Jeremy Pelt Quintet (Gallery, DadaJazz)
Jeremy Pelt è certamente una delle più interessanti trombe del panorama jazz internazionale e i riconoscimenti della critica sono meritati. Al Dadajazz di Castelfranco Emilia ha presentato l’ultimo l’album “JiveCulture” sostenuto da quattro giovanissimi artisti, ma già con solidissime basi, tra cui anche una percussionista (Jacqueline Acevedo, di origini colombiane) che ha mostrato una notevole tecnica per far cantare le congas, imbastendo raffinati e “melodici” pattern. E ogni tanto emergeva il dominio velocissimo della ‘mano segreta’, come dire che ha studiato i capiscuola come Changuito, Hidalgo o discepoli.
Affiatatissima la sezione ritmica la cui cerniera era tenuta dal contrabassista Vicente Archer, affiancato dagli ottimi Jonathan Barber (batteria), Acevedo di cui già accennato alle percussioni, a cui dava manforte Victor Gould al piano. Tra l’altro tutti ottimi solisti a cui il leader ha lasciato spazio durante la performance. Le energiche improvvisazioni di Pelt richiamano alla mente alcuni grandi trombettisti da Booker Little a Freddie Hubbard a Lee Morgan, e anche il primo Miles Davis.