DIANNE REEVES tra jazz song e bossanova
Nella notte di Halloween, per dare un tocco diverso alla festa, abbiamo assistito al trionfale concerto di Dianne Reeves al Teatro Duse del capoluogo emiliano per la rassegna Bologna Jazz Festival in corso da una settimana e che terminerà il 26 novembre con Pat Metheny. La cantante afroamericana, nata a Detroit, si è confermata una delle migliori vocalist in circolazione sui grandi palcoscenici mondiali, abilissima con lo scat, grandissima interprete della jazz song americana, raffinata, elegante e swingante come pochi.
Ma suo agio anche con la bossa nova regalando al pubblico, già in brodo di giuggole, un omaggio a Antonio Carlos Jobim e Elis Regina con Águas de Março, che il grande critico Leonard Feather collocò tra le dieci canzoni più importanti del secolo scorso. In questa dimensione bossanovistica Dianne si è trovata a nozze grazie al supporto autentico del talentuoso chitarrista carioca (elettrico e acustico) Romero Lubambo. Eccellenti anche gli altri della partita: Reginald Veal (basso elettrico e acustico) Terreon Gully, batteria, e Peter Martin al pianoforte. Insomma ottima musica delle Americhe con una performance senza sbavature su un coinvolgente repertorio di jazz mainstream (The Man I Love eccetera) e, come appena citato, una brevissima ma deliziosa escursione a Rio de Janeiro scandendo “É pau, é pedra, é o fim do caminho…” con quella particolare battuta di chitarra di Lubambo che combina samba e jazz. La serata, che è stata introdotta dal giovane disinvolto Giorgio Lissia, si è conclusa all’insegna dello swing cantando le collaborazioni dei partner di questo quintetto magistrale.
E dopo New Orleans con una puntatina in Brasile, stasera il festival fa tappa a Cuba poiché toccherà al gigante del pianismo jazz caraibico Chucho Valdés ad accompagnarci tra i suoni del’Isla Grande, in duo con Stefano Bollani, Teatro EuropAuditorium, Pza Costituzione 4, Bo.
(testi e foto di G.F.Grilli)