BRASILE: AS MADALENAS, sambiste italo-brasiliane
Dopo la stellare prova del quartetto argentino-nipponico Gaia Cuatro a Fusignano (Ra) è andato in scena 48 ore dopo (domenica 7 aprile 2019) nel magnifico borgo medievale di Dozza – a due passi da Imola e a quattro da Bologna – un altro degli appuntamenti sudamericani di Crossroads: il femminile duo As Madalenas.
Un concerto molto rilassante, piacevole e poetico basato su un repertorio cantato e ritmato con dolcezza, delicatezza ed eleganza dal prorompente binomio vocale-strumentale formato da Cristina Renzetti e Tati Valle.
Due giovani donne, due amiche e allo stesso tempo due versatili cantautrici che hanno metabolizzato alla perfezione i variegati e molteplici linguaggi della musica popolare brasiliana. Metabolizzati e introiettati tanto bene e in profondità fino al punto di ricombinare magicamente e con destrezza il vastissimo ventaglio musicale brasileiro ad altri stilemi, eliminando le quasi naturali asperità della fusione di generi diversi tra loro, spostando gli accenti e le pronunce, incantenando assieme strofe e versi cantati alternativamente in italiano e portoghese, conferendo poi così a questo sound, già mulatto di per sé, una dimensione totalmente nuova. E allora, e tra le altre esecuzioni, ci troviamo di fronte una rilettura di Trem das onze del cantante paulista Adoniran Barbosa (nome d’arte di João Giovanni Rubinato figlio di emigranti italiani), brano che nel 1966 originò la cover Figlio unico di Riccardo Del Turco, un successo in testa alla hit parade di quegli anni.
Le due Madalenas (leggi l’intervista su Musica Jazz di febbraio 2019) ci regalano poi una swingante composizione come Papo de Mulher, un samba firmato dal chitarrista bolognese Stefano Girotti, dalla brasiliana (con origini italiane) Tati Valle di Londrina (Paranà) e da Cristina Renzetti, ternana, figlia di genitori abruzzesi, con lunghe esperienze di vita in Brasile e da alcuni anni stabile nella città felsinea.
Ancora brani noti di grandi protagonisti carioca, poi alte canzoni dell’ultimo disco del duetto Renzetti-Valle intitolato “Vai, Menina”, progetto discografico (con importanti ospiti) su cui ha ruotato tutta la performance delle due artiste sempre pronte a scambiarsi i ruoli in scena dalle voci alle chitarre e piccoli strumenti della percussione afrobrasiliana come caxixi, pandeiro, mini-tamborim, triangolo, chocalho e un originalissimo e multiritmico washboard (in origine era l’asse da bucato, è un idiofono utilizzato per sfregamento nella musica cajun, zydeco, blues e jazz della Louisiana). Quello in questione è di tipo vegetale, realizzato con piccole cannarelle) e porta nel suo seno anche gli effetti sonori del palo della pioggia centroamericano. Quindi: washboard artigianale, di incerta provenienza, attrattivo per i cultori di cose organologiche. E non tanto , invece, per il grosso del pubblico, che ascolta l’insieme, non si cura dei dettagli e alla fine se ne torna a casa soddisfatto e divertito con questo gradevole melting pot italo-brasiliano di Vai, Menina.
(Gian Franco Grilli)