Alfa Music & il grande jazz
L’etichetta romana Alfa Music pubblica cinque cd, che sono uno più bello dell’altro. Il primo titolo che abbiamo ascoltato è Writing 4 Trane dei Living Coltrane; poi D Birth di Daniela Spalletta (feat. Urban Fabula, special guest Max Ionata); Invocations di Israel Varela Trio; Nelle mie corde di Jasmine Tommaso (special guest Fabrizio Bosso); e These Human Beings di Pericopes+1.
Intanto vi presentiamo alcune note del primo album realizzato dal gruppo Living Coltrane, formazione composta da quattro eccellenti strumentisti come Stefano Cocco Cantini, Francesco Maccianti, Ares Tavolazzi e Piero Borri.
Questo “Writing 4 Trane” è il terzo album di Living Coltrane, un gruppo nato per testimoniare la passione dei suoi membri per il mondo musicale del jazzista e sassofonista John Coltrane. E se i primi due Cd erano interamente dedicati a brani del repertorio del grande maestro afroamericano, senza alcuna volontà di realizzare un progetto iper concettuale né, tantomeno, un tributo, ma con il semplice desiderio di suonare quella musica con tutta la freschezza, l’entusiasmo e la bravura possibili, quest’ultima produzione segna una svolta significativa. Il quartetto propone infatti soltanto composizioni originali di Cantini e Maccianti, scritte certamente pensando a Coltrane e a un momento particolare della sua complessa vicenda artistica, ma senza perdere di vista le peculiarità del modo di comporre dei due autori. Qui si scrive “per” Coltrane, non “come” Coltrane, anche se la fonte di ispirazione dei brani è certo legata al suo universo espressivo e alla sua lezione sul modo di “comporre per la performance”.
Daniela Spalletta featuring Urban Fabula, “D Birth” (special guest Max Ionata) è il secondo cd di questa selezione.
Che Daniela Spalletta, trentunenne cantante del piccolo centro siciliano di Mazzarino, sia di una bravura sorprendente emerge sin dall’ascolto del primo brano, da lei composto ed esemplificativo del suo pensiero musicale; ma questa è soltanto una premessa e sarebbe riduttivo fermarsi a una considerazione del tutto ovvia perché, in realtà, quello che si ascolta in questo Cd intitolato “D Birth” è, prima di tutto, un esempio di come un uso assolutamente contemporaneo della voce riesca a mantenersi pienamente jazzistico pur sfuggendo a qualsiasi caduta in quegli stilemi storicizzati, e ampiamente abusati, tipici del modo di cantare di tante interpreti della ricca scena vocale dei nostri giorni.
Questa cantante, compositrice, arrangiatrice rientra infatti nel novero di quelle vocalist che hanno trovato linee originali utilizzando molteplici materiali e riferendosi a un vasto universo sonoro, che spazia dal mondo euro colto a quello pop, dal minimalismo alle musiche di altri continenti.