JAZZ, BJF 2024: 21 ottobre-17 novembre, tra Bologna, Ferrara e Forlì

Pat Metheny sarà la principale star del Bologna Jazz Festival 2024, che annovera in questa edizione nei grandi teatri cittadini altri protagonisti di massimo rilievo come Mulatu Astatke, Cécile McLorin Salvant e McCoy Legends. Ma nei jazz club ci sarà una programmazione che, a nostro avviso, restituirà un’immagine più significativa, variegata e completa dei del jazz multicolore oggi.

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Frei Giorgio Callegari tra i popoli dell’America Latina

10. giugno 2013 – 23:04No Comment
Frei Giorgio Callegari tra i popoli dell’America Latina

“La Rabbia e il Coraggio” di Umberta Colella Tommasi (Marcianum Press) racconta la storia  di Frei Giorgio Callegari, il domenicano veneziano che scelse come seconda patria il Brasile. Negli anni Sessanta partecipò alle lotte contro la dittatura militare, fu incarcerato e torturato, ma dopo la caduta del regime,  realizzò opere in favore dei più poveri, in particolare dei bambini e dei ragazzi delle favelas. Un prete di “centrosinistra”, molto battagliero.

Prima di tutto è importante dire che Giorgio Callegari (1936-2003), prima di diventare l’indimenticabile e coerente sacerdote missionario, da giovane ha fatto politica con idee che oggi potremmo definire di centrosinistra. Giorgio era un democratico cristiano dell’aera di sinistra, un ragazzo sanguigno che all’inizio degli anni Sessanta polemizzava con i socialcomunisti e in particolare con alcuni suoi parenti di tendenze marxiste. Ma quando Giorgio – dopo essere entrato nell’ordine dei Domenicani per studiare filosofia a Bologna – nel 1966 arriva in Brasile e si rende conto delle ingiustizie, della miseria nelle comunità di base, dei rischi che corrono i cittadini per combattere il regime dittatoriale instauratosi due anni prima, decide di partecipare attivamente alla lotta per cambiare il cammino di quel paese con un impegno concreto unendo  valori del cristianesimo e ideali del socialismo. Le vecchie diatribe italiane tra democristiani e comunisti vengono archiviate perchè nel Nuovo Mondo ci sono emergenze più importanti e bisogna lavorare assieme per sconfiggere i militari, eliminare i soprusi, le violenze, ripristinare i diritti civili e dare speranza agli ultimi.  Così il nostro sacerdote fa una scelta di campo, sta con chi soffre, lotta assieme a loro, organizza iniziative di solidarietà. Questo impegno gli costerà il carcere assieme ad altri domenicani. Di questo impegno militante e spirituale di Frei Giorgio  se ne parla nell’importantissimo libro curato da Umberta Colella Tommasi, LA RABBIA E IL CORAGGIO – Frei Giorgio Callegari. In cammino tra i popoli dell’America latina. Il testo, pubblicato nel 2012 dalla Marcianum Press, racconta la storia personale del domenicano veneziano che scelse come seconda patria il Brasile, e per estensione il Continente Sudamericano. In queste pagine si sottolineano gli anni difficili in cui padre Callegari fu torturato dai militari, ma anche quelli, dopo la caduta del regime, in cui il domenicano veneziano realizzò opere in favore dei più poveri, in particolare i bambini e i ragazzi delle favelas. Una vicenda che si snoda dalla metà degli anni Sessanta sino al 2003 (anno della scomparsa di Callegari) con al centro le speranze dei giovani dell’America Latina, le loro lotte, le loro sconfitte. E anche le loro vittorie. E la storia della Chiesa e della Teologia della Liberazione, il contributo che il Brasile con Helder Camara e i suoi vescovi hanno dato al Concilio Vaticano II. Frei Giorgio Callegari si attualizza in azione quotidiana per dare speranza e dignità all’umanità umiliata dal degrado della povertà materiale e morale delle favelas, ma sempre individuando nel popolo brasiliano la forza e l’energia per sollevarsi e guardare con fiducia al futuro.
 Quella fiducia che dopo anni ha fatto trionfare la democrazia,  i diritti umani, la giustizia sociale nel Brasile di Lula, della Roussef. E Lula in occasione della morte del frate italiano gli ha reso omaggio  ricordandolo in un messaggio alla stampa come  un “cittadino del mondo, sognatore di utopie e seminatore di speranze”. Parole meritate perché se il Brasile oggi gode di maggiore giustizia, e i diritti e il benessere sono meglio distribuiti tra i circa 200 milioni di brasiliani, questo è un po’ merito anche delle battaglie e dell’esempio di Callegari, per molto tempo considerato un estremista e un comunista da molti componenti della Chiesa. Ma lui è andato sempre avanti affinchè trionfasse il Cristo dei poveri. Un’opera importante, con un ottimo editing, note a piè di pagina molto utili. Una piacevole e istruttiva lettura.  Da consigliare a tutti i cultori di storia latinoamericana e a quanti vogliono saperne di più sulla Chiesa in America latina, non sempre in accordo con quella di Roma. Ora, con l’argentino Bergoglio al vertice del Vaticano, le cose dovrebbero migliorare in tal senso. Ed è  auspicabile, necessario e non rinviabile, se guardiamo agli scandali e alla corruzione che stanno macchiando l’immagine dello Stato più piccolo ma potente del mondo.

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