MESSICO/Libri: Z. La guerra dei narcos
La spietata guerra tra narcos, apparati dello Stato e coraggiosi cittadini messicani è raccontato molto bene dal giornalista Diego Enrique Osorno nel libro-reportage Z. La guerra dei narcos (La Nuova Frontiera).
Il talentuoso giornalista narrativo messicano Diego Enrique Osorno è l’autore di Z. La guerra dei narcos (La Nuova Frontiera, 378 pagine, € 15,00 ), libro-reportage sul percorso della cocaina e della marijuana prima di arrivare nei grandi mercati nordamericani. Infatti tutto transita dal Messico e proprio qui si è innestata da qualche anno una battaglia feroce tra i vari cartelli dei narcos, tanto da aver ridotto oggi il paese di Pancho Villa in uno dei luoghi più insicuri al mondo, con diverse migliaia di omicidi ogni anno e tra i quali anche moltissimi giornalisti che hanno tentato di denunciare le atrocità dei narcos. Tra questi gruppi spicca quello degli Zetas, padroni indiscussi del business criminale legato a droghe e a traffici illeciti. Osorno fotografa nei minimi particolari un viaggio sulla frontiera confinante con gli Usa. Si parte dalla Frontera Chica – piccolo territorio dello stato del Taumalipas, che ha come dirimpettaio il Texas – poi a Nuevo Laredo, Tijuana, Ciudad Suarez, Sinaloa fino a Cuencamè, tutte città di morte. Questa “gomorra messicana” raccoglie interviste con politici, testimoni protetti, sociologi, giornalisti, soldati e una rappresentante della National rifle association. Una ricognizione interessante di quel che accade nell’impunità, ma che nonostante l’indifferenza e la paura diffusissime, c’è anche chi ha deciso di non issare bandiera bianca di fronte ai nuovi padroni che tengono in ostaggio la politica e l’intero paese. Infatti Osorno con altri suoi colleghi giornalisti e tanti cittadini hanno deciso di non abbandonare le proprie case e i propri ruoli affrontando con coraggio il vivere quotidiano in quelle città dominate, per il momento (speriamo il più corto possibile), dai narcos. Un ritratto sconvolgente del Messico firmato da una delle più belle penne del nuovo giornalismo latinoamericano. Un volume da non perdere.