CUBA, Amo esta Isla…soy del Caribe

L’audiovisivo “Cuba, Amo Esta Isla” (online in youtube) è un omaggio al popolo e alla cultura cubana e non è una adesione al sistema politico del Paese. Un potpourri di immagini e suoni dell’Isla Grande di Gianfry Grilli

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America latina … che succede (25 febbraio)

25. febbraio 2014 – 23:13No Comment
America latina … che succede (25 febbraio)

Ecco alcune news latinoamericane riportate in questi giorni dalla stampa nazionale: dal Brasile alla Colombia, dal Messico al Venezuela.

BRASILE/i dottori “importati” da Cuba fuggono e denunciano discriminazione salariale.

Se oltre settemila medici cubani danno assistenza sanitaria in Brasile nessuno ne parla. Ma  se 5 decidono di abbandonare il lavoro – per differenza di trattamento salariale rispetto ad altri medici provenienti da altri paesi o per scelte personali – questi fanno notizia. Costoro hanno chiesto asilo politico, e allora sorgono molteplici domande leggendo “Il boomerang dei medici” (Rocco Cotroneo, Latinos, Sette, 21-02-2014) dove viene sottolineato, tra l’altro, che in Brasile i medici cubani sono stati accolti  molto bene e sono ritenuti ottimi professionisti.

BRASILE/ Boss a ritmo di funk

Il funk è la musica del nuovo Brasile. E i narcos hanno imparato ad usarlo. Quando viene suonato in prigione prende il nome di Probidao e racconta la vita carceraria. Ha la stessa funzione del neomelodico per la camorra. (L’Espresso, 20 febbraio 2014)

BRASILE/ il diritto di protestare

Il 6 febbraio, mentre seguiva una manifestazione a Rio de Janeiro, il cameraman Santiago Andrade è stato colpito da un razzo ed è morto pochi giorni dopo. Continua a leggere su Internazionale

CILE/Mapuche contro i droni

“Il governo ci spia con i droni”. E’ l’accusa de comunità Mapuche. Indios del Sud del Cile, da decenni coinvolti in un duro confronto con il governo di Santiago. I droni , dice un generale dell’esercito, vengono usati dal governo anche nel Nord del paese per combattere il narcotraffico.

MESSICO/ Arrestato “ El Chapo” Guzman n.1 del narcotraffico

Il capo del cartello di Sinaloa era latitante dal 2001 e secondo Forbes era, per patrimonio, uno degli uomini più potenti del pianeta. Il blitz, senza sparare un tiro, ad opera delle forze speciali della Marina militare messicana supportata da agenti Cia durante una festa in un albergo di Mazatlan. (da Repubblica, 22 febbraio 2014)

MESSICO/”Instruction non included”

(Non si accettano restituzioni) di Eugenio Derbez è stato in Messico  il film più visto nella storia e negli Usa il quarto tra i film stranieri. Con questa commedia agrodolce. Derbez, messicano, 52 anni, ha conquistato Hollywood (Oscar Cosulich, L’Espresso-  20 febbraio 2014)

MESSICO/Meno omicidi, più rapimenti

Il presidente Enrique Peña Nieto è riuscito a ridurre il numero degli omicidi nel Paese, dilaniato da guerre tra bande di narcotrafficanti. Ma nel 2013 sono cresciuti i rapimenti. (Rocco Cotroneo, latinos, Sette, 21-02-2014)

NICARAGUA/

Sul settimanale Internazionale c’è un interessante articolo che mostra le tantissime contraddizioni del paese centroamericano  governato da Daniel Ortega, leader sandinista che è tornato al potere attraverso un atteggiamento poco trasparente e molto discusso, tanto da essere criticato da tantissima gente di sinistra.

COLOMBIA/ A Bogotà referendum contro il sindaco di sinistra Gustavo Petro

Destituito per presunte irregolarità nella gestione dei rifiuti, Petro, sindaco di Bogotà, ex guerrigliero, si è rivolto alla Corte interamericana per i diritti umani e a un tribunale amministrativo locale. Inoltre ha fatto appello alla piazza, gridando al «colpo di stato». Intanto è stato fissato per il 2 marzo 2014 il referendum convocato contro di lui da Miguel Gomez, uomo della cerchia di Alvaro Uribe , ex presidente della Colombia, e del suo attuale Centro democratico. Ma Petro è lanciatissimo nella campagna contro la revoca girando i quartieri popolari e nelle ultime settimane il suo gradimento è maggioritario.

VENEZUELA/ Il paese è nel caos.

Gruppi di manifestanti invadono diverse città da Caracas a Valencia e le forze dell’ordine del governo presieduto da Nicolas Maduro che tentano di sedare rivolte e violenza.  Questa è la fotografia odierna del Venezuela. ” Siamo qui per dire alla gente-  grida Javier Sarria– che la protesta continua, che esigiamo la libertà dei nostri compagni arrestati, che termini la repressione e si trovi una soluzione ai problemi che il popolo venezuelano sta sopportando”.  E’ auspicabile  che il governo di Caracas sappia mantenere i nervi saldi, ascoltare e dialogare con la piazza, e non cedere alle provocazioni per scatenare una guerra civile.

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