Crossroads/Parma: AVISHAI COHEN 4et
Saranno nel segno delle più prestigiose trombe jazz statunitensi i due concerti in programma alla Casa della Musica di Parma di Crossroads. Il primo appuntamento, mercoledì 5 aprile, ore 21, vedrà salire sul palco uno dei più eloquenti rappresentanti della nuova generazione, Avishai Cohen, recentemente consacrato dall’esordio discografico sull’etichetta ECM, in quartetto con Jonathan Avishai (pianoforte), Yoni Zelnik (contrabbasso) e Ziv Ravitz (batteria). Il 26 aprile invece sarà il turno di una “vecchia tigre” come Tom Harrell.
Oltre alla componente strettamente musicale, le due serate alla Casa della Musica saranno arricchite da una serie di degustazioni a cura di Chef to Chef (a partire dalle ore 18, usufruibili anche indipendentemente dal concerto), con un buffet affidato allo chef Fabrizio Mantovani (costo 10 euro) e una selezione di vini curata dal vigneron Gianmaria Cunial (2,50 euro a calice).
Badate bene, Avishai Cohen il trombettista e non il di lui omonimo contrabbassista. Fugata ogni possibile fonte di confusione, il nostro Cohen, nato e cresciuto in Israele, quando arriva negli Stati Uniti per studiare al Berklee College of Music di Boston è un musicista giovanissimo ma dalla già lunga esperienza in ambito folk, pop e soprattutto classico: ha iniziato a esibirsi in pubblico all’età di 10 anni, andando anche in tournée con la Young Israeli Philharmonic Orchestra sotto la direzione di Zubin Mehta, Kurt Masur e Kent Nagano.
Dopo Boston, rimane negli States, completando la sua maturazione jazzistica sulla scena newyorkese, muovendosi agilmente fra le attrattive di vari stili, dal jazz avanguardistico a quello ancora profumato di bop. La sua prima collaborazione di rilievo fu con Bobby Hutcherson, ma è piuttosto nelle partnership con altri giovani della sua generazione che si forma la personalità musicale di Cohen. Pensiamo ai sodalizi con Aaron Goldberg, Jason Lindner, Omer Avital e ai 3 Cohens (con la sorella Anat Cohen e il fratello Yuval Cohen). Pur avendo ormai una sua ben definita carriera solistica (si è aggiudicato per quattro volte il primo posto nel referendum dei critici di DownBeat come “Rising Star”), Cohen non ha abbandonato la sua attività di sideman: in anni recenti lo si è ascoltato al ‘servizio’ di Kenny Werner e Mark Turner, mentre di lunga durata sono le sue partecipazioni a gruppi come la Mingus Big Band, la Mingus Dynasty, il SF Jazz Collective.
Il quartetto di Cohen è già stato immortalato su disco dalla ECM: Into the Silence (2016).
Foto: Gian Franco Grilli, scattata al Torrione Jazz Club Ferrara
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