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GINO DONÉ. L’italiano del Granma

9. aprile 2013 – 22:303 Comments
GINO DONÉ. L’italiano del Granma

E’ in libreria, freschissimo di stampa, il volume  di Katia Sassoni, Gino Doné. L’italiano del Granma (collana Guevara, Roberto Massari editore) che verrà presentato a Bologna il 24 aprile, ore 18, presso la Libreria Coop Lame. Nell’attesa, Giancarlo Guglielmi – attento cercatore di libri “cubani” –  ci ha fatto pervenire la sua tempestiva e, per alcuni aspetti, sferzante recensione della biografia di questo curioso “expedicionario” per proporla ai lettori di MiCaribe…

Premessa. In redazione non abbiamo ricevuto il testo, tuttavia pubblichiamo l’analisi di Guglielmi poiché riteniamo che l’impegno intellettuale debba sempre essere segnalato al pubblico, e soprattutto se si parla di libri. E’ un riconoscimento al lavoro dei professionisti di questa importante filiera: scrittori, editori, recensori e critici letterari.

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L’opera della scrittrice bolognese verrà presentata

MERCOLEDI 24 APRILE 2013, ore 18.00

Centro Commerciale LAME – LIBRERIA COOP LAME

Via Marco Polo 3 – BOLOGNA

Partecipano: Salvatore Panu, Primo Soravia, Gianfranco Ginestri e l’Autrice

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La recensione.

Il libro di Katia Sassoni pubblicato da Massari Editore, arrivato in questi giorni in libreria, racconta l’inchiesta condotta da Gianfranco Ginestri per rintracciare l’italiano, e unico europeo, degli 82 che dal Messico partirono per Cuba sul battello Granma, per combattere la dittatura batistiana e poi prosegue raccontando la vita del personaggio di nome Gino Doné, morto qualche anno fa.  Il libro ripercorre quella fase iniziale della Rivoluzione cubana e fornisce vari elementi di approfondimento. Perciò vale la pena leggerlo.

Purtroppo dopo averne apprezzato lo sforzo storiografico non si potrà non notare le varie incongruenze e omissis della narrazione.

La incongruenza iniziale sta nel fatto che non riporta nessuna intervista diretta di Ginestri, scopritore del personaggio, al personaggio stesso, ma si riportano solamente interviste di altri. Questo è il primo ma non l’unico mistero che il libro lascia intatti.

Dopo di che arriva la grande delusione, ci si aspetta di leggere la vita di Gino Doné ma si scopre che c’è un vuoto di 40 anni. Quaranta non quattro, giustificandolo col fatto che lui non ne voleva parlare. Sono rimasto letteralmente stupefatto, scoprendo che vengono raccontati solamente i primi 25 anni e gli ultimi 10, mentre dei 40 di mezzo non si sa nulla. Che dire…

Invece quel che troviamo in abbondanza è l’apologia di Gino Doné, e per giustificare le sue reticenze si suggerisce che fosse un agente del controspionaggio cubano, ma gli ex agenti cubani  in pensione, non vivono certamente nelle agiatezze in cui viveva Gino Donè, e men che meno vivono in Florida.

Simpaticissima, la noncuranza con cui gli autori raccontano la diserzione di Doné dalla guerriglia appena iniziata. Dopo il primo scontro a fuoco, molti degli 82 si disperdono ma per poi ritrovarsi, quelli non catturati o uccisi, sulle montagne della Sierra qualche giorno dopo, lui al contrario continua verso occidente, mentre la guerriglia era a oriente e arriva a Santa Clara, ossia 600 km a ovest della guerriglia. A quei tempi quella si chiamava diserzione, e le conseguenze citate da Passaggi della Guerra Rivoluzionaria, e riprese nel bel film sul CHE di Soderbergh, gli impongono di scappare all’estero. Il ritorno a Cienfuegos due anni dopo, risulta evidente al lettore, meno agli autori, che fu per sondare se poteva ottenere l’indulto dal CHE , mentre si sa che il CHE era inflessibile a tal proposito e il Doné deve riscappare per non essere passato per le armi dal CHE stesso.

In conclusione, con un buco nero di 40 anni è evidente che gli autori del libro non riescono a chiarire chi effettivamente era Gino Doné, ma il fatto che a 20 anni collaborasse coi partigiani senza mai aderire a nessuna formazione già ci dà un’idea sull’individualismo del personaggio.

Per dare un aiutino a capirne di più posso aggiungere un aneddoto personale, che riporta il personaggio in una condizione più realistica di quella apologetica degli autori del libro. Anche se non spetterebbe certo a me in quanto recensore, però mi sento in obbligo verso il lettore.

Lavoravo a Cuba negli anni che apparvero i primi articoli anche sui giornali cubani sul personaggio ritrovato. Ero a conoscenza a grandi linee della faccenda perché da anni  me ne parlava Ginestri. A un incontro di lavoro con alcuni funzionari cubani, alla mia battuta sul come mai, si erano persi, e poi ritrovato, un “expedicionario”, cosi chiamano quelli che erano sul Granma, mi fu risposto: “magari si fossero persi anche i gemelli La Guardia così non ci sarebbe mai stato il processo Ochoa”. Quindi la battuta collocava Gino Doné a livello dei La Guardia, con le relative attività illegali messe in luce dal processo, non per conto della Rivoluzione, fu chiarito, ma a sostegno della stessa, dichiararono loro. Collocato a fianco dei La Guardia si spiegherebbero molte cose, come l’amnistia alla diserzione dichiarandolo collaboratore, l’agiatezza nella vecchiaia e la sua reticenza a chiarire il buco nero. Naturalmente non ho nessuna prova concreta a sostegno di tale tesi, sarebbe stato compito degli adulatori nostrani del personaggio, indagare a tal proposito, quindi che ognuno tragga le proprie conclusioni. Ciò detto, ripeto che il libro vale la pena comprarlo e leggerlo.

Giancarlo Guglielmi

3 Comments »

  • gianfranco ginestri ha detto:


    Bologna — 18 aprile 2013 —

    Caro Giancarlo Guglielmi,,,
    come ti ho già detto a voce
    recentemente al Bar Linea di
    Piazza Maggiore, a Bologna,
    DEVI CONSIGLIARE TUO FIGLIO
    (e al gruppo dei suoi amici)
    di scrivere un ROMANZO SU GIN
    (“romanzando gli anni mancanti”)

    Mi raccomando,,, organizza una
    presentazione del libro di Katia
    a Ka-De-Mandorli appena puoi,,,
    facendo venire anche Gianfranco
    Grilli e tuo figlio e suoi amici –

    Un abbraccio da GIN amico di GINO –

    PS. a parte, al tuo indirizzo
    personale email ti manderò FOTO di
    GINO DONE’ abbracciato A FIDEL !!!

  • gianfranco ginestri ha detto:

    Errata corrige…
    Naturalmente, dove
    è scritto qui sopra
    “ROMANZO SU GIN” ci va
    “ROMANZO SU GINO” ;
    ( Ok ??? GINO: non GIN )

  • gianfranco ginestri ha detto:


    DAL CIRCOLO ITALIA-CUBA di BOLOGNA –

    Alla vigilia del 25 aprile 2013 il Circolo Provinciale Bolognese Italia-Cuba “Fabio di Celmo” ha presentato nella “Libreria Coop Lame” di Bologna il nuovo libro biografico dedicato al partigiano
    italo-cubano Gino Donè, l’unico europeo ad avere partecipato alla spedizione del famoso battello Granma.

    Il compagno Primo Ilario Soravia (presidente del circolo bolognese) ha presentato l’autrice Katia Sassoni(insegnante-scrittrice, socia del circolo, e partecipante – 20 anni fa – ad una brigata di lavoro volontario a Cuba)ed ha reso omaggio a Gino Donè (1924-2008) che fece il partigiano nella laguna veneziana, nella Missione Nelson.

    Dopo la Liberazione questo italiano emigrò a Cuba, dove si sposò con una giovane militante antibatistiana, che lo presentò ai dirigenti del Movimento 26 Luglio, i quali lo inviarono da Fidel Castro in esilio in Messico, nel periodo in cui egli stava organizzando la spedizione del Granma dal Porto di Tuxpan fino all’Oriente Cubano.

    Katia Sassoni ha risposto a diverse domande del pubblico, e
    Primo Soravia ha spiegato la vicenda dei 5 antiterrorisi cubani
    che da 3 lustri sono assurdamente chiusi nelle prigioni statunitensi.

    Poi, al termine della serata, il musicista Salvatore Panu ha cantato
    canzoni partigiane italiane cubane, assieme al numeroso pubblico,
    per ricordare il 70° anniversario dell’inizio della Resistenza Italiana.

    Il libro è intitolato <>,
    ha 160 pagine, costa 10 euro, ed è stato edito a cura di
    Roberto Massari Editore (erre.emme@enjoy.it).