Cd: SUBA di Omar Sosa & Seckou Keita
“SUBA”, il secondo album del duo formato dal virtuoso pianista Omar Sosa e dal maestro di kora e cantante Seckou Keita con ospite il percussionista Gustavo Ovalles, è freschissimo di stampa su etichetta bendigedig. Sono undici splendide tracce composte e registrate durante il primo lockdown del 2020 come stimolo per una nuova alba, amanecer o suba (in lingua mandinga) e inno-veicolo di speranza, pace, amore e unità tra i popoli.
SUBA ( ovvero alba’ in Mandinga, la lingua nativa di Seckou Keita) é un magnifico insieme di musica ibrida, musica africana, del Senegal (la terra di Keita), musica e ritmo di Cuba (il paese di Omar Sosa), tradizioni musicali e strumentali caraibiche e del Venezuela (la nazione di Gustavo Ovalles). Insomma, un ottimo concentrato di world music intriso di pace, amore e ottimismo per uscire dal tragico momento pandemico che l’umanità sta affrontando. E proprio l’alba è il momento preferito della giornata di Seckou Keita, un’ora di energia e speranza durante il quale sono state scritte queste composizioni ricche di spiritualità, di trascendenza. Tra tutte, la nostra canzone preferita è Allah Leno per la strepitosa atmosfera prodotta da voce, kora, piano e bongo che arriva dritta all’anima, un’atmosfera evocativa di culture e spiritualità distanti e differenti ma unite dall’ancestrale denominatore comune: l’Africa. Infatti Omar Sosa sostiene che questo non è jazz ma musica della terra madre. Quando chiedi a Keita cosa significa in effetti Suba dal punto di visto artistico e umano, senza indugi l’artista senegalese ci ricorda che “anche di fronte alle difficoltà, al mattino il cervello viene resettato alla perfezione, vedi l’alba come un nuovo giorno, una nuova pace, qualcosa che inizia, ed è sempre emozionante. Questa è stata la sensazione che ho avuto mentre scrivevo con Omar”.
Per il camagueyano e cosmopolita Omar Sosa, l’album è una sentita reiterazione delle più antiche preghiere dell’umanità attraverso composizioni originali per “la pace, la speranza, l’unità. Nel momento che stiamo vivendo, quando tutto sembra cadere a poco a poco, la forza che abbiamo in noi stessi è una connessione divina con la nostra voce interiore, con il nostro spirito, la luce e con i nostri antenati. Cerchiamo di dare speranza attraverso la musica e dire alle persone che possiamo ancora stare insieme”.
“Il progetto è l’Africa” , continua Omar, “fatta a modo nostro. Presentiamo le nostre rispettive tradizioni, ma sempre nel rispetto e nell’ascolto dell’altro, con molta umiltà. Nessuno è al comando, al comando c’è la musica, al comando c’è il messaggio…. e ciò che l’Africa può insegnare al mondo è la spiritualità nascosta in ogni cosa”. Poi conclude che “Siamo spesso schiavi della nostra pazza e umiliante società, dove tutti hanno bisogno di avere successo”.
Musiche che parlano di uomini, di riscatto, di spiritualità e natura umana mescolate in un viluppo sonoro davvero affascinante che ti prende dalla prima all’ultima nota.