Bongo e congas pari sono!? … così sembra per Musica Jazz.
Il mensile Musica Jazz scivola sugli accenti afrocubani. Leggendo il numero di agosto il lettore deduce che bongo e congas siano lo stesso strumento ! Le lacune, o speriamo distrazioni, sono dei due critici-studiosi Antonio Berini e G. M.Volonté, autori del validissimo dossier su “A drum is a Woman” in cui analizzano la suite del 1957 del grande maestro Duke Ellington, opera dove fanno capolino anche le percussioni afrocubane di Candido Camero.
Il dossier di agosto di Musica Jazz presenta A Drum Is a Woman “uno dei lavori meno conosciuti e reperibili” di Duke Ellington che la prestigiosa rivista ora propone in una nuova edizione in Cd con “un commento critico dei due maggiori studiosi italiani della carriera di Elligton”. Antonio Berini e Giovanni M. Volonté sono gli autori del dossier, complessivamente molto interessante. Quindi tutto bene? Noooo, purtroppo. Quando i due critici affrontano l’argomento percussioni afrocubane, o caraibiche, ovvero i tamburi impiegati in questo progett0-suite del 1957, manifestano, alla pari di tanti altri illustri colleghi, molte lacune in merito, tanto da non saper distinguere i timbri e i linguaggi delle congas da quelli dei bongo. Pertanto il lettore non esperto di sonorità latin deduce che bongo e congas pari sono. E ciò avviene nonostante che negli ultimi anni la medesima testata ha pubblicato articoli e anche uno speciale dedicati alle musiche latin e ai relativi strumenti tradizionali impiegati nell’afrocuban jazz (oggi latin) con schede di ciascuna percussione. Tra queste la conga, o tumbadora, e la coppia dei bongo, tutti tamburi che hanno forme, suoni e timbriche nettamente diversi tra loro. Quindi è abbastanza serio, per non dire grave, che due studiosi come quelli appena citati non abbiano saputo andare oltre le scarne e magari imprecise note di copertine e non si siano preoccupati di ascoltare con le orecchie ben aperte il tumbao delle congas nella “fitta improvvisazione” di Candido Camero. Ci si è fidati dei discografici, coloro che in passato stampavano sulle copertine delle semplificazioni assurde, se parliamo di musiche cubane, brasiliane, eccetera. Pertanto a nostro avviso lo spirito critico e le conoscenze in materia latin non sono state all’altezza del prestigio degli articolisti nel commentare certi dettagli musicali. E spiace dirlo, ma nel 2013 conoscere ancora poco certi fenomeni musicali che oramai hanno dimensione universale rappresenta per un professionista dell’informazione, e/o per un mensile così blasonato cime MJ, qualcosa di alquanto preoccupante se non in grado di divulgare correttamente.
Foto di G.F. Grilli: bongo e congas del Grupo Compay Segundo