Uruguay: “Terre della memoria” di Felisberto Hernandez
Dopo Nessuno accendeva le lampade e Le Ortensie è in arrivo in questi giorni nelle librerie Terre della memoria dello scrittore uruguaiano Felisberto Hernandez (edizioni La Nuova Frontiera).
Con questa terza uscita l’editore festeggia un obiettivo importante: aver pubblicato in italiano i racconti più importanti dell’autore uruguayano.
Scrittore difficile da classificare Hernández, tant’è che Italo Calvino lo definì “un irregolare” nell’introduzione scritta per l’edizione Einaudi di “Nessuno accendeva le lampade”, ma centrale nel panorama letterario della prima metà del novecento latinoamericano, modello per gran parte degli autori del boom – Onetti, Cortázar e García Márquez, solo per citarne alcuni – ma che non ebbe fortuna nel nostro paese. Dopo una fugace apparizione nelle librerie a metà degli anni settanta fu presto dimenticato e le sue opere finirono fuori catalogo.
A quarant’anni da quella prima pubblicazione ora i suoi racconti sono nuovamente disponibili e sembrano finalmente incontrare il favore dei lettori.
Nei tre racconti lunghi che compongono questa raccolta – Ai tempi di Clemente Colling (1942), Il cavallo perduto (1943) e il postumo Terre della memoria (1964) – l’autore uruguayano percorre gli impervi sentieri del ricordo e della memoria e indaga la materia oscura che porta alla loro formazione ed evocazione perché, come dice lui stesso, “non credo […] di dover scrivere soltanto di ciò che so, ma anche del resto.”