JAZZ, BJF 2024: 21 ottobre-17 novembre, tra Bologna, Ferrara e Forlì

Pat Metheny sarà la principale star del Bologna Jazz Festival 2024, che annovera in questa edizione nei grandi teatri cittadini altri protagonisti di massimo rilievo come Mulatu Astatke, Cécile McLorin Salvant e McCoy Legends. Ma nei jazz club ci sarà una programmazione che, a nostro avviso, restituirà un’immagine più significativa, variegata e completa dei del jazz multicolore oggi.

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The Missing String – Marcello Sirignano Quintet

20. novembre 2020 – 11:06No Comment
The Missing String – Marcello Sirignano Quintet

Rilanciamo su queste colonne  la recensione (postata su FB) di Gaspare Bonafede  che mette a fuoco  “THE MISSING STRING” del Marcello Sirignano Quintet (Alfa Music 2020).

The Missing String – Marcello Sirignano Quintet (Alfa Music, 2020)
Marcello Sirignano è un violinista con solidi studi sia in campo classico che jazzistico e vanta numerose collaborazioni in questi ambiti.
Con questo suo ultimo cd si cimenta in una bella sfida. Scrive Sirignano nelle note di copertina: ‘Suono uno strumento che, al di là del suo habitat classico, ha avuto un ruolo da protagonista in numerosi altri generi musicali, dal folk, al pop, alla country music. Nel jazz, ad esempio, il violino conta solisti straordinari, da Stéphane Grappelli a Joe Venuti, da Stuff Smith a Ray Nance fino a Leroy Jenkins, Zbigniew Siefert, Jean Luc Ponty e Didier Lockwood. Eppure, ho pensato, nessun violinista ha mai potuto violare (concedetemi questo innocente gioco di parole) il monopolio timbrico degli strumenti a fiato che ha caratterizzato la stagione d’oro delle piccole grandi formazioni attive negli anni 50 …Ho provato ad immaginare molte volte, ascoltando quei capolavori, l’effetto che avrebbe avuto su quei temi musicali l’intreccio fra le sonorità del violino e quelle di uno strumento a fiato, sicuro che i risultati sarebbe stati interessanti. ‘
Messosi a tavolino riarrangia sei standard con la voglia di far uscire il violino da un ambito prettamente solistico e inserirlo in ‘uno spazio sonoro mai occupato’.
Così la sfida assume un valore aggiunto: oltre alle finalità del progetto c’è anche l’essersi cimentato a proporre degli standard che nel campo jazzistico hanno avuto molteplici interpreti. Il rischio era di cadere facilmente in banali confronti ma il lavoro finale è ben riuscito e convincente.
Il violino si impasta e si amalgama timbricamente con il sax e quello che viene fuori è il sound tipico di una sezione fiati come possiamo ascoltare in Invitation, o in Pent-Up House o in Whisper Not .
Credo che l’uso dell’archetto sia un ‘limite’ ad eseguire fraseggi di uno strumento a fiato e qui viene fuori tutta la tecnica di Sirignano che dimostra di essere a suo agio nel sostenere questo ruolo.
Notevole anche la capacità espressiva come dimostrano i suoi soli.
Ad accompagnarlo in questo progetto troviamo Marco Guidolotti , Andrea Rea, Dario Rosciglione, Lucrezio de Seta e, ospiti in ‘Pent-Up House‘ di Sonny Rollins, la Roma Pop String Orchestra : tutti musicisti degni di nota e capaci di valorizzare al massimo l’idea portante di Sirignano.
Un lavoro corale ben riuscito.
Gaspare Bonafede

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