Idee da regalare: FILOSOFIA IN GIARDINO
Come sempre in prossimità delle Festività di fine Anno ci permettiamo di suggerirvi alcune idee da regalare, indipendentemente che questi prodotti abbiano o meno qualche affinità con il mondo latinoamericano, che è il principale punto su cui indirizzare i nostri riflettori. Ecco allora un libro ‘periferico’, ma piacevole e colto, edito da Iacobelli: FILOSOFIA IN GIARDINO di Damon Young.
Il pop-filosofo australiano Damon Young ci racconta, con piglio brillante e argomentazioni ineccepibili, quanta influenza abbiano avuto sul pensiero di 11 grandi autori il verde dei giardini, le passeggiate nel bosco, gli scenari pietrosi o persino le piante in vaso, magari anche piccole come i tre bonsai che l’asmatico Marcel Proust teneva nella sua stanza parigina.
Così, se per Jane Austen il giardino era una necessità per poter sfuggire all’affollamento della casa e lavorare di testa agli immortali personaggi dei suoi 6 romanzi perfetti, per Colette fiori e ogni altro tipo di vegetali si legavano strettamente alla sensualità e al piacere, a Parigi come nella sua infanzia in Borgogna. Per Leonard Woolf curare i meli, i susini e l’orto di Monk’s House, la residenza di campagna in cui si era trasferito con la tormentata Virginia, fu un esercizio fisico salutare che continuò anche nei lunghi anni del lutto per la perdita della moglie fino a tardissima età. Una ostinazione frutto della passione per il giardinaggio, come quella di George Orwell che sulla desolata isola delle Ebridi scozzesi dove si era rifugiato si dedicò a dissodare un terreno avaro come ad un esercizio ascetico, quasi di auto-flagellazione. Emily Dickinson accompagnava spesso le sue poesie con dei mazzetti di fiori odorosi e il suo erbario è un esempio di amore incondizionato per tutte le piante, anche le più modeste – lo stesso che aveva per le parole. Friedrich Nietzsche ebbe un vero e proprio “albero del pensiero”, un limone, quando si trovava a Sorrento: le idee gli venivano andando a zonzo per ore nel verde intenso che lo proteggeva dal caldo sole italiano. E se Jean-Jacques Rousseau se ne stava disteso a pancia all’aria nei boschi dell’isoletta di Saint-Pierre, sul lago svizzero di Bienne, negli anni dell’esilio seguiti alla pubblicazione del suo Émile, Voltaire invece scriveva su una panchina sotto un vecchio tiglio e fece della sua tenuta di Ferney, case e giardini, un modello di “buon governo”, un esempio di etica pubblica e privata. Nikos Kazantzakis, il celebre autore di Zorba il greco, in Giappone rimase folgorato da un karesansui, cioè un giardino di roccia ma niente invece che fosse all’aria aperta poteva affascinare Jean-Paul Sartre, che odiava le piante, gli alberi e le passeggiate – anche se la nausea che gli dava un castagno osservato a Le Havre avrebbe ispirato il suo primo libro di successo.
Undici personaggi molto noti rivivono così in altrettanti ritratti presi da un’insolita angolatura e il libro FILOSOFIA IN GIARDINO di Damon Young (Iacobelli editore, 192 pagg. – € 16,00) si rivela ricco di aneddoti poco conosciuti che si incastrano nelle singole biografie, ognuna a sua modo eccezionale.
Con penna leggera da narratore, Damon Young ci regala un volume “piacevole e colto” – come lo ha definito la Los Angeles Review of Books – che sarà di appassionante lettura anche, anzi soprattutto, per i non specialisti.
bellissima idea, andrò a sfogliarla e poi la comprerò certamente. grazie
Dalla recensione sembra essere interessante. Chissà che il giardino non mi aiuti a trovare nuove idee.