BOLLANI & VALDÉS cabaret in salsa jazz
BOLOGNA IN JAZZ. Stefano Bollani e Chucho Valdés e non viceversa, e così è stato l’1 Novembre. Infatti è stato il grande maestro cubano ad entrare in scena per poi “ospitare” il superallievo Bollani al Teatro EuropAuditorium di Bologna. E se è vero, come è vero, che la forma veicola la sostanza…beh, un piccolo inciampo c’è stato, e poteva essere evitato per rispetto e delicatezza al padre del jazz cubano, pianista di valore mondiale, e anche in considerazione del fatto che si è trattato della sua prima volta a Bologna in settant’anni di carriera musicale.
Ma cosa sono le buone maniere nel business dello spettacolo, suvvia… Eppoi che ne sanno da queste parti cos’è e chi sono i maestri del lazz latino? Ma alla fine, come dicono sempre gli organizzatori di eventi: importante è divertire il pubblico, e magari fare il sold out, che invece non c’è stato!!!. Tuttavia, se il lungo medley proposto incorpora evergreen di musica cubana (Pare Cochero,El manisero, Guantanamera, la Comparsa + il Mambo Influeciado, la Conga loca entrambi di Valdés), di pezzi latinoamericani (El Cumbanchero, Perfidia, Tico Tico), versioni edulcorate di Caravan e On Green Dolphin Street, numerosissime citazioni di canzonette italiane, napoletane (La Pansé), della colonna sonora di Morricone (Nuovo Cinema Paradiso), di Bella Ciao, e il tutto dentro l’allegra e pastosa cornice cabarettistica in stile Bollani che affascina la platea (tranne qualche naso storto e dissenzienti silenziosi), che dire di più: TODO BIEN. E TODO BIEN perché il meccanismo ideato e ben lubrificato da Bollani e la sua abilità di mescolare idiomi dello spettacolo differenti piacciono a un certo tipo di pubblico nonostante la scarsità di materia prima impiegata (jazz), quella che invece si attende il jazzofilo. Il quale sa bene che questi giochi in musica tendenti a semplificare i progetti per allargare il pubblico dell’artista conducono poi in una terra di nessuno, esteticamente parlando. Con tutto ciò non si discute la prova dei due artisti che è stata di altissimo livello. Da segnalare, tra l’altro per la cronaca, che questa serata bolognese era stata venduta, erroneamente, alla stampa (e di riflesso al pubblico dei lettori) da TEA Teatro EuropAuditorium come la prima assoluta del tour europeo-mondiale del duo italo-cubano. Mentre altri due o tre appuntamenti italiani avevano preceduto di un paio di giorni la tappa di Bologna. Mancanza di attenzione verso il pubblico, che non sempre però beve tutto il “beverone” propostogli. Detto questo (e nonostante il marketing che subordina gli obiettivi), la nave-scuola di Chucho si è imposta in modo composto, senza gigioneggiare, perchè il Gigante della tastiera è lui, il jazz afrocubano passa ancora dalle sue mani magiche, e seppur sembrando in questo contesto un semplice gregario, chi ha avuto orecchie ben sintonizzate sulle note, e non sulla vivace gestualità messa in scena, si è reso conto che é stata la classe superlativa di Valdés a impreziosire la vera sostanza di questo dialogo musicale. E quindi, hasta siempre, perché CHUCHO non si tocca!
(Gian Franco Grilli)