ALFREDO RODRIGUEZ & PEDRITO MARTINEZ: Duologue
Un THRILLER afrocubanizzato, prima di Duologue, la title track del disco omonimo che ha concluso il magistrale concerto a Correggio del duo Alfredito Rodriguez e Pedrito Martinez. Sono in due ma swingano alla cubana come sei strumentisti, tra tastiere e un ricco set di percussioni afrocubane e di altre culture. Ecco la recensione della spettacolare performance all’interno di Crossroads, jazz e altro in Emilia Romagna
Una performance abbagliante (in tutti i sensi) quella di Correggio, mercoledì 29 maggio 2019, per la rassegna Crossroads. Ma prima di Thriller e di Duologue (brano che ha concluso il trionfale concerto) la platea del Teatro Asioli è stata ipnotizzata dalla straordinaria velocità esecutiva di questi due funambolici musicisti cubani nel creare un concentrato davvero incredibile (e non facile per tutti da capire) di canti ancestrali e ritmi afrocubani, rumba, bolero, cha cha, timba, black music, soul, flamenco, jazz…. E chi più ne ha individuati, più ne metta in questo ventaglio. La maratona sonora inizia da “Africa” con il canto Yoruba intonato dal poliedrico rumbero-santero Pedrito Martinez mentre allo stesso tempo e in un battibaleno da una parte all’altra del palco intreccia batà, cajòn, congas, bongo, clave a pedale, charleston, rullante e piatti. Da lì in avanti si è snodato il serratissimo dialogo tra il personalissimo e fluviale pianismo – in bilico tra classica, jazz, latin e funk – di Alfredo Rodriguez e la dirompente stratosferica carica ritmica di Pedrito Martinez, multipercussionista di scuola afrocubana dotato di tecnica e creatività impressionati. E’ sempre difficile e rischioso fare confronti e stilare classifiche, ma siamo di fronte al più completo rumbero (suona, canta, balla e come…) del panorama mondiale. Con Estamos Llegando, Mariposa, Cosas del Amor, Yo Volveré (raccolti nel cd “Duologue”), The Invasion Parade e altri evergreen come Quizàs Quizas Quizas, La Comparsa, i due talentuosi avaneri hanno voluto omaggiare le origini musicali di Cuba (appunto gran parte provenienti dall’Africa, …la melodia e l’armonia dall’Europa), riscoprirne le radici e ricombinandole con originalità alle millelingue sonore degli Stati Uniti, paese a cui devono gratitudine ospitandoli da molti anni dopo tortuosi e rischiosi viaggi da clandestini. Sul drammatico tema dell’immigrazione Alfredo Rodríguez ha richiamato l’attenzione parlando della sua complicata esperienza (agevolata da Quincy Jones) dedicando poi il concerto a tutti i migranti del mondo, alla memoria di chi non ce l’ha fatta, e alla solidarietà tra i popoli. Insomma senza barriere. Forse tra gli spettatori qualcuno avrà storto cautamente il naso (vista l’aria pesante che tira in Italia…), ma stando agli applausi scroscianti sembra proprio che Correggio e i reggiani siano ancora in prima fila sul tema della solidarietà internazionale tra i popoli. (GFG)