JAZZ in BO, cala il sipario con il Trio M
Si pronuncia Trio M, ma si legge Myra Melford, Mark Dresser e Matt Wilson, rispettivamente pianista, contrabbassista e batterista, collettivo con il quale martedì 16 novembre 2021 è calato il sipario del Bologna Jazz Festival nello splendido Auditorium del MAST con una performance esplosiva, straniante per un po’, e lontana anni luce da quella soft, sempre in trio (Peter Erskine), ascoltata 24 prima alla Sala Paradiso-Arci di San Lazzaro (Bo) per Liber Paradisus.
Si pronuncia Trio M, ma si legge Myra Melford, Mark Dresser e Matt Wilson, rispettivamente pianista, contrabbassista e batterista, collettivo con il quale martedì 16 novembre 2021 è calato il sipario del Bologna Jazz Festival nello splendido Auditorium del MAST con una performance esplosiva, straniante per un po’, e lontana anni luce da quella soft, sempre in trio (Peter Erskine), ascoltata 24 prima alla Sala Paradiso-Arci. Ma superati i primi dieci minuti catalizzati dalle turbolenze pianistiche della vulcanica Myra Melford, chi scrive è riuscito ad assimilare l’essenza del progetto focalizzandosi sull’interplay imbastito con gli altri due straordinari membri di questo piano-trio visionario, trio in bilico per tutta la durata del concerto tra musica contemporanea, jazz avant-garde, free, folk, e libera improvvisazione, che richiama alla mente oltre ai protagonisti del new jazz anche alcuni grandi maestri del passato tra cui Cecil Taylor, Braxton, Bennink solo per citarne alcuni. Ciò detto, se la bravissima Melford spicca per il suo pianismo esuberante e aggressivo, Dresser e Wilson sono abilissimi nell’offrire nuovi spunti efficaci e divertenti per un continuo rimescolamento di linguaggi, sintassi e colori. Risultato conseguito: musica di potente carica espressiva, seppur con momenti non facilissimi da incorporare come jazz (BJF), ma certamente azzeccatissima per una sede come il MAST, ovvero Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia. (gfg)