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COLOMBIA: Edmar Castañeda, il rumbero dell’arpa

12. aprile 2019 – 10:19No Comment
COLOMBIA: Edmar Castañeda, il rumbero dell’arpa

Il musicista colombiano Edmar Castañeda ha cambiato pelle all’arpa llanera e da quindici anni è tra i più originali e trasversali protagonisti del panorama jazz. L’ultimo progetto, un duo insolito con la pianista Hiromi Uehara, ha trovato sfogo nell’esplosivo «Live in Montreal» (Telarc – distr. Egea). Ecco alcuni passaggi dell’intervista pubblicata integralmente su Musica Jazz (aprile 2019).  Castañeda assieme al clarinettista Gabriele Mirabassi è stato ospite di Crossroads 2019 come mostrano le foto al termine del servizio.

In Colombia, dov’è nato, quasi nessuno lo conosce, tranne gli addetti ai lavori, e nonostante sia l’unico arpista jazz di fama mondiale e uno dei musicisti più virtuosi, versatili e originali dell’attuale scena newyorkese.Ha collaborato con grandi nomi quali Wynton Marsalis, John Scofield, Marcus Miller, John Patitucci, Gonzalo Rubalcaba, Milton Nascimento, Diego El Cigala, ma il suo mentore e padrino è stato il jazzista cubano Paquito D’Rivera, che l’ha protetto sotto la propria ala e lanciato sulla scena internazionale non prima di averlo introdotto nell’ambiente rumbero di New York.

Nella mecca del jazz Edmar Castañeda, bogotano, era arrivato all’età di sedici anni per coltivare il sogno americano e costruirsi un futuro con l’inseparabile arpa llanera, strumento diatonico, regina della musica folklorica della savana colombian-venezuelana e le cui caratteristiche non sono facili da combinare con le musiche moderne, in particolare con il jazz. Ma «el niño» arpista fece un miracolo….

 

Pianista talentuosa, sbalorditiva, fenomeno planetario, che sa affrontare situazioni musicali molto diverse, dalla classica al jazz elettrico alla fusion, Hiromi ha duettato anche con Chick Corea, uno dei tuoi veri idoli e con il quale attendi ancora di suonare. Ora questa tua coetanea giapponese la troviamo a intrecciare gli ottantotto tasti del suo piano con le corde della tua arpa. Com’è nato questo esplosivo binomio, insolito per la verità, da cui è scaturito il pregevolissimo album «Live in Montreal»?

E’ partito tutto al Montreal International Jazz Festival 2016 dover ero ospite del suo fantastico Trio Project. Mi sorprese il suo virtuosismo, la sua maniera innovativa e acrobatica di trattare il pianoforte. Scattò subito la giusta chimica musicale tra pianoforte e arpa e sentii che avevamo elementi comuni di passione e amore per i nostri strumenti, parlavamo il medesimo linguaggio musicale e sembrava che noi due avessimo sempre suonato assieme…

 

E adesso la tua carta d’identità.

Mi chiamo Edmar Castañeda Garzón, sono nato a Bogotà il 31 marzo del 1978 e ho origini indigene e spagnole, insomma sono una bella miscela di creolo latino.

In breve, quali caratteristiche ha l’arpa llanera e qual è l’espressione culturale del joropo?

L’arpa classica europea arrivò in Sudamerica con i missionari gesuiti e in ogni Paese se n’è sviluppata una versione diversa. Quella che suono io è l’arpa che condividiamo con il Venezuela, poi c’è l’arpa del Messico, del Paraguay e del Perù e tutte sono differenti e si suonano in modo differente. E’ giusto definire joropo come un’espressione culturale, poiché joropo non è solo ritmo ma significa anche festa dove si canta e danza sulle musiche intonate da arpa, cuatro, maracas, tiple, che sono gli strumenti basilari.

 

(da Musica Jazz, aprile 2019, intervista di Gian Franco Grilli)

 

Foto del concerto Crossroads 2019, Castelfranco Emilia, 17 marzo/

di G.F. Grilli

 

 

 

 

 

di Euriolo Puglisi/

Edmar Castaneda, Francesco Cammalleri, Sandra Costantini, Gabriele Mirabassi

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