Cuba/Musica da regalare: Mbókò di David Virelles
Diciamolo subito, Mbókò di David Virelles non è musica che ti prende fin dal primo ascolto come solitamente avviene con le musiche e i ritmi cubani. Infatti è necessario riascoltare più volte, e in silenzio, l’album per cogliere i “magici” ingredienti afrocubani presenti in queste dieci tracce (di cui l’ultima dedicata alla cantante-chitarrista della trova Maria Teresa Vera, autrice della famosa Veinte Años) create con una formazione insolita: piano, due contrabbassi, drums e un set di tamburi biankoméko dei rituali abakuá.
Con l’album “Mbóko”̀ il pianista-compositore David Virelles, nato e cresciuto a Cuba, poi stabilitosi a New York, ha attinto ai ritmi dei rituali afro cubani, in particolare della cultura Abakuà, per incrociarli con materiali contemporanei e trasformarli in una musica del XXI secolo ricca di magia e significati. La parola Mbókò può significare « fondamento », « Zucchero di canna » oppure « La voce », non quella umana bensì quella che nella cultura Abakuá si crede sia quella dello spirito o degli spiriti degli antenati. Il suono è venerato in questa cultura e tale idea è stata un elemento forte nella performance delle composizioni di Virelles per Mbókò. Il sottotitolo del disco « musica sacra per pianoforte, due bassi, batteria e (un set di tamburi) biankoméko abakuá » indica l’intento rituale delle dieci tracce con il pianoforte che funge da voce principale. Virelles si muove tra un impulso musicale che è allo stesso tempo antico e moderno, comune e personale, meditativo e propulsivo. Mbókò lancia un incantesimo. Un disco in bilico tra jazz, musica dodecafonica con accenti world. Per addetti ai lavori e cultori dalle ampie vedute musicali.