JAZZ, BJF 2024: 21 ottobre-17 novembre, tra Bologna, Ferrara e Forlì

Pat Metheny sarà la principale star del Bologna Jazz Festival 2024, che annovera in questa edizione nei grandi teatri cittadini altri protagonisti di massimo rilievo come Mulatu Astatke, Cécile McLorin Salvant e McCoy Legends. Ma nei jazz club ci sarà una programmazione che, a nostro avviso, restituirà un’immagine più significativa, variegata e completa dei del jazz multicolore oggi.

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Chick Corea & Steve Gadd Band, Foggia e Bologna

5. novembre 2017 – 23:07No Comment
Chick Corea & Steve Gadd Band, Foggia e Bologna

Dopo la tappa a Foggia del 6 novembre per l’inaugurazione della terza edizione del Giordano in Jazz Winter Edition 2017 sarà il Teatro Auditorium Manzoni a ospitare, martedì 7 novembre alle ore 21:15, il concerto più atteso del Bologna Jazz Festival 2017: la Chick Corea & Steve Gadd Band, un sestetto in cui convivono sonorità acustiche ed elettriche, influssi jazz, accenti latini, strizzate d’occhio alla fusion d’annata.

Due miti del jazz e della fusion, legati da storiche collaborazioni, si presentano al pubblico in co-leadership per la prima volta. Chick Corea, pianista e tastierista che ha impresso indelebilmente il proprio nome sulla stagione del jazz rock anni Settanta continuando poi a dominare la scena internazionale anche col suo ritorno alla musica acustica, e Steve Gadd, batterista in possesso di una tecnica strumentale inarrivabile, saliranno sul palco con partner di inestimabile valore: Steve Wilson (sax alto e flauto), Lionel Loueke (chitarra), Carlitos Del Puerto (basso elettrico) e Luisito Quintero (percussioni).  

La band co-diretta da Chick Corea e Steve Gadd è una nuova avventura che nasce sulle basi di un glorioso passato: quello di dischi come The Leprechaun, My Spanish Heart, Three Quartets e Friends, che tra la seconda metà degli anni Settanta e i primi Ottanta riportarono Corea sulla strada del jazz dopo i bagliori della fusion. E in essi Steve Gadd, che già era stato il primo batterista dei Return to Forever (coi quali Corea aveva conquistato le platee del jazz-rock), fu di nuovo al fianco del celebre pianista. Ora per la prima volta Corea e Gadd uniscono le forze in co-leadership: la musica è tutta nuova (e in autunno troverà anche la via del disco), ma riprende il discorso da dove era stato lasciato in sospeso, con l’aiuto delle giovani forze del chitarrista beninese Lionel Loueke, del sassofonista Steve Wilson (già di casa con Corea, avendo militato nei suoi Origin), di Carlitos Del Puerto al basso e del venezuelano Luisito Quintero alle percussioni.

 

Gli esordi di Chick Corea (nato nel Massachusetts nel 1941) verso la metà degli anni Sessanta non sono affatto trascurabili: suona con Blue Mitchell e, nel giro della musica latina, con Willie Bobo e Mongo Santamaría. Ma tutto ciò scompare nel raggio accecante di quel che avvenne poi: alla fine degli anni Sessanta Corea entra nel gruppo di Miles Davis, ed è lui il tastierista che sta dietro la svolta elettrica che cambiò il corso del jazz (In a Silent Way, Bitches Brew). Contemporaneamente Corea dà una sterzata alla sua carriera da leader e dalle arditezze progressiste del gruppo Circle si sintonizza sulla nuova onda del jazz elettrico con una band entrata nel mito: i Return to Forever.

Con il riflusso del jazz-rock, genere del quale Corea va annoverato tra i ‘padri fondatori’, si apre un nuovo periodo per il pianista, capace di reinventarsi continuamente e di dar vita a nuove band accolte sempre con l’attenzione dovuta ai grandi eventi. Indimenticabili sono le sue collaborazioni con Gary Burton, Herbie Hancock, Michael Brecker, Miroslav Vitous e Roy Haynes. Poi i decenni a noi più vicini, con le sue memorabili Akoustic Band ed Elektric Band e nuovi sensazionali accostamenti musicali: con Bobby McFerrin, Pat Metheny, Béla Fleck, John McLaughlin e Kenny Garrett, Hiromi, Stefano Bollani…

 

Steve Gadd (nato nel 1945 nello stato di New York) è uno dei migliori batteristi di ogni tempo, senza distinzioni di generi musicali. Si è fatto ben valere anche come leader ma il suo contributo fondamentale alla musica è stato come session drummer di riferimento assoluto. Per capirne il valore e i meriti, basta un elenco degli artisti che gli hanno affidato la propulsione ritmica della loro musica: Dizzy Gillespie (all’età di 11 anni), Michel Petrucciani, Chet Baker, Paul Desmond, Al Di Meola, Charles Mingus e ancora, su altri fronti stilistici, Frank Sinatra, Paul McCartney, Paul Simon, Simon & Garfunkel, gli Steely Dan, Al Jarreau, Joe Cocker, Eric Clapton, i Manhattan Transfer, B.B. King, Jon Bon Jovi, i Bee Gees, Kate Bush, James Brown, Eumir Deodato, Pino Daniele… E questa non è che una estrema sintesi.

 

Teatro Auditorium Manzoni: via De’ Monari 1/2, Bologna

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