JAZZ, BJF 2024: 21 ottobre-17 novembre, tra Bologna, Ferrara e Forlì

Pat Metheny sarà la principale star del Bologna Jazz Festival 2024, che annovera in questa edizione nei grandi teatri cittadini altri protagonisti di massimo rilievo come Mulatu Astatke, Cécile McLorin Salvant e McCoy Legends. Ma nei jazz club ci sarà una programmazione che, a nostro avviso, restituirà un’immagine più significativa, variegata e completa dei del jazz multicolore oggi.

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Strenne 1: un bel ventaglio di proposte ACT Music

10. dicembre 2021 – 00:34No Comment
Strenne 1: un bel ventaglio di proposte ACT Music

Album  dell’etichetta tedesca ACT Music di Siggi Loch  (distr. Egea) usciti nel corso dell’anno che suggeriamo di tenere in considerazione come Strenne 2021: tra gli artisti abbiamo Joachim Kühn, Daniel Garcia Trio, Lundgren, Wollny, Parisien, Lefebre e Lillinger, Svensson, Galliano, Fresu, Vincent Peirani.

Produzioni trasversali di jazz nordico influenzato da accenti classici, folk, rock, pop; grandi  maestri, pianisti e strumentisti vari,  vulcanici, folli  improvvisatori qui in fase di piacevolissimo ripiegamento intimista su standard jazz e pop rock world, è il caso di Joachim Kuhn con Touch the Light, ad esempio. Intrecci di di musica afroamericana e flamenco, linguaggi mediorientali arricchiti da contributi cubani, è il caso di Via de la Plata del Daniel Garcia Trio….

Wollny -Parisien – Lefebre –Lillinger, XXXX

La musica che ascoltiamo non rientra in nessuna categoria poiché siamo in un territorio inesplorato e totalmente free di sonorità e modalità sperimentato nell’A-Trane club di Berlino per incontri a ruota libera dei quattro musicisti, due tedeschi un francese e un americano. Se il pianista tedesco Michael Wollny per la prima volta si cimenta solo con tastiere elettroniche ed effetti creando un mondo di suoni retro-futuristici e il roccioso bassista americano Tim Lefebvre ricombina elementi difficilmente conciliabili tra loro, sul versante opposto il progetto viene riequilibrato dal germanico batterismo stratificato di Christian Lillinger E chi spicca sull’insieme è il paradossale ma rigenerante fraseggio del sax soprano francese Emile Parisien che arriva a squarciare atmosfere ipnotiche a partire dalle ultime battute di Dick Laurent Is Dead in avanti. Qua e là sembra far capolino l’improvvisazione, il jazz, molto carsico tanto da non capire mai con chiarezza chi sta colorando e chi fa cosa in questo caotico mix.

Joachim Kühn, Touch  The Light

Chi ha seguito la carriera del pianista tedesco non troverà quei tratti virtuosistici che furono un suo marchio di fabbrica nelle performance, tratto che non incontrerà qui con l’artista su un percorso intimista per confrontarsi con un repertorio particolare e personale. Kühn infatti ha registrato con il suo pianoforte Steinway di casa una quarantina di brani in piano solo di cui l’Act ne pubblica nove: motivi che spaziano dal jazz alla musica classica, al rock pop, da Waldron a Zawinul e Bill Evans, a Milton Nascimento, Bob Marley, Prince e Gato Barbieri riservando uno spazio a composizioni dello stesso autore che completano questo cd ricco di lirismo e fascino.

 

Daniel García Trio, Vía de la Plata  (Reinier “El Negrón”, Michael Olivera)

Il giovane pianista, nato nel 1983 a Salamanca, con questo secondo album  ACT si conferma uno dei nuovi protagonisti del jazz contemporaneo dell’area mediterranea  sempre alla ricerca di timbriche innovative intrecciando  flamenco, affascinanti tinte mediorientali e briosi fraseggi con la grammatica della musica afroamericana. Ottimo il feeling  con i due brillanti musicisti originari di Santa Clara, Cuba, il batterista Michael Olivera e il contrabbassista Reinier Elizarde “El Negrón” abilissimi nell’imbastire il solido tessuto ritmico da cui Ibrahim Maalouf (tromba), le corde alla Paco di Gerardo Núñez  e Anat Cohen(clarinetto) a turno ci regalano episodi di estremo lirismo che vanno ad arricchire le ficcanti improvvisazioni qua e là (su tutte Volar) del superbo pianista-compositore e leader. Se il brano di apertura Cancion del fuego fatuo di Manuel de Falla sarebbe bastato per l’acquisto di questo album di notevole fascino, con l’aggiunta  di pezzi come Pai Lan  e Via de la Plata dove spicca la stupenda Anat Cohen, e il magistrale Calima del binomio Garcia-Núñez  si può andare ad occhi chiusi su tutto il progetto davvero di prim’ordine.

Jan Lundgren, Into the Night con Lars Danielsson e Emile Parisien

 Il pianista Jan Lundgren –  anche direttore artistico del festival Ystad Sweden Jazz Festival-  per cancellazione del batterista ha dovuto rivedere all’ultimo momento la formazione e così è nato un nuovo trio incorporando il sax soprano di Emile Parisien. I tre musicisti non avevano mai suonato insieme; così, dopo un solo giorno di prove, la band è salita sul palco principale del Festival il 1° agosto 2020 presentando Into The Night. La loro esibizione è stata brillante. Jan Lundgren, diciamolo a chi non lo avesse mai conosciuto,  è uno di quei pionieri che hanno dato al jazz europeo la sua identità distinta, una particolare cifra che lo libera dal jazz americano.

 

AA.VV. – Fahrt ins Blaue III – Dreamin’ in the spirit of jazz 

“… Pace e tranquillità e aria aperta ci aspettano. Da qualche parte … ” . Queste parole tratte da “West Side Story” di Leonard Bernstein sono il denominatore comune di “Fahrt ins Blaue III – dreamin’ in the Spirit of Jazz”. Un album di 16 meravigliose tracce nato per portare la mente e l’anima in un luogo sicuro, il tipo di intermezzo tranquillo in una giornata che è sempre ristoratrice. Troviamo calma e intimità; le sedici tracce di questa compilation hanno la capacità di farci percepire lo scorrere del tempo permettendoci di vagare, quasi senza meta, in tutti i tipi di mondi musicali onirici immersi in dimensione musicale di estrema piacevolezza. Tra i protagonisti della raccolta Esbjorn Svensson, Lars Danielsson, Dusko Goykivich, Jan e Nils Landgren, Paolo Fresu e Richard Galliano, Ulf Makenius, Vincent Peirani, Davide Binney, Viktoria Tolstoy, Cecilia Norby e Norah Jones, ma anche Autumn Leaves, SOmewhere, Hallelujah, Bolero triste, My Song.

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