governato ferocemente nel Paese dal 1976 fino all’inizio dell’Ottanta.  L’incontro stampa, convocato per illustrare la perenne lotta delle Madres argentine, non poteva evitare di toccare almeno per un attimo il tema dell’elezione del neo Pontefice. L’attacco di Hebe è stato duro e secco.

Voi giornalisti siete qui per sentire cosa ne penso del nuovo Pontefice. Ebbene, io voglio parlare poco di lui. La Chiesa ufficiale non ha mai assunto posizioni di condanna della dittatura e dei massacri dei nostri figli. Noi per primi e solo noi facemmo una lista di 150 sacerdoti assassinati dalla dittatura, e la Chiesa  su questo ha sempre taciuto e non ha esposto reclami per i loro fratelli. La Chiesa ha oppresso e mai liberato l’uomo; l’unica  Chiesa che sta dalla parte dei poveri è quella del Terzo Mondo, e noi  continuiamo ad avere  contatti con quei preti. Quindi per Papa Francesco dico solo Amen!

Pescara. Hebe de Bonafini, presidente dell’Associazione composta dalle madri dei desaparecidos è in Abruzzo fino sabato, poi visiterà altre Regioni nell’ambito di un interscambio politico-culturale-umanitario tra associazioni argentine e ong italiane.

La presidentessa ha ricordato che nel “lontano 1978 abbiamo avuto la fortuna di fare il nostro primo viaggio all’estero proprio in Italia” poiché Sandro Pertini fu l’unico Presidente di Stato a condannare la dittatura.

Bologna. Il 13 marzo la signora Hebe è stata a Bologna per una conferenza organizzata dalla Biblioteca Italiana delle Donne. “Sono qui per portare avanti l’impegno politico iniziato  36 anni fa per far conoscere la verità sulle sorti dei nostri figli scomparsi durante la dittatura fascista del generale Videla”. Nella stracolma Aula magna della Biblioteca delle Donne quando arriva la coraggiosa Madre argentina, ci sono tantissime  donne, di tutte le età – ma anche qualche presenza maschile –   e tutti qui per dimostrarle affetto, solidarietà e ringraziarla con un caloroso e interminabile applauso.  Che l’accompagna nell’emozione generale della sala al tavolo dei relatori per la charla che poi si trasformerà in un racconto quasi a senso unico ma appassionato e impegnato sul nobilissimo lavoro svolto dalle Madres. Hebe ha sferrato duri attacchi ai governi statunitensi per la politica aggressiva e imperialista volta a calpestare i diritti civili e la crescita di moltissimi paesi del Pianeta. Il Sud America volevano che fosse il loro cortile di casa, “ma ora – continua Hebe- in America latina agli Usa sta andando maluccio, per l’unitò latinoamericana che si è creata negli ultimi anni”.  Poi ha ricordato con emozione la figura del leader bolivariano Hugo Chavez, leader che in Europa è stato “mal propagandato” ma lui ha impresso una nuova marcia alla politica antimperialista e di solidarietà verso i più deboli. ” E aggiungo la lotta di altri capi di governo come Correa, Morales, Mujica, Roussef che stanno cambiando la faccia in meglio, ovviamente, del continente latinoamericano”. Riguardo alle attività delle Madres de Plaza de Mayo, che ogni giovedì, e da trentasei anni, continuano a manifestare nello stesso luogo, piazza in cui nacque il movimento, Hebe con forza e convinzione ha ribadito che il loro lavoro viene continuamente ampliato e rinnovato nelle forme.  ”Bisogna creare messaggi di amore, di pace, di fratellanza,  esempi di lotta,  e lotta  non è una brutta parola come si tende a far credere in Europa. Neppure la parola rivoluzione, che vuol dire cambiamento, evoluzione e che contiene tanto amore,  giustizia. E non significa terrorismo. Come la lotta dei giovani argentini che imbracciarono le armi per difendere la patria non era  terrorismo come i politici facevano credere all’opinione pubblica. Tutto questo lavoro sulla memoria fertile per me vuole dire fare politica e la vostra presenza a questa  “charla” è un fatto politico”.   La signora Hebe ha poi espresso apprezzamento alla politica di giustizia sociale avviata in questi anni nel suo Paese dalla tenace Presidente, Cristina Fernández de Kirchner, donna che appoggia fortemente il lavoro de Las Madres de Plaza de Mayo.

Poi, la sorpresa finale: la Banda Roncati ha concluso l’evento-charla in una clima di grande emozione e euforia intonando Bella Ciao e subito canticchiata, e sottolineata da un intenso battimani, da tutti, in coro, in piedi, compresa Hebe, che si è alzata, ha ritmato la canzone e nonostante la stanchezza  che la nostra carissima Abuela (nonna) Hebe deve aver accumulato durante la giornata scorazzando da una città all’altra per portare il messaggio politico e sociale de las Madres de Plaza de Mayo.

Video pubblicato da TVSEI sulla conferenza di Pescara:

un comentario »

  • Jose ha detto:

    PERO QUE “finesse” ESTA señora (señora??!!!)

    Cuando murió el Papa Juan Pablo II:
    “Nosotras deseamos que este hijo de puta se queme vivo en el infierno. Es un cerdo. Un sacerdote me dijo que el cerdo se come… pero este Papa es incomible.”

    Sobre el atentado a las Torres Gemelas en Nueva York:
    “Yo estaba con mi hija en Cuba y me alegré mucho cuando escuché la noticia. No voy a ser hipócrita con este tema: no me dolió para nada el atentado.”

    En ocasión del velatorio del ex presidente Raúl Alfonsín:
    “Fue una movilización de las clases altas y medias, que siempre salen para estas cosas. Desde mi lugar, yo hago el más grande repudio para todos los hipócritas que lo fueron a aplaudir al puto ese”

    Sobre Julio Cobos, vicepresidente de la Nación:
    “Está armando un gobierno paralelo y eso es ser un hijo de mil putas.
    Alguien tiene que sacarlo ya mismo de la Casa Rosada.
    No hay otra, tenemos que terminar con esto.”

    Sobre la inauguración del Museo de la Memoria:
    “Qué pena que no estén los FAL, que eran las armas con las que nuestros hijos quisieron hacer la revolución.
    Si el museo no va a mostrar cómo fue esa organización revolucionaria, las luchas que se libraron, los hechos que se realizaron, no sirve.”

    Sobre Susana Giménez y la pena de muerte:
    “¿Cuál es nuestra seguridad con estas vedette que son más putas que vedette,
    que se atreven a hablar de derechos humanos cuando bailaron y se acostaron a culiar con todos los represores?”

    Sobre la mayoría opositora en el Congreso:
    “El Parlamento no vale nada, ni una mierda, todos los días nos hacen la contra.”

    Sobre la narcoguerrilla colombiana:
    “Estamos con los compañeros de las FARC, estamos con Chávez, estamos con nuestro presidente Néstor.
    Uribe es una mierda y un hijo de puta.

    Sobre el periodista Horacio Verbitsky:
    “Es un sirviente de los Estados Unidos. Además de ser judío, es totalmente pronorteamericano”.

    Sobre las retenciones móviles al campo:
    “Otro gobierno ya los hubiera desalojado de las rutas a los palos y con gases, como se lo merecían.”

    Sobre la Corte Suprema de Justicia de la Nación:
    “Son unos turros, cómplices de la dictadura.
    Tienen que renunciar y se tienen que ir si no quieren ayudar al pueblo. Hay que arrancarle a esta Corte la decisión que es nuestra. Arranquémosela de la mano y si tenemos que tomar el Palacio de Tribunales, tomémoslo.”

    Sobre la realeza inglesa:
    Si una vez los echamos con aceite hirviendo, empecemos a calentar el aceite. Esa vieja puta (la reina) vive en su castillo; bueno, que se lo meta en el orto. Me importa un pito el castillo de la reina.”

    Sobre la comunidad boliviana:
    “¡Váyanse de nuestra plaza, bolitas hijos de mil putas! ¡Váyanse bolivianos de mierda!”

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