Porretta Soul 2013, tra successo di pubblico, emozioni e ricordi
Soddisfatto del bilancio positivo anche di questa edizione, Graziano Uliani, direttore artistico del Porretta Soul Festival, ha tenuto a sottolineare che “La nostra più grande soddisfazione è che qui i musicisti che vengono dagli Stati Uniti si sentono a casa. Trovano una vera band di ryhtmh’n’blues che li accompagna e sono sempre a contatto con il pubblico”. E già pensa alla 27a edizione, dal 17 al 20 luglio 2014.
«La nostra più grande soddisfazione è che qui i musicisti che vengono dagli Stati Uniti si sentono a casa. Trovano una vera band di ryhtmh’n’blues che li accompagna e sono sempre a contatto con il pubblico. Inoltre riconoscono Porretta come unico punto di riferimento in Europa come centro di valorizzazione del soul, grazie anche alla relazione stretta che abbiamo con lo Stax museum di Memphis. E le tante presenze continuano a dare ragione a questa formula ormai da 26 anni». Graziano Uliani ha tracciato un bilancio più che positivo della manifestazione che si è appena chiusa nella località appenninica tra Bologna e Pistoia. Bobby Rush, Latimore, Pastor Mitty Collier, Toni Green, David Hudson e la sorpresa dal Giappone del gruppo Osaka Monaurail sono stati tra i principali protagonisti della manifestazione. Ma va sottolineato che oltre al Rufus Thomas Park ci sono stati altri due palchi paralleli (di cui uno con strumenti vintage) che hanno portato a Porretta oltre 200 musicisti anche la sezione didattica del corsi di musica soul tenuti da Charlie Wood con il saggio finale a Bologna. Ora è già iniziato il momento di pensare all’edizione numero 27 che si terrà dal 17 al 20 luglio 2014.
Tra le quattro serate dominate da tanta allegria, entusiasmo, divertimento, scoperte a ritmo di soul, r&b, blues, funk (splendide le performance della band giapponese Osaka Monaurail, foto al piede), hanno trovato spazio anche piccoli momenti per ricordare un fan del festival che ci ha lasciati recentemente, è il caso di Patrizio Nocciolini, detto Noce, ex-chitarrista (foto a destra), amico personale di chi scrive e di Micaribe . Altro momento sorprendente è un fuori programma genuino e commovente, un frammento di tenerezza, di sentimenti, di passione tra un uomo e una donna, con lacrime di gioia e di amore. Della signora salita sul palcoscenico (foto a sinistra, con Hudson) non conosciamo il nome, ma quello dell’uomo sì: è il grande vocalist David Hudson (l’artista che campeggiava sul manifesto della rassegna 2013) il quale oltre ad averci regalato delle stupende canzoni, alla fine della sua esibizione ha mostrato al pubblico le sue emozioni e una dimensione intimistica. Queste situazioni sono certamente dovute al clima fraterno, amichevole, famigliare instauratosi, per merito del patron Uliani, nel corso degli anni al Rufus Thomas Park di Porretta. Qui infatti da 26 anni si tiene questo appuntamento annuale che possiamo dire rappresenti una grandissima festa dove amici del soul, provenienti da ogni dove, ogni anno si ritrovano nella cittadina dell’Appennino Emiliano sotto la luna piena di luglio al ritmo trascinante della black music afroamericana pur sapendo di ascoltare un repertorio abbastanza scontato dove spiccano su tutti i pezzi intonati gli evergreen intramontabili di Otis Redding, James Brown, B.B. King, Etta James, Wilson Pickett o Salomon Burke. E forse proprio è questo spirito festoso, comunitario, di rispetto, che si permette al presentatore Rick Hutton di giocare con il pubblico utilizzando il suo maccheronico idioma italo-inglese o si è disposti a rischiare di far salire sul palco centrale gli allievi, alcuni ancora un po’ acerbi, della Sweet Soul Music. E infatti nonostante alcuni fraseggi stonati in questa fugace apparizione la band dei musicisti del workshop si guadagna un po’ di applausi di incoraggiamento dal pubblico acritico del Porretta Soul. Come dire, la comunità dei soulmen (e tanto più con i nuovi aspiranti) non si mette in discussione, non si critica mai. (GfG)