Cile: Il bottone di madreperla
El Botón de Nácar (Il bottone di madreperla) del regista cileno Patricio Guzmán è uno dei film latinoamericani in proiezione in questi giorni nell’importante rassegna Biografilm Festival – 11a edizione, 5-15 giugno a Bologna. Questo bellissimo documentario, Orso d’Argento per la Miglior Sceneggiatura a Berlino 2015, è un omaggio alla memoria che va sempre incentivata e racconta lo sterminio dei popoli indigeni della Patagonia e degli oppositori del regime di Pinochet. Di seguito il trailer.
Per il programma del festival:
Patricio Guzmán gana Oso de Plata en el Festival de Berlín con el documental “El botón de nácar”
IL FILM
Un bottone di madreperla incrostato nella ruggine di una rotaia in fondo al mare: è una traccia dei desaparecidos di Villa Grimaldi a Santiago, il grande centro di detenzione e tortura cileno sotto la dittatura di Pinochet. Un fiume che scorre e il tintinnio delle cascate: è la canzone dell’acqua a base della cultura dei Selknams, popolazione nativa sudamericana trucidata dai colonizzatori. Due massacri e la memoria dell’acqua: sono le chiavi narrative per raccontare la storia di un Paese e delle sue ferite ancora aperte, per percorrere il Cile e la sua bellezza, il Cile e la sua violenza.
«Il Cile è un Paese che sta vivendo una realtà molto strana», ha dichiarato Guzmán all’incontro con la stampa del 5 giugno scorso, «c’è un desiderio di progresso economico, e un desiderio di dimenticare la storia, e ciò porterà a un altro disastro; non si può vivere in questo modo, non si può vivere dimenticando. […] Il territorio del Cile è un territorio meraviglioso, immenso ma disabitato, vuoto. Una terra piena d’acqua, bellissima. È molto bello stare lì, perché si percepisce la solitudine e tutto il pianeta.»
Di Patricio Guzmàn, questa edizione del Festival aveva già proposto Nostalgia de la luz, venerdì 5 giugno, data in cui il regista ha anche tenuto una masterclass per i ragazzi della Biografilm School