HONDURAS: i numeri del nuovo Presidente
Tensione a Tegucigalpa e in tutto il paese centroamericano per una guerriglia sui voti ottenuti dai due schieramenti dopo più di metà dello spoglio. Juan Orlando Hernández, (Pn) partito conservatore al governo, si è già autoproclamato vincitore; la candidata di centrosinistra Xiomara Castro non riconosce la vittoria di Hernandez, e le opposizioni, tutte, accusano di brogli. A distanza di giorni non si conosce ancora il risultato finale. Che dire ancora di fronte a queste realtà presentate come democratiche?
Grande incertezza sui risultati elettorali di domenica 24 novembre per le Presidenziali in Honduras. E dopo quattro giorni non c’è ancora un dato ufficiale. Oramai siamo al balletto di cifre: con oltre il 60% delle schede scrutinate Hernandez dice con il suo 34% di essere il nuovo presidente, sei punti in più sulla sfidante Xiomara Castro, consorte dell’ex presidente Manuel Zelaya, destituito con un colpo di stato nel 2009. Mauricio Villeda, del partito Liberale, è al terzo posto con circa il 21 per cento.
Nel giro di poche ore si dovrebbe (condizionale d’obbligo!) conoscere il reale vincitore di questa competizione iniziata subito all’insegna della scarsa trasparenza. Ma cosa vogliamo pretendere da un paese governato da politici che hanno fatto diventare norma sia la corruzione che la violenza e l’illegalità? D’altro canto gli Stati Uniti non muovono un dito per ristabilire quelle regole democratiche e quei diritti umani che invece pretendono da parte di altri paesi come Cuba, Venezuela, Ecuador, Bolivia eccetera. Ah, ci viene in mente la Cina, regime comunista, diritti politici calpestati, meganazione con la quale però Washington dialoga strettamente e se ne guarda bene di far loro la solita lezioncina di democrazia, rispetto dei diritti umani, libertà di espressione e di pluralismo. Chissà perchè gli USA non si mettono di traverso a Pechino?
Intanto Juan Orlando Hernandez dice di aver già incassato le felicitazioni dei presidenti di Panamá, Ricardo Martinelli; della Colombia, Juan Manuel Santos; del Guatemala, Otto Pérez; e anche dal governo nicaraguense, in apparenza di sinistra, quello del volubile Daniel Ortega.
Per saperne di più di questa elezione, suggeriamo nei prossimi giorni di seguire attentamente il Manifesto, l’unico quotidiano italiano che informa con grande puntualità, profonfità e metodo sugli avvenimenti dell’America latina.