Jazzando: MAURO OTTOLINI Sousaphonix “Bix Factor”
Mix di jazz di New Orleans e avanguardia, questa è la cifra stilistica di Mauro Ottolini’s project. Da anni sul punto di esplodere come fenomeno del jazz italiano, il trombonista e compositore Ottolini sembra raccogliere finalmente i riconoscimenti che da tempo gli erano dovuti. (video + gallery photo)
In un recente referendum Top Jazz si è aggiudicato il titolo di “miglior musicista italiano dell’anno”, sorpassando i ‘mostri sacri’ del nostro jazz che da anni si rimpallavano uno con l’altro questo titolo. Oltre che come solista e leader dei Sousaphonix (il cui Bix Factor è sul podio dei dischi premiati al Top Jazz), Ottolini è finito sotto i riflettori del referendum di Musica Jazz anche per le sue collaborazioni con le band più rilevanti di questo periodo (trio e sestetto di Franco D’Andrea, Parco della Musica Jazz Lab di Enrico Rava, dei cui due ultimi progetti è anche direttore musicale). Stilisticamente, Ottolini può sembrare votato alla più ampia versatilità (dal jazz con un piede sempre avanti nel futuro dei suoi gruppi, alla musica colta, ai grandi nomi della musica popolare: negli ultimi tempi ha suonato e arrangiato per Vinicio Capossela, Malika Ayane, i Negramaro). Ma nella vastità della sua produzione musicale (la velocità con cui riesce a ideare, comporre, mettere assieme band e repertori lascia sbalorditi) si ritrovano due ingredienti che sono come delle basi imprescindibili: il jazz ‘tradizionale’ di New Orleans e l’avanguardia, chicagoana o europea che sia. Saltando a piedi pari il bop e tutti i suoi derivati, Ottolini ha saputo ricreare un legame tra l’attualità e l’antichità del jazz, facendone scaturire una musica che suona futuristicamente nuova eppure al contempo amichevolmente ‘vecchia’.
Il gruppo Sousaphonix, pur con già molti anni di attività alle spalle, si è improvvisamente rivelato come un’orchestra delle meraviglie: i suoi ultimi due dischi (The Sky Above Braddock e Bix Factor) sono grandi affreschi sonori, con un sound dirompente che parte dalle polifonie di New Orleans e da lì, per successive rivoluzioni, ingloba rock psichedelico, serenate swing, cantautorato underground.
Formazione: Mauro Ottolini – trombone, sousaphone, voce; Vanessa Tagliabue Yorke – voce; Stephanie Ocean Ghizzoni – voce, riti voodoo; Vincenzo Vasi – voce, theremin, strumenti giocattolo; Paolo Degiuli – cornetta; Guido Bombardieri – clarinetto, sax alto; Dan Kinzelman – sax tenore, clarinetto, clarinetto basso; Paolo Botti – viola, dobro; Enrico Terragnoli – banjo, chitarra, podofono; Franz Bazzani – pianoforte, armonio liturgico a pedali Galvan; Danilo Gallo – contrabbasso; Zeno de Rossi – batteria.