Libri: dal Messico all’Argentina fino alle Hawaii.
Tempo d’estate, tempo di relax, con la lettura di un libro, a casa o in vacanza. Ecco i titoli scelti: WEATHER REPORT – La storia elettrica di Christophe Delbrouck; Carte false di Valeria Luiselli; Santa Muerte Patrona dell’umanità di Fabrizio Lorusso; DESAPARECIDOS: margini di una ferita di Raffaella Borghi e Haydée Copolechio; Le basi dell’Ukulele di Gernot Rödder (con Cd allegato).
WEATHER REPORT – la storia elettrica è un volume uscito nel 2010 e forse molti dei cultori del jazz elettrico hanno già letto questa interessante ricostruzione della famosa band del pianista-compositore Joe Zawinul. Ma se questo titolo vi risultasse nuovo, correte a leggerlo perchè in queste pagine, una vera miniera di notizie su uno dei periodi più innovativi della musica moderna del Novecento, troverete anche molti riferimenti ad artisti e a culture musicali del Sudamerica, che in qualche modo sono entrati a far parte del lavoro di questa stellare formazione che tra l’altro, nel 1979, suonò all’Avana assieme ad altri musicisti statunitensi (aprendo un varco nell’embargo Usa verso Cuba) confrontandosi con i mitici Irakere di Chucho Valdés. Il libro presenta un’incessante attività al fianco dei più importanti jazzisti degli anni Cinquanta e Sessanta, il colpo di fulmine alla corte di Miles Davis, un’idea accarezzata per anni e infine ecco i Weather Report. L’incontro e l’integrazione creativa di Joe Zawinul e Wayne Shorter – l’austriaco e l’afroamericano, il suono più sperimentale e il sassofono più lunare della storia del jazz – costruiscono incessanti utopie: rompere la dicotomia fra composizione e improvvisazione, fra Occidente e Oriente, corpo e anima, musica e pura vibrazione elettrica. Per creare colonne sonore di film immaginari, e poi un’ineffabile muscolarità sempre più funky e pur sempre visionaria e surreale, fianco a fianco a compagni di strada e macchine ritmiche instancabili quali Miroslav Vitous e Airto Moreira, Alphonso Johnson e Alex Acuña, Jaco Pastorius e Peter Erskine, Victor Bailey e Omar Hakim.
Attraverso una ricostruzione puntuale, dettagliata e avvincente, Christophe Delbrouck narra amicizie profonde e controverse – fra lo scorbutico Joe, il mistico Wayne e l’esplosivo, inafferrabile Jaco – e, album dopo album, descrive tutte le creazioni dei Weather Report. Pietre miliari del passaggio dal jazz-rock alla fusion music, ma soprattutto architravi del paesaggio sonoro contemporaneo nel quale convivono vivacemente l’etnico e l’elettronico, il metropolitano e il neotribale, le categorie della modernità e quelle del futuro che ci attende.
Carte false (La Nuova frontiera, 2013) è il primo libro in ordine cronologico della scrittrice messicana Valeria Luiselli, ma il secondo dopo il romanzo Volti nella folla, pubblicato dallo stesso editore. E’ una scrittura poetica ed eclettica, organizzata in scritti eterogenei, che pesca in quel mondo enorme che Valeria conosce e abita, da Città del Messico a New York, passando per un cimitero di Venezia alla ricerca della tomba di Brodskji e i relingos dell’America Latina: angoli lasciati a se stessi, porzioni silenziose di spazio vuoto. Mentre lo sguardo curioso dell’autrice percorre il tessuto urbano, possibilmente in bicicletta (lei si dichiara ciclista), la sua intuizione si ferma e getta luce sul paesaggio e sulla storia. Cerca analogie a partire da quel che osserva e noi la osserviamo nell’atto di trovarle. Così il pensiero fluisce e ci rivela che scrivere equivale a formare spazi inverosimili, come il grattacielo Flatiron a New York. Tuttavia, anche se si può sostenere che Carte false è soprattutto una ricerca sugli spazi, attraversa anche i tempi. Il saggio Due strade e un marciapiede, per esempio, è dedicato alla nostalgia e ci ricorda con semplice erudizione che c’è stato un tempo in cui le nostre malsane “patologie della psiche” avevano il bel nome di “afflizioni dell’anima”.
La “chiesa” della Santa Morte è un fenomeno di religione popolare molto diffuso in Messico, ma ha seguaci anche in Centro America, Argentina e negli Stati Uniti, per un totale stimabile attorno a circa 10 milioni di persone. Questo culto in Europa è conosciuto solo da una ristretta cerchia di addetti ai lavori e da pochi iniziati presenti soprattutto nel nordEuropa. Stiamo parlando di un rituale che è un mix di tradizioni antiche dell’America latina, di folclore afrocubano, di sincretismi come vodù e candomblè e del cattolicesimo imposto dai conquistatori spagnoli. Un frullato di mistero, magia, miti, simboli, ribellione alla chiesa ufficiale, musica corrido, cumbia, scheletri, carretti della morte, altari macabri. Questo e altro ancora, una realtà piena di contraddizioni come lo sono il Messico, i pensieri dei vari sincretismi religiosi imperanti nel continente sudamericano, il tutto sempre molto difficile da decodificare. Ecco allora che Fabrizio Lorusso, milanese, giornalista, ricercatore, in esilio volontario a Città del Messico da una dozzina di anni, ci viene in aiuto e ci accompagna alla scoperta di questa religione popolare messicana (che qualche voce importante del Vaticano ha definito un culto blasfemo) attraverso le 180 pagine del libro SANTA MUERTE – PATRONA DELL’UMANITA’ di F. Lorusso (Stampa Alternativa).
DESAPARECIDOS: margini di una ferita di Raffaella Borghi e Haydée Copolechio (Mucchi editore) è un saggio rigoroso e coinvolgente fino alla commozione umana più profonda per l’argomento terribile di cui si occupa il volume. Le testimonianze sul problema della violenza nell’America Latina sono molteplici e nella loro trama costante di dittature e colpi di stato potrebbero anche apparire scoraggianti. Questo libro curato da due autrici, una italiana e l’altra argentina, è invece, nato e cresciuto sul campo, a contatto diretto con la cultura dell’Argentina contemporanea, pur esaminando e ricostruendo con grande cura storica il dramma dei desaparecidos, cioè delle persone fatte sparire dalla dittatura argentina fra il 1976 e il 1983, si concentra soprattutto sul modo in cui gli uomini e le donne coinvolte direttamente e indirettamente in questa storia oscura hanno saputo reagire e vivere dopo il trauma subito.
Le basi dell’ukulele di Gernot Rödder (edizioni Curci) è un pratico e snello vademecum per ukulelisti principianti, per aspiranti musicisti di uke, nome abbreviato con cui viene indicato lo strumento alle Hawaii e nelle altre isole del Pacifico. Con un linguaggio semplice e alcune partiture note da eseguire (da Merrily we roll along, a Oh, Susanna, Amazing Grace), il manuale, con un Cd allegato, permette anche all’autodidatta di imbracciare questa “chitarrina” dal corpo minuto e dal suono delicato e di improvvisare melodie famose a casa, in spiaggia, ad una festa, da soli o in compagnia. Diventerai un ukulelista in un battibaleno.
[…] Recensione/segnalazione del libro Santa Muerte Patrona dell’Umanità nel Web Magazine Mi Caribe – Ass. Italiana Rapporti Culturali con Cuba e Caraibi: https://www.micaribe.it/2013/07/libri-nuovi-e-ripescati/ […]