Jeremy Pelt e Joey Calderazzo al Dadà
Il Comune di Castelfranco Emilia (Mo) e gli Amici del Jazz di Modena organizzano DADAJAZZ, due giorni di musica al Teatro Dadà con artisti di fama internazionale: il 10 novembre in pedana JEREMY PELT QUINTET con JiveCulture; venerdì 11 novembre il trio del pianista JOEY CALDERAZZO. L’iniziativa – con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio, Regione Emilia Romagna del Gruppo Hera – è in collaborazione con il Bologna Jazz Festival e la Fondazione Siena Jazz.
Giovedì 10 novembre, ore 21 la serata vedrà l’apertura con il Fourword Quartet, direttamente da Siena Jazz e composto da Danilo Tarso (piano), Vittorio Cuculo (alto), Marco Benedetti (contrabbasso) e Gabrielle Russello (batteria).
Alle 21.45 salirà sul palco JEREMY PELT QUINTET con JiveCulture.
Jeremy Pelt è considerato tra i migliori trombettisti della scena jazz contemporanea, acclamatissimo dal grande pubblico statunitense e in più occasioni votato “Rising Star” della tromba dalla prestigiosa testata DownBeat. Nella sua carriera si è esibito accanto a mostri sacri del calibro di Jimmy Heath, Cedar Walton e Wayne Shorter, lavorando nelle più prestigiose big band americane e sfornando come band leader praticamente ogni anno lavori discografici di qualità, sino al più recente #JiveCulture, che lo vede in compagnia di Ron Carter, Danny Grissett e Billy Drummond.
Pelt nasce in California nel 1976 e si dedica alla tromba già nei primissimi anni di scuola. Trombettista in crescita continua, forte di un bel timbro e di un linguaggio articolato ed incisivo, dopo la laurea conseguita presso la Berklee College Of Music di Boston, Jeremy Pelt si trasferisce a New York nel 1998, dove riceve il suo primo ingaggio professionale suonando nella Mingus Big Band. . Il leggendario produttore e scrittore Nat Hentoff gli ha dedicato un ampio articolo sul Wall Street Journal. Attualmente Pelt ha concentrato la sua attività sulla stesura di nuove partiture per le sue tre band: Creation, un sestetto composto da tromba, sax alto-clarinetto, vibrafono, chitarra, basso e batteria; Noise, una band semi-elettrica composta da tromba, chitarra, Rhodes, basso e batteria; e per il Jeremy Pelt Quintet appunto. Pelt è inoltre un eccellente trombettista da orchestra, come dimostrano le sue partecipazioni alla Roy Hargrove Big Band, la Village Vanguard Orchestra, la Duke Ellington Big Band. Con Men Of Honor, il suo più recente progetto da leader per la High Note, Pelt prosegue lungo una traiettoria che tende ad allargare e ridefinire i confini del mainstream. Il bop è qui portato al suo punto di rottura, con strutture diramate e temi indefinibili. Vengono così messi in piena luce i lati oscuri del jazz moderno, anche grazie all’incredibile perizia con la quale i membri del quintetto di Pelt affrontano le situazioni imprevedibili imbastite dal leader. Si raggiungono così vertici di virtuosismo geometrico, cinetico ed emotivo.
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Venerdì 11 Novembre, ore 21, Teatro Dadà, Giulio Stermieri piano solo “Stopping songs”.
Giulio Stermieri presenta al pianoforte brani originali e composizioni dei grandi autori del jazz; materiali eterogenei caratterizzati da una matrice comune: la canzone.
Seguirà alle 21.45 la performance del trio statunitense di JOEY CALDERAZZO (pianoforte), Eric Revis (basso), Donald Edwards (drums).
Joey Calderazzo, nato a New Rochelle, New York nel 1965, è uno dei migliori pianisti della scena jazz mondiale. Ha iniziato a suonare all’età di sette anni, entrando presto a far parte di un gruppo giovanile di cover dei Beatles e dei Led Zeppelin guidato dal fratello maggiore, il contrabbassista Gene. Quando i componenti della band si trasferiscono a Boston per studiare presso il Berklee College of Music, Joey sposta a sua volta i propri interessi musicali verso il jazz, appassionandosi alla musica di Oscar Peterson, Chick Corea, Herbie Hancock e McCoy Tyner, e all’età di diciassette anni inizia a farsi notare sulla scena jazz di New York prendendo parte a numerose jam sessions. Durante un seminario cui partecipa conosce Michael Brecker, che presto, nel 1987, lo chiama nel proprio quintetto. L’anno successivo Calderazzo prende parte alla registrazione del secondo album solista del grande sassofonista, “Don’t Try This at Home”, suonando in due tracce. Michael Brecker produce inoltre il disco d’esordio da leader di Joey, “In the Door”, Blue Note, 1990, suonandovi accanto a due sassofonisti conosciuti da Joey a Boston, Jerry Bergonzi e Branford Marsalis. Joey suona inoltre in “Standard Gonz” di Jerry Bergonzi, Blue Note, 1991. Incide altri due dischi per la Blue Note, “To Know One”, 1991, nuovamente con Bergonzi e Marsalis e una sezione ritmica formata da Dave Holland e Jack DeJohnette, e “The Traveler”, 1992, in trio con due differenti sezioni ritmiche, e ancora l’album “Secrets”, Audioquest, 1995, in cui al trio si affianca un ensemble di sette elementi arrangiato da Bob Belden. La collaborazione con Michael Brecker continuerà con la partecipazione di Joey come pianista e compositore a “Tales from the Hudson”, e come pianista, compositore e produttore a “Two Blocks from the Edge”, nonché con la partecipazione, fino agli anni Duemila, a una sempre molto intensa attività di tours in tutto il mondo dell’infaticabile Brecker. Continua inoltre a collaborare con Jerry Bergonzi, prendendo parte con lui alle incisioni di Bruce Gertz, e soprattutto con Branford Marsalis prendendo parte al progetto Buckshot LeFonque, compiendo tours con quella band e partecipando alla realizzazione del suo secondo lavoro discografico, “Music Evolution”. Nel 1988, dopo la morte di Kenny Kirkland, Calderazzo entra a far parte del quartetto di Branford Marsalis, una collaborazione che dura fino al presente e che ha costituito per lui grande spunto di crescita e maturazione. Tra i suoi più recenti lavori discografici spiccano “Joey Calderazzo”, Columbia, 1999, con John Patitucci e Jeff “Tain” Watts, oltre a numerose incisioni con il quartetto di Marsalis: “Contemporary Jazz”, “Footsteps of Our Fathers”, “Romare Bearden Revealed”, “Eternal”, “Braggtown”, contenente la sua composizione “Hope”, e il DVD “A Love Supreme, Live in Amsterdam”. Calderazzo dal 2002 è stato inoltre uno dei primi artisti dell’etichetta Marsalis Music, una collaborazione che ha prodotto “Haiku”, 2002, il suo primo disco di piano solo, e “Amanecer” in cui, oltre che in piano solo, suona in duo e trio con Claudia Acuña e Romero Lubambo.
È possibile acquistare i biglietti in prevendita (intero 15€, ridotto soci Amici del Jazz 12€, studenti di Musica minori di 18 anni ingresso gratuito) presso la biglietteria del Teatro Dadà, il mercoledì dalle 15.30 alle 19 e il venerdì dalle 10.30 alle 14, contattando l’organizzazione all’indirizzo mail ratpackmusic@gmail.com , oppure online tramite vivaticket.it.