Books Colombia: Una poesia in tasca di H.A. Faciolince
Il 25 agosto 1987, a Medellín alle sei del pomeriggio Héctor Abad Gómez, medico, professore universitario, attivista per i diritti umani, viene ucciso a colpi di pistola in Calle Argentina. La famiglia lo trova riverso sul selciato. Suo figlio, Héctor Abad Faciolince, gli fruga nelle tasche e trova un foglietto con una una poesia su morte e oblio scritta a mano dal padre e siglata da tre iniziali: J. L. B., che per lui significarono senza indugi Jorge Luis Borges. Ma il mistero viene svelato dal “detective” Abad nel giallo, fresco di stampa: Una poesia in tasca (Lindau)
Il pensiero di quelle tre lettere, JLB come si diceva, va immediatamente a Jorge Luis Borges, al cui stile il sonetto trovato in tasca sembra effettivamente rimandare. Eppure, in nessuna edizione dell’opera omnia del grande scrittore argentino compaiono quei versi e ciò spinge l’autore a muoversi in lungo e in largo tra continenti per indagare per andare a fondo di quel groviglio di contraddizioni. La curiosità di risalire al nome del poeta si trasforma presto in un’ossessione, inscindibilmente legata all’urgenza di far luce sulla morte del padre Abad Gomez e di questo enigma. Héctor Abad Faciolince, scrittore e giornalista (scrive sull’importante El Espectador, quotidiano colombiano) avvia una ricerca al contempo intima e letteraria, cercando di ricostruire i tasselli di un’opera che sono, in realtà, i tasselli dell’anima di una storia vera, del passato, sviluppato dentro una sorta di libirinto in salsa Borges muovendosi nei quattro angoli del mondo, si fa per dire, per scoprire l’autore di quei versi, la verità. In 84 pagine di testo spezzate anche da immagini in bianco e nero il lettore ricompone il mistero di questa appassionante vicenda scatenata nella capitale antioquena e in uno dei periodi più violenti e bui del paese sudamericano tenuto in scacco per anni dal più grande e feroce narcotrafficante della storia, Pablo Escobar.