America Latina … in rassegna (26 marzo 2018)
Le notizie latinoamericane selezionate sono apparse sulla stampa italiana negli ultimi dieci giorni e parlano di Brasile, Messico, Colombia, Venezuela, Cuba, Bolivia, Cile e America Latina.
Brasile/Dopo narcos vi racconto o Mecanismo Brasiliano. Nuova serie Netflix per José Padilha. Sul grande sistema di corruzione ( che esite nei governi di destra e sinistra) che ha coinvolto anche Lula e Dilma Rousseff. “Cerco di educare la persone su questa vicenda”, dice il regista brasiliano premiato con l’Orso d’Oro a Berlino per Tropa de Elite. (Il Venerdì, 23/03/2018, Marco Consoli)
Messico/ La rivoluzione della matematica Maya. Nei villaggi delle zone indigene del Messico un gruppo di maestri ha riscoperto un metodo antichissimo per insegnare ai bambini a contare e a pensare meglio. (Internazionale, 16/03/2018)
America latina/ Le donne senza potere in America latina. Quattro donne che hanno guidato i loro paesi negli ultimi quindici anni sono state messe in discussione dai commentatori politici e dall’opinione pubblica: sono Cristina Fernandez (Argentina), Dilma Rousseff (Brasile), Laura Chinchilla (Costa Rica) e Michelle Bachelet (Cile). Dall’11 marzo quando la Bachelet ha lasciato l’incarico il potere è solo in mano agli uomini e c’è ancora moltissimo da fare per sconfiggere la cultura maschilista nel Continente. (Internazionale, 16 marzo 2018)
Colombia/ Una giornata pacifica. I colombiani sono andati alle urne l’11 marzo per rinnovare il parlamento e per scegliere i candidati dei vari partiti alle elezioni presidenziali del 27 maggio. Tra i candidati anche l’ex sindaco di Bogota Gustavo Petro.
Colombia/ A Bogotà non piace il Bergoglio pacifista ( e alle urne dell’11 marzo si è visto). Nel Paese sono 300 le famiglie che controllano tutta l’economia, che cresce del 4,9 per cento a trimestre. Terzo esportatore mondiale di caffè,, quinto di carbone, quarto produttore latinoamericano di petrolio…. La Colombia riceve oltre dieci miliardi all’anno di investimenti stranieri (Il Venerdì, 23 marzo, Filippo Di Giacomo)
Venezuela/ il 13 marzo Rodriguez Torres, ex-capo dell’intelligence durante i governi di Chavez e ministro fino al 2014, è stato arrestato a Caracas dagli agenti del servizio intelligence bolivariano con l’accusa di “essere coinvolto in attività che minacciano la pace e la tranquillità pubblica….”…. sarebbe un traditore della patria e cospiratore contro il governo di Maduro.
Bolivia/ il 10 marzo il governo di Morales ha srotolagto una bandiera gigante, lunga 200 chilometri, per chiedere accesso al mare, perso dopo la sconfitta con il Cile nella guerra del Pacifico (1879-1884)
Messico/ Il narcotrafficante Erik Uriel, accusato di essere coinvolto nella scomparsa dei 43 studenti a Iguala nel 2014, è stato arrestato il 12 marzo.
Cile/ I meriti di Bachelet. Michelle Bachelet riconsegna un Cile migliore di quello che ha ricevuto nel 2014. / Il governo del Cile torna a Sebastian Pinera. Alla Moneda per la seconda volta per “creare un Cile senza povertà e con più opportunità e trasformare quella che fu la colonia più povera della Spagna nel primo paese sviluppato”. (Internazionale, 16 marzo)
Cuba/ Nei secoli Fidel. Reportage. Il fratello Raul, 87 anni, sta per ritirarsi. AL suo posto, un uomo di apparato. Ma nelle strade si parla poco o niente del governo. La crisi economica morde. Trump non aiuta. E il turismo americano non decolla. Ma non ci sono bidonville. I santini del Che si trovano in ogni negozio e bottega di barbiere. (l’Espresso, 11 marzo, Wlodek Goldkorn)