CUBA, Amo esta Isla…soy del Caribe

L’audiovisivo “Cuba, Amo Esta Isla” (online in youtube) è un omaggio al popolo e alla cultura cubana e non è una adesione al sistema politico del Paese. Un potpourri di immagini e suoni dell’Isla Grande di Gianfry Grilli

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Cuba nel reportage “Orsi Danzanti”di Witold Szablowski

7. aprile 2022 – 09:44No Comment
Cuba nel reportage “Orsi Danzanti”di Witold Szablowski

Nelle “Storie di nostalgici della vita sotto il comunismo“, il sottotitolo di ORSI DANZANTI (Keller editore), sta la quintessenza del reportage del giornalista polacco Witold Szablowski in bilico tra realtà, ironia e metafore  combinato in modo non sempre preciso.  Tra le scorribande e i racconti dell’autore nei  paesi del comunismo reale, soprattutto dell’Est Europa-URSS, c’è finita anche CUBA e la rivoluzione castrista, che però è ancora lì, claudicante, ma in piedi.

Le sedici pagine (137-152) che aprono la Seconda parte del testo ci portano nell’Isla del socialismo tropicale dei fratelli Castro dove il nostro autore, assieme all’amico Albert Zawada, foreporter di Gazeeta Wyborcza, sbarcherà sulle spiagge paradisiache di Varadero. Era il 2006 quando vanno a registrare le reazioni dei cubani  alla notizia che Fidel ha i giorni contati a causa di una grave emorragia interna. Il duetto polacco  affitta così una Peugeot 206 con targa rossa(che identifica il settore turistico) inizia a percorrere le strade che dalla vicina Matanzas lo accompagna a L’Avana per sondare Maria, la proprietaria di una bancarella che vende uova, e che ben informata sostiene di sapere che “Fidel è vivo, ma tenuto in vita artificialmente….”, mentre Mirurgia , una comunista vera  incrociata di ritorno dalla Sierra Maestra, risponde che “sono tutte balle…e Fidel Castro sta sempre meglio: tutti i suoi nemici rimarranno stupiti quanto di buono farà ancora per Cuba“.  E così scorrono frammenti raccolti da un centinaio di autostoppisti imbarcati tra “la perla coloniale” Ciego de Avila (?, insomma, non è così!) e tutti i paesini che via via  Witok ha attraversato in questo periplo esotico. Incontrando jineteras, insegnanti di salsa e anche un aspirante uomo d’affari tedesco “travestito” da turista per imbastire contatti e accordi con golden boys o burocrati dell’intelligence nell’attesa di nuove misure  del governo dell’Avana per liberalizzre attività e commerci un po’ alla cinese. Insomma, lettura divertente/seria, ma niente di più di quanto non si sapesse già sul sistema operante all’Avana da oltre sessant’anni. Il corpo centrale del libro invece sta nell’ affresco sociale ed economico degli ex Paesi comunisti (Bulgaria, Georgia, Kosovo, Polonia, Ucraina, Estonia eccetera) tra paradossi e dilemmi di come sapersi adattare alla libertà  e alla democrazia una volta conquistate. E come detto in apertura tutta visto secondo metafore, contraddizioni e rimpianti dei bei tempi rassicuranti sotto il comunismo, “altro che sogno americano, occidentale”, e scomodando quei poveri e maltrattati orsi del tempo che fu. Da leggere!

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