JAZZ, BJF 2024: 21 ottobre-17 novembre, tra Bologna, Ferrara e Forlì

Pat Metheny sarà la principale star del Bologna Jazz Festival 2024, che annovera in questa edizione nei grandi teatri cittadini altri protagonisti di massimo rilievo come Mulatu Astatke, Cécile McLorin Salvant e McCoy Legends. Ma nei jazz club ci sarà una programmazione che, a nostro avviso, restituirà un’immagine più significativa, variegata e completa dei del jazz multicolore oggi.

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Sorprese jazz sotto l’Albero di Natale

26. dicembre 2021 – 21:06No Comment
Sorprese jazz sotto l’Albero di Natale

Sotto l’albero di Natale ho trovato un bel numero di regali coi fiocchi, soprattutto album. Tranne qualche episodica eccezione, l’America Latina non è rappresentata, tuttavia le proposte hanno degli ingredienti di qualità in grado di interessare anche i nostri amici, è vero, prevalentemente di anima ‘latinoamericanista’, ma curiosi anche di altre belle sonorità come il jazz, fusion e soul blues. Continuate a leggere per scoprire queste chicche.

 

Il primo regalo si chiama MANIA HOTEL ed è il secondo concept album del sassofonista SIMONE ALESSANDRINI con la sua formazione degli Storytellers, pubblicato con l’etichetta Parco della Musica Records –distr. Egea music. Alessandrini, affiancato da altri due fiati in stile New Orleans più contrabbasso e batteria, ha già mostrato la sua propensione nell’abbinare musica e racconto di storie, e qui siamo di fronte al tema della follia sviluppato su cinque storie realmente accadute. Tra queste evidenziamo la storia di Marina Chapman, la bambina rapita in #Colombia negli anni Cinquanta, abbandonata nella foresta e allevata da un gruppo di scimmie. Solo questa storia meriterebbe un romanzo, ma stiamo al progetto musicale che si muove dentro il filone del neo-jazz acustico-elettrico qui in bilico tra New Orleans, musica contemporanea, rock, e sonorità altre, come la cadenzata #cumbia colombiana in stile Papayera che sostiene il brano Marina Luz (6’58 dal video) dove spicca anche un bel solo del trombettista Antonello Sorrentino. Una conferma questa che il jazz continua a contaminarsi e a contaminare in più direzioni. E’ proprio il caso di dire che si tratta di un piacevole manicomio di accenti e stili.

 

 

A LITTLE DRIVIN MUSIC (Mack Avenue- distr. Egea music) presenta una dozzina di nuove composizioni, una più bella dell’altra, del virtuoso bassista jazz BRIAN BROMBERG più una sorprendente cover degli anni ’80, la gioiosa Walking on Sunshine. Nonostante ogni musicista abbia registrato a distanza, il bandleader è riuscito ad assemblare talentuosi collaboratori e geniali improvvisatori di lunga data per imbastire una formidabile all-star tra cui i sassofonisti Dave Koz, Everette Harp, Gary Meek, Elan Trotman, Darren Rahn e Marion Meadows ; il tastierista Tom Zink; i chitarristi Jerry Cortez, Nick Colionne e Ray Fuller; i batteristi Joel Taylor e Tony Moore; il vibrafonista Craig Fundiga; e il percussionista Lenny Castro. C’è anche un’orchestra d’archi con membri dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Repubblica Dominicana, diretta dall’arrangiatore/produttore Corey Allen. Poi evidenziamo un paio di altri dettagli caraibici: un gatto delle Barbados cui sono dedicati due brani (Bado Boy e Lullaby for Bado) e il tenor sax Elan Trotman, proprio originario delle Barbados. In sintesi, la fa da padrone il leader con magnifici assoli ma anche i colleghi qua e là vanno in cattedra con prove magistrali arricchendo le tredici tracce di incontenibile energia musicale. Se volessimo cercare il classico pelo nell’uovo: le percussioni non sono mai in vetrina e un orecchio poco attento le perde di vista.

Altro progetto nato dentro la pandemia, e tra le riflessioni intime del sassofonista/produttore STEVE COLE, è SMOKE+MIRRORS (Mack Avenue- distr. Egea music) realizzato con una super all-star band e il contributo fondamentale del co-autore e polistrumentista David Mann. La band è completata dal chitarrista Bernd Schoenhart (Cher, Marc Anthony); il trombettista e flicorno Trevor Neumann (The Eagles, Jeff Lorber); l’organista Ricky Peterson (David Sanborn, Prince); i bassisti Mel Brown (Stevie Wonder, The Temptations) e Mark Egan (Pat Metheny Group, Sting); i batteristi Brian Dunne (Hall and Oates, Ariana Grande) e Todd Sucherman (Styx, Brian Wilson). Dieci brani di musica ad ampio spettro di emozioni, dalla tranquilla contemplazione a un tripudio di funky jazz. Questo lavoro segna la prima uscita di Cole dopo la prematura scomparsa del suo abituale batterista, Khari Parker, ma è una chicca imperdibile per l’enorme groove che avvolge tutto il progetto. Musica stimolante per l’anima soul.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ERROLL GARNER, Symphony Hall Concert

Il 15 giugno 2021 avrebbe compiuto un secolo di vita uno dei più importanti pianisti della storia del jazz, Erroll Garner. E per ricordarne la memoria è spuntato un lavoro straordinario che lo vedeva il 17 gennaio 1959 sul palco della Symphony Hall di Boston per un’esibizione storica davanti ad una platea “sold out“. Si tratta di una registrazione inedita di 9 brani, che cattura il genio senza pari delle esibizioni dal vivo all’inizio di uno degli anni più definitivi della sua vita. Qui il funambolico Garner è in  forma smagliante con il trio completato dal bassista Eddie Calhoun e il batterista Kelly Martin. Octave Music e Mack Avenue (distr. Egea music) ci regalano Symphony Hall Concert, lavoro davvero superlativo per apprezzare una performance di jazz senza tempo con pezzi incantevoli come A Foggy Day, But Not For Me, Dreamy, Moment’s Delight, Lover e, attenti a non svenire, sulle note di Misty prima di chiudere con il blues Erroll’s Theme.

 

 

JOEY DeFRANCESCO, conosciuto come il numero uno degli organisti jazz, soul blues si conferma con il brillantissimo More Music (Mack Avenue-distr.Egea) anche notevole polistrumentista: eccelle al pianoforte, alla tromba ed ora, sorpresa, lo abbiamo ammirato nell’esordio discografico al sassofono tenore nella soffice ballad Lady G, ancia un po’ più ruvida ma necessaria invece per Angel Calling. Per questa ulteriore prova il talentuoso artista di Philadelphia ha scelto il formato del trio con il granitico batterista Michael Ode e un altro polistrumentista (chitarra, organo e tastiere) di nome Lucas Brown, che in quattro delle undici tracce assume il comando dell’organo liberando così il bandleader Joey di esprimersi magistralmente alla tromba (Free e Where To Go), al sassofono o alle tastiere. Oppure con la voce intonando da crooner And If You Please, tra l’altro l’unico brano di questa carrellata “More Music” non firmato da DeFrancesco, che è anche l’arrangiatore di tutti i pezzi. Roll With It, More Music, This Time Around, Soul Dancing e Just Beyond The Horizon vedono poi il leader colorare magicamente di hard bop e blues i tasti dell’Hammond mentre Brown elegantemente swinga tra corde e keyboard e il pulsante drumming di Ode.

 

BILL EVANS – Behind The Dikes

Finalmente viene pubblicato un documento splendido dell’immenso e leggendario pianista jazz BILL EVANS grazie alla Elemental Music: è “Behind the Dikes- The 1969 Netherlands Recordings“. Tratto da due sessioni del 1969, nel marzo a Hilversum — una al KRO Studio 1 e l’altra al famoso VARA Studio 8 con la Metropole Orkest — e una data al RAI Congrescentrum di Amsterdam il 28 novembre. L’album doppio – 24 tracce imperdibili  di cui 6 composizioni di Evans e famosissimi standard,  tutto registrato live- è arricchito da un magnifico libretto di 32 pagine con foto in b/n rare e inedite del pianista, e include anche nuove interviste al contrabbassista portoricano Eddie Gomez e al batterista statunitenese Marty Morell (fedelissimi di Evans), nonché saggi appositamente preparati dal pianista jazz olandese Bert Vuijsje e dai produttori Frank Jochemsem e Zev Feldman. Questa raccolta di musiche di elevata qualità, con suono perfetto, cattura Bill Evans in stato di grazia, e con il suo trio più longevo. Un ascolto dei brani vale più anche di migliaia di belle parole, ma di fronte all’opera di uno dei giganti della storia del piano jazz di sempre, preferiamo di lasciare alla musica il compito di presentare questo materiale inedito e di cui va ringraziato Elemental Music.

 

FRESU-DI BONAVENTURA-VACCA, Tango Macondo

Il trombettista-flicornista sardo (bolognese di adozione) PAOLO FRESU ha pubblicato con la sua etichetta Tuk Music un altro lavoro artistico ad ampio spettro: Tango Macondo è la colonna sonora dell’omonimo spettacolo teatrale in cui, seguendo le note di copertina, «si confondono parole e suoni, tanghi e musica popolare, riti arcaici e onirica contemporaneità. Un viaggio ai confini tra il delirio e la geografia che dalla Sardegna, grazie alla surreale scrittura di Salvatore Niffoi, arriva a incrociare Macondo, il paese immaginario nato dall’universo onirico e mitico di Gabriel García Marquez con il suo bagaglio di visioni e prodigi». Un viaggio che ci porta nel Rio della Plata, tra Argentina e Uruguay, terra di tango ma anche di bolero (che fa capolino in El Dìa que me quieras). Anche qui siamo di fronte ad un trio: ad affiancare Fresu troviamo il bandoneonista-pianista marchigiano Daniele Di Bonaventura e il sardo Pierpaolo Vacca all’organetto diatonico. Una bella mescola di jazz, tango, testi poetici, Jorge Luis Borges, Carlos Gardel, Astor Piazzolla, temi e balli tradizionali, e contributi compositivi nuovi dell’affiatato binomio Fresu-Di Bonaventura. Appunto intrecci di parole e suoni, musica popolare, e in parte anche ”leggera” con l’aggiunta di tre voci femminili incantevoli e note al grande pubblico: Malika Ayane (Alguien le dice al Tango); Tosca (El dìa que me quieras, in bilico tango/bolero) e Elisa (Volver).

 

ENRICO RAVA, Edizione Speciale

Enrico Rava si sa che è stato e continua ad essere, nonostante la sua veneranda età, una sorta di nave scuola jazz per giovani musicisti italiani. Il veterano dei trombettisti jazz italiani con questo Edizione Speciale (ECM –distr. Ducale music), live al Jazz Middelheim Festival di Anversa nell’agosto 2019, presenta improvvisatori con i quali ha condiviso gli ultimi anni sul palco, artisti che oggi hanno ciascuno intrapreso una propria via indipendente con progetti vari. In questa partita per l’etichetta tedesca  abbiamo al fianco del maestro  Rava il sassofonista Francesco Bearzatti, anagraficamente meno giovane degli altri che sono Francesco Diodati (chitarra), Giovanni Guidi (piano), Gabriele Evangelista (contrabbasso) e Enrico Morello (batteria). Tra le sei tracce del repertorio anche il jazzificato Quizás, Quizás, Quizás celeberrimo bolero del cubano Osvaldo Farrés

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(GFG)

 

 

 

 

 

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