Monsieur Periné: Suin a la colombiana
Hecho a Mano è l’album del settetto bogotano Monsieur Periné, la vera rivelazione della musica moderna colombiana degli ultimi anni. Abbiamo scoperto questo gruppo incontrando il loro batterista Daniel Chebair, docente, durante una lezione di musica in una Scuola di Bogotà. Di seguito la recensione e un video (La Muerte) che abbiamo scelto per voi.
La scoperta del gruppo è stata del tutto casuale. Infatti abbiamo conosciuto il batterista della band grazie all’amico/musicista colombiano (di origini italiane) Mauricio Giordanelli (foto), che dirige il Dipartimento Musica del Collegio Campestre.
Diciamolo subito: Monsieur Periné è la rivelazione più importante della musica colombiana moderna degli ultimi anni. E il loro primo album, Hecho a Mano, è una bellissima raccolta di ritmi e canzoni confezionata davvero con grande originalità, e pensando a palati musicali diversificati. Si tratta di una proposta nuova, elaborata su basi della tradizione, che ha saputo intrecciare, con buon gusto, un numero considerevole di strumenti a vocalità di grande personalità. Potremmo dire che è un gruppo multilingue, ma per davvero, perché attraversano molteplici stili musicali e cantano in quattro idiomi: spagnolo, francese, portoghese e inglese. Suin Romanticon,- 03 Suin Romanticon – è il pezzo che proponiamo alla vostra attenzione poiché, a nostro avviso, è quello che di nome e di fatto esprime più di ogni altro lo swing alla colombiana (Suin a la colombiana), l’essenza che lega assieme i dodici brani del cd del gruppo bogotano. Si tratta di una bellissima fusione di voci, sonorità, stili e strumenti, ma il merito principale di questo settetto è quello di aver saputo integrare musicalmente diverse generazioni, varie culture e un bel numero di realtà di paesi lontani. Cioè, realtà culturali e sonore abbastanza distanti tra loro, e che a prima vista sembrerebbero impossibili da amalgamare o coniugare. Ma questa formazione di giovani è riuscita nell’impresa. Qualcosa che sa di magia, se teniamo conto che sono ragazzi che suonano assieme da pochi anni e già in possesso di abilità notevoli, come quella di guidarci allegramente in un lungo viaggio musicale che tocca Colombia, Brasile, Caribe, Francia, Messico, Usa, Catalogna e, di sfuggita, altre regioni ancora. Un percorso divertente, che ci propone in chiave moderna un mix di jazz manouche (il punto di partenza del gruppo), neworleans, accenti francesi degli anni Trenta e Quaranta ispirati a Django Reinhardt (Cou Cou, brano n.5), flamenco, bossanova, cumbia, bolero, son, porro, reggae, carranga, funky-dance, con una poliedrica e coloratissima ”bigband” dove spiccano charango, tiple, chitarre, percussioni afrolatine, batteria, contrabbasso, jawbone (mascella d’asino), fiati, e richiami in versione papayera (orchestra tipica colombiana di fiati e percussioni, con lievi similitudini a una brass band di piccolo formato). E così via. Il tutto cucito con arrangiamenti vocali e strumentali di ottima fattura.
In sintesi: un album e un gruppo di giovani artisti talentuosi, che regalano alla musica latinoamericana tinte insolite, nuove, variopinte, universali, e soprattutto ricche di energia e allegria. E di cui noi (europei) abbiamo tanto bisogno in questa fase molto confusa e preoccupante. E allora auspichiamo che Monsieur Periné (che farà una tournèe europea all’inizio dell’estate) possa contagiare anche il pubblico italiano con quell’unico e salutare swing alla colombiana. Per saperne di più, visitate il loro ottimo sito (www.mperine.com) e guardate alcuni dei loro video postati su Youtube. Belle musiche e stupende immagini.
La formazione/ Catalina García: Voce principale — Daniel Chebair (foto): Batteria — Nicolás Junca: chitarra e cori — Camilo Parra: Fiati (Flauto, Clarinetto, tromba) e cori — Miguel Guerra: Percussioni — Fabian Peñaranda: Contrabbasso — Santiago Prieto: chitarra e vari strumenti a corda, cori.
Questo è il video realizzato per il brano La Muerte:
El ritmo me parece muyyy pegajoso.!!!!,.la utilización de los instrumentos… excelente. y la puesta en escena de los elementos representativos de nuestra idiosincracia latina…buenísimos.
Este tipo de grupos calificaría, en mi concepto , para ser invitado a festivales internacionales.
bien Gian Franco por dar a conocer estos otros grupos que aunque no se escuchan en nuestro medio, tienen todo el potencial.
abrazos
Marly desde Colombia