Cuba: Yilian Cañizares a Firenze
Un’affascinante giovane donna in un abito di chiffon che è in grado di regolare il suo archetto mentre canta inni africani. Si potrebbe pensare che il suo disco Ochumare sia caratterizzato da questa bellezza virtuosa. Lei è Yilian Cañizares, violinista e cantante che si esibirà a Musica dei Popoli, sabato 10 ottobre, ore 21.30, Auditorium Flog.
In un attimo questa diva cubana de L’Avana ma trasferita in Svizzera, mostra i denti appuntiti. Con un balzo, passa attraverso i ricordi di Chopin, di Chucho Valdés, il jazz di New York, l’audacia assoluta delle memorie della Santerìa. Nulla è tranquillo in questa musica: tutto è urgente. Yilian Cañizares è nata non molto tempo fa a L’Avana e molto presto, sulla pelle dei tamburi, ha appreso i ritmi intricati, gli spazi onirici, di un’Africa riscritta all’interno della gloriosa isolanità del suo paese.
Yilian è il risultato di diverse storie. Può suonare sonate di Bach per violino con precisione matematica. Può produrre facilmente lo swing di New Orleans. Può anche risvegliare le divinità Yoruba, compresa la dea Oshum, l’anima delle acque dolci, che meglio corrisponde alla sua natura fluida. Yilian, bambina prodigio, studia in casa, in una capitale che è crocevia di culture. Poi parte per Caracas: l’orchestra, le sinfonie, uno scrupoloso apprendimento di uno strumento che ama ribellarsi. Costruisce il suo destino da sola, lontano dalla sua famiglia, approdando alla fine in Svizzera per perfezionare i suoi arpeggi. Stranamente, è qui, nel cuore dell’Europa protestante che fonda un quartetto con il nome di una divinità Yoruba: Ochumare. Da allora, il gruppo cerca di riattivare una potenza meticcia propria del Latin Jazz, mescolando tutto ciò che direttamente o indirettamente passa per le loro mani.
Yilian Cañizares: violino e voce
Daniel Stawinski: pianoforte
David Brito: contrabbasso
Cyril Regamey: batteria e percussioni
Inor Sotolongo: percussioni
Deve esere un buon spettacolo.