“AFRICA: la diaspora” a MUSICA DEI POPOLI 2014
Le ibridazioni musicali prodotte dalla diaspora africana saranno il fil rouge della 39a edizione del Festival MUSICA DEI POPOLI 2014 – dal titolo “AFRICA: la diaspora” – che dal 27 settembre all’11 novembre 2014 ospiterà all’Auditorium Flog di Firenze una selezione dei più interessanti artisti africani emergenti o gia’ affermati nel panorama della musica etnica e world.
Il panorama musicale dell’Africa contemporanea è caratterizzato da una commistione di aspetti tradizionali localmente radicati e di elementi tratti dalla moderna cultura internazionale. Tuttavia, piuttosto che scaturire da una mera acquisizione di stili d’importazione, la musica africana contemporanea consiste in una sorta di musica di transizione, costituita da una viva musica tradizionale continuamente ampliata e potenziata dalle tecniche e dalla strumentazione propri del mondo occidentale.
I risultati sonori generati da questo ininterrotto processo di travaso e ibridazione tra culture musicali autoctone e linguaggi della musica pop occidentale costituiscono un panorama vastissimo e vario, irriducibile ad un modello unico. Nessuna musica africana contemporanea, infatti, esiste in una dimensione a sé stante, ma è piuttosto collegata al retroterra culturale degli esecutori e ai diversi contesti politici, economici ed interculturali in cui è stata elaborata e in cui si esprime.
Le ibridazioni musicali prodotte dalla diaspora africana saranno il fil rouge di questa 39a edizione del Festival MUSICA DEI POPOLI 2014 – dal titolo “AFRICA: la diaspora” – che dal 27 settembre all’11 novembre ospiterà all’Auditorium Flog di Firenze una selezione dei più interessanti artisti africani emergenti o gia’ affermati nel panorama della musica etnica e world.
Mulatu Astatke (27/09) è un musicista che ha scritto la storia della musica del suo paese, l’Etiopia, e coniato uno stile che non ha eguali. Astatke ha avuto esperienze straordinarie nella sua lunga avventura musicale, collaborando con personaggi del calibro di John Coltrane, Duke Ellington, Miles Davis. Mulatu è un innovatore: miscelando le musiche della sua Etiopia con il jazz, la musica latina e il funk ha inventato un genere che per comodità è stato definito Ethio-jazz, ma che negli anni si è evoluto assorbendo ulteriori suggestioni.
Il gruppo Bafulabe (3/10) propone un repertorio di musica tradizionale mandinga, epiche e storie tramandate dai griot di padre in figlio, che narrano dell’impero del Mali e dei suoi eroi. Quella proposta dal Bafulabe Group può essere considerata come la musica classica dell’Africa dell’Ovest interpretata dai migliori musicisti africani residenti in Italia, con ospite d’onore il cantante senegalese Badara Seck. Il concerto sara’ aperto dalla piu’ grande suonatrice di kora, SONA JOBARTEH, rinomata musicista appartenente ad una delle più prestigiose famiglie di suonatori di kora dell’Africa occidentale (Guinea).
Nancy Vieira (4/10) è la voce rivelazione della nuova musica capo-verdiana. Si è già esibita con i nomi piú importanti della musica dell’arcipelago di Capo Verde, come Cesaria Evora, Bana, Tito Paris, Ildo Lobo. Nel 2004 pubblica l’album “Segred”, lavoro che fin dal primo momento ha confermato l’interesse del pubblico e della critica. Nancy propone un concerto pieno di sentimento e incredibile ritmo e basato nel grande repertorio della musica di Capo Verde (mornas, coladeras, funanà) accompagnata da una band di eccezionali musicisti.
SEUN Kuti (18/10) è figlio di uno degli artisti più influenti del XX secolo, Fela Kuti, “The Black President”, rivoluzionario, musicista e attivista nigeriano, inventore dell’Afrobeat. Con lui, la storica formazione degli Egypt 80 – “la più infernale macchina ritmica dell’Africa tropicale” -, nome che Fela dette agli Africa 70 nel 1977, rifacendosi all’antica civiltà egizia. Come il padre, Seun lotta con la musica per l’affermazione del proprio popolo. Fela Anikalapo Kuti è ora un’icona dell’Africa combattente che ritiene di potercela fare con le proprie forze e la propria cultura, contro l’ingiustizia, la corruzione, l’arroganza del potere. E’ questa la sensazione trasmessa dalla musica di Seun, da sonorità che tengono conto della storia dell’ultima black music, introducendo le inflessioni del rap e del new soul nel clangore dell’Afrobeat.
Lo spettacolo “TARANTA NERA – IL SALENTO INCONTRA L’AFRICA” (11/10), che vede la partecipazione di OFFICINA ZOE’, BABA SISSOKO e ADY THIOUNE, unisce due continenti, entrambi depositari di tradizioni millenarie fondate sulle forme artistiche umane più semplici e quindi più profonde: le voci e le percussioni. Le voci come comunicazione ed espressione: così come i canti dei griot sono la memoria storica dei popoli della savana cantando le gesta dell’epica mandinga, i canti di lavoro delle donne salentine scandiscono il duro lavoro nei campi. Le percussioni come battito vitale della terra e delle cerimonie: così come i tamburi africani fungono da veicolo di comunicazione e di trance nelle cerimonie rituali, il battito del tamburello salentino scandisce da tempi immemori le cerimonie di guarigione dal morso della taranta e portano fino a noi i ritmi dei riti dionisiaci della Magna Grecia. Un incrocio al Sud quindi, per un incontro originale e coinvolgente in cui la pizzica tarantata incontra i ritmi africani, la frenesia dei tamburelli dialoga con il “tamburo parlante”, il canto griko si fonde con la tradizione orale dei griot del Mali.
DOBET GNAHORE (25/10), cantante, danzatrice e percussionista della Costa d’Avorio, Dobet Gnahoré è la nuova grande voce dell’Africa: la sua voce calda e possente e la grande presenza scenica interpretano in maniera inedita e affascinante le sue composizioni in differenti lingue africane oltre che in francese e in inglese, in una miscela di elementi multiculturali carichi di espressività.
BALOJI (1/11) e’ l’artista rivelazione del festival. Baloji in lingua Swahili significa “stregone”. Nasce nella Repubblica democratica del Congo nel 1978, ma all’ʹetà di 4 arriva in Belgio con il padre. Da adolescente scopre l’hip-hop, una passione che si esplica in particolare attraverso i tag, il rap e la danza. Con “Kinshasa Succursale” lo “stregone” mette in piedi un’operazione che è al contempo magica, esplorativa, identitaria: l’urgenza di riconnettere i fili con le proprie ancestrali radici e attraverso esse ridisegnare il proprio futuro.
Sarà poi la volta del grande trombonista FRED WESLEY (7/11) con la sua jazz-funk band, i New JBs. Trombonista, compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra e autore conosciuto in tutto il mondo come uno degli architetti della musica funk. Il suo lavoro con il padrino del soul James Brown nel 1970 lo ha consacrato consacra come il tombone più funky della storia della musica La sua lunga carriera gli ha permesso di collaborare, oltre che con Brown, Clinton e Parker, con artisti del calibro della Count Basie Orchestra, Ray Charles, Lionel Hampton, Randy Crawford, Vanessa Williams, The SOS Band, Cameo, Van Morrison, Socalled e De La Soul.
Chiuderà il festival Fatoumata Diawara (11/11)- 29enne nata in Costa D’Avorio da genitori Maliani e trapiantata in Francia – senz’altro una tra le voci femminili africane più interessante nel panorama della world music. Il suo percorso artistico riflette il suo percorso di vita, in bilico tra due continenti, l’Africa e l’Europa. Il tratto essenziale dei suoi brani è l’accostamento delle linee armoniche tipiche del wassoulou (regione di confine tra Mali e Guinea) con gli elementi rock e pop della tradizione europea/americana.
Inizio spettacoli: ore 21.30 (27/9, 3/10, 4/10, 18/10, 25/10, 1/11);
ore 22.30 (11/10 e 7/11)
Ingresso: Euro 15 intero – Euro 12 ridotto (27/9, 3/10, 4/10, 18/10, 25/10, 1/11); Euro 10 (11/10 e 7/11)
Prevendite Circuito Box Office – tel 055 210804
Info: Centro FLOG – v. M. Mercati 24/b Firenze – tel. 055 4628714
e-mail: centroflog@musicadeipopoli.com
Auditorium FLOG via M. Mercati 24/B Firenze