ERZULIE, omaggio all’africanità di Haiti e del Caribe
La violinista-cantante Yilian Cañizares Ruiz ha scelto il trafficatissimo crocevia di New Orleans (che tra l’altro fu frequentatissima da musicisti cubani ancora prima della nascita del jazz) per concretizzare discograficamente con “Erzulie” (Planeta Y03) delle affinità culturali, sincretiche e spirituali tra Cuba, Haiti e New Orleans. Il progetto è stato presentato recentemente con il suo Resilience Trio (Inor Sotolongo, perc.; Chilo Tomas, basso) al festival Crossroads 2021.
Il testo che segue è stralciato dall’intervista di Gian Franco Grilli all’artista cubana realizzata in occasione del lancio dell’album.
Di Haiti si parla pochissimo dalle nostre parti e allora ti chiedo di farci un quadretto sulla situazione attuale di questo paese martoriato, povero, violento e dimenticato da tutti i potenti?
Una delle cose importanti e alla base di questo progetto è di dare un’immagine positiva di Haiti, e ti spiego perché: purtroppo quando si parla di questa isola lo si fa sempre raccontando la miseria, il colera, il terremoto, la violenza, le cose che non funzionano, le situazioni gravi che esistono veramente, ma non si dice mai che gli haitiani non sono gli unici responsabili della loro vicenda. Vogliamo vedere come la comunità internazionale ha manovrato in modo poco trasparente gli aiuti umanitari? Insomma è un tema politico molto serio. Ti ringrazio per questa domanda poiché mi dà la possibilità di evidenziare la grandissima dignità umana di questo popolo: ho visto persone che non possedevano nulla ma depositarie di un’immensa dignità. In tutti i luoghi poveri che ho visitato nessuno mi ha mai chiesto nulla di aiuto, erano invece loro a darmi qualcosa, a regalarmi pitture, sculture, la loro musica, è una realtà con una straordinaria ricchezza culturale. E difendo questa realtà con un segno positivo, poiché non si aiuta un paese parlando soltanto delle brutte pagine. Cosa direste voi se nell’affrontare la cultura italiana parlassimo di mafia, camorra e altre negatività? Ci sono cose che non funzionano affatto anche in Svizzera e… ma io credo sia giusto valorizzare i lati positivi e soprattutto nel caso di Haiti.
Per guidare all’ascolto di alcuni brani come Erzulie, Noyé, Yeyé o Yemayà, con testi cantati in dialetti afro-cubani e creolo haitiano, puoi dirci qualcosa dei relativi messaggi veicolati? Tra l’altro, di fronte a progetti come questo, sarebbe utile contare sulla traduzione di alcuni canti rituali, che hanno un forte impatto sul pubblico dal punto di vista melodico, ma oscuri . Cosa ne pensi?
Erzulie e Noyé sono cantati in creolo haitiano, mentre Yeyé e Yemayá in yoruba. Nel caso della lingua o dialetto yoruba o lucumí, è quasi impossibile riportare il testo perché questo idioma a Cuba è sopravvissuto solamente grazie alla tradizione orale. Ti posso dire che alcuni babalawos, (sacerdoti della Santería), non sanno come si scrivono certe parole ma le riproducono foneticamente. Per dire poi quanto sia complicato, è utile sapere che un cubano e un nigeriano che parlano in yoruba non si capiscono: la lingua yoruba arrivata a Cuba con gli schiavi nel corso del tempo ha sofferto notevoli cambiamenti rispetto a quella portata in terra cubana da gente in catene, si è ibridata con dialetti di altre etnie, e quindi scrivere in yoruba le parole è quasi impossibile. Naturalmente concordo moltissimo con te sulla necessità di conoscere il messaggio che veicola quella canzone specifica, cosa che faccio nei concerti spiegando al pubblico ciò che stiamo cantando, a quali divinità mi sto rivolgendo o chiedendole la benedizione.
…mentre Manos Abiertas, ossia aiutare i più deboli e Cimarrón, che richiama le brutalità e nefandezze della schiavitù nei Caraibi, vanno in quella direzione?
Esattamente. Su Cimarrón vorrei spendere due parole ricordando che lo spirito del cimarrón è stato molto importante e rappresenta lo spirito dell’essere umano schiavizzato. Gli schiavi preferivano scappare dai padroni pur sapendo che se li riacciuffavano sarebbero morti con sofferenze atroci.
…. per leggere il testo completo comunicare con l’autore Gian Franco Grilli.