CUBA, Amo esta Isla…soy del Caribe

L’audiovisivo “Cuba, Amo Esta Isla” (online in youtube) è un omaggio al popolo e alla cultura cubana e non è una adesione al sistema politico del Paese. Un potpourri di immagini e suoni dell’Isla Grande di Gianfry Grilli

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Crossroads/Imola: Documentare il Jazz

18. aprile 2017 – 20:28No Comment
Crossroads/Imola: Documentare il Jazz

Mercoledì 19 aprile alle ore 21, il Centro Giovanile Ca’ Vaina di Imola (BO) ospiterà una serata a ingresso libero in cui si celebrerà il rapporto tra jazz e arti visive, oltre che la memoria di un’importante fetta della storia del jazz italiano, con “Documentare” il Jazz (a cura di Franco Minganti e Giorgio Rimondi) e il film documentario “Al Capolinea – Quando a Milano c’era il jazz” di Marianna Cattaneo

Verrà così preparata la strada ai due attesi concerti che si terranno a Imola il 21 (con Paolo Fresu) e il 27 aprile (con Fabrizio Bosso ed Enrico Rava) entrambi al Teatro Ebe Stignani all’interno della vasta programmazione del festival regionale Crossroads, organizzato da Jazz Network e dall’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna.

Con l’ausilio di sequenze di alcuni film e documentari che hanno fatto la storia del jazz tra cinema e televisione, come il corto Jammin’ the Blues (1944), il programma televisivo della CBS The Sound of Jazz (1957) o ancora Jazz on a Summer’s Day (1959) e A Great Day in Harlem (1994), Franco Minganti e Giorgio Rimondi passano in rassegna le diverse modalità con cui musica e immagine si sono fuse sullo schermo e nella mente. Il jazz viene così esplorato non solo come musica ma anche come circolazione di memoria e immaginario. Come per tutte le arti, il jazz ha una sua storia particolare di “messa in immagine”, con le sue icone, i suoi generi, le sue convenzioni.

Il film documentario Al Capolinea – Quando a Milano c’era il jazz di Marianna Cattaneo punta l’obiettivo su quello che è stato definito da critici e musicisti il “tempio del jazz italiano”. La storia del locale, con i concerti e la scuola di musica, il palco e il backstage, il pubblico e i musicisti, prende forma attraverso i racconti di chi l’ha vissuto e gli ha dato un’identità: gli artisti e la figlia del proprietario ormai scomparso, Giorgio Vanni. E la rievocazione emoziona per l’intensità con cui i protagonisti si aprono ai ricordi.

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