CUBA, Amo esta Isla…soy del Caribe

L’audiovisivo “Cuba, Amo Esta Isla” (online in youtube) è un omaggio al popolo e alla cultura cubana e non è una adesione al sistema politico del Paese. Un potpourri di immagini e suoni dell’Isla Grande di Gianfry Grilli

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17 dicembre: a Cuba si celebra “el Viejo Lazaro”

17. dicembre 2020 – 11:56No Comment
17 dicembre: a Cuba si celebra “el Viejo Lazaro”

Il 17 dicembre, giorno dedicato a San Lazzaro,  nel sincretismo yoruba della Santería cubana si rende omaggio al corrispondente Orisha (dio) Babalú Ayé, popolarissimo nell’Isla Grande poiché rappresenta la divinità dei malati, dei sofferenti, e lo si invoca per una veloce guarigione, per un miracolo, per ottenere benedizione e protezione.

Ogni 17 dicembre, giorno dedicato a San Lazzaro, nel sincretismo yoruba della Santerìa cubana si rende omaggio all’orisha (dio) Babalú Ayé, l’equivalente africano del cattolicissimo San Lazzaro, popolarissimo tra i cubani come Orisha, dio del pantheon Yoruba della Santerìa,  divinità dei malati, dei sofferenti e lo si invoca con preghiere e riti per una veloce guarigione o per ottenere benedizione e protezione. Diciamolo subito che a Cuba il rito non è riconosciuto dalle autorità della chiesa cattolica cubana (forse Bergoglio potrebbe fare qualcosina..), ma è tollerato. E così migliaia di devoti con problemi di deambulazione, più o meno paralitici, piagati, a piedi, in ginocchio, in bicicletta in auto, in bus eccetera il 16 e il 17 dicembre (le misure anti-Covid lo impediranno quest’anno?) si recano in pellegrinaggio al Santuario del Rincón situato a Santiago de Las Vegas, nei dintorni dell’Avana (circa 30 km), come ringraziamento per voti ricevuti o per fare offerte al Lazzaro più pop0lare dell’Isla al fine di scacciare ogni tipo di malattia, da quelle dermatologiche all’Aids, dai malanni di stagione ai malesseri psicologici alle crisi d’amore, o per un “lasciapassare” in vista di viaggi all’estero. Poi si sa che l’inventiva dei cubani non ha confini.

Lungo la strada che porta al santuario in passato si trovavano bancarelle vendendo di tutto e non solo santini legati al buon Lazaro, el Viejo Lazaro. Al Rincón ci si va per celebrare questo culto, per ottenere la benedizione dal santo umile, povero, bruttino ma miracoloso (a Babalù Ayé, tra l’altro, si dice che gli corrispondono Luleno nella Regla de Palo Monte e Omolu nel candomblé e forse in altri culti di religioni popolari  sparsi in America Latina) Tale culto è ben descritto in poche righe nel bellissimo volume C come Cuba dell’espertissimo giornalista e scrittore di cose cubane Aldo Garzia (Elleu Multimedia). Altri testi interessanti, e spero ancora reperibili, in lingua italiana sono: Il Dio delle Onde, del fuoco e del vento – Leggende , riti, divinità della santerìa cubana di Irina Bajini (Sperling & Kupfer); La Santerìa Cubana – Aspetti teorici e manuale pratico di Giuliana Muci (Besa editrice). Ovviamente ce ne saranno altri in commercio ma questi sono quelli che spuntano immediatamente dalla mia libreria. Tutto ciò, e visto che sono nato e vissuto a San Lazzaro (alle porte di Bologna), mi riporta alla storia del mio paesino dove esisteva il lazzaretto e naturalmente mi torna in mente la parabola del ricco epulone e del misero, mendicante e ammalato Lazzaro, il patrono dei lebbrosi, quando la lebbra era una malattia diffusa in tante parti del mondo e i lebbrosi e i malati infettivi venivano tenuti in isolamento. Le storie, in modo diverso, si ripetono, vien da dire. (GFG)

 

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