Puerto Rico: SONGS FOR NAT di Charlie Sepúlveda
Diciamolo subito: «Songs for Nat» di Charlie Sepúlveda and The Turnaround (High Note, distr. IRD) non è un tributo al compianto cornettista-trombettista afroamericano Nat Adderly, ma un omaggio a Natalia, la nuova moglie portata all’altare lo scorso 8 settembre dal trombettista (di origini portoricane ma nato a New York 56 anni fa), che è anche l’autore delle nove composizioni scritte nei giorni successivi al devastante uragano Maria del 2017 e registrate in una sola giornata a Miami.
Diciamolo subito: «Songs for Nat» di Charlie Sepúlveda and The Turnaround (High Note, distr. IRD) non è un tributo al compianto cornettista-trombettista Nat Adderly, ma un omaggio a Natalia, la nuova moglie portata all’altare lo scorso 8 settembre dal trombettista (di origini portoricane ma nato a New York 56 anni fa), che è anche l’autore delle nove composizioni scritte nei giorni del devastante uragano Maria che nel 2017 colpì Puerto Rico. “Ho deciso quel titolo con il doppio senso – risponde Sepúlveda – e sapevo che sarebbe nato l’equivoco o il dubbio, ma ho voluto giocare un po’ tenendo conto che sono stato anche un fan di Nat Adderly”.
Tutto il disco è dedicato alla moglie, da Exit 4 a My Dear One a Nat’s Blues, da 402b Blues (il numero dell’appartamento di Natalia) a Amelia (la figlia di Natalia), da Natalia a Liberty, ispirato a un tema di Eddie Palmieri, La Libertad Logico, di cui Charlie ha ridisegnato la melodia e cambiato il Vamp. Oggi dire Latin significa affrontare un enorme ventaglio di linguaggi dovuto alle mille sonorità del continente sudamericano, ma qui siamo di fronte a un progetto di latin jazz morbido, cristallino, elegante, classico, con una lieve dose di cantabilità e ballabilità d’altri tempi (che non è salsosa, come la contradanza di Estampas), nato da un sapiente intreccio di hard bop con temi esposti da tromba e sassofono (sonorità che richiamano alla mente The Jazz Messengers, Lee Morgan, Horace Silver), blues, accenti gospel, effetti growl, funky, ritmi boricua come bomba (Frenesì), bomba holandés, danza e afrolatini come conga, cha cha cha (My Dear One e 402B Blues) e sfumature di bossa nova (Amelia). E’ l’hard latin bop di Sepúlveda e del suo magico Turnaround, ensemble che crea links tra il jazz e la tradizione latina, mostra colori tropicali, miscela fraseggi articolati e soli calibratissimi e cantabili del leader e di Norberto Ortiz , stupefacente tenorista in grado di elaborare in poche battute un mosaico di note. Il tutto sostenuto da una sezione ritmica che pulsa con grande energia, prepara cornici allo stesso tempo trascinanti e di atmosfera grazie a strumentisti di notevole talento e tutti anche ottimi solisti. Che sono, il pianista e organista Bienvenido Dinzey, il bassista Gabriel Rodriguez, il batterista Francisco Alcalà e il travolgente conguero Gadwin Vargas. In sintesi: un disco con i requisiti per aspirare al Grammy Award e naturalmente al Latin Grammy, che tra l’altro, il Nostro in compagnia di Jon Secada, ha già vinto nell’edizione 2017 con «To Beny Moré With Love» per il miglior album tropicale tradizionale.
«Songs for Nat», secondo disco che il musicista portoricano pubblica con High Note, è un lavoro consigliato a chiunque ami il jazz en clave autentico. Per saperne di più sul primo album della stessa band («Mr.EP»), vi rimandiamo alla recensione pubblicata su Musica Jazz https://www.musicajazz.it/charlie-sepulveda-mr-ep/; per conoscere la storia e carriera del trombettista portoricano, è utile l’intervista apparsa su Musica Jazz (ottobre 2017). E non perdetelo di vista, perché ha in cantiere un’opera-tributo a Tito Puente con un’esplosiva big band che ospiterà Wynton Marsalis.
(Gian Franco Grilli)