CD novità: TRIADE di Daniele Falasca
Daniele Falasca alla guida del suo quartetto stabile ha pubblicato in questi giorni il suo decimo album: “Triade” per i tipi dell’etichetta discografica Ars Spoletium – Publishing & Recording. Otto tracce di musica vigorosa, affascinante, un tutt’uno di jazz, tango, samba, choro e accenti in chiave latin che arriva dritto al cuore.
Il fisarmonicista abruzzese Daniele Falasca vanta importantissime collaborazioni con grandi artisti, ma per il nostro pubblico è, purtroppo, un illustre sconosciuto nonostante qualche escursione della sua significativa produzione musicale tra le eterogenee sonorità latin. Sonorità che invece spiccano brillantemente e con più decisione in numerosi brani di “Triade” (Ars Spoletium – Publishing & Recording), l’ultima fatica discografica realizzata con il suo quartetto stabile formato da Arturo Valiante (pianoforte), Marcello Manuli (basso) e Glauco Di Sabatino (batteria), più due importanti ospiti come Vincenzo Di Sabatino (pianoforte in Città delle Rose) e la sorprendente soul vocalist Linda Valori che conclude l’album con una strepitosa interpretazione di What a Wonderful World, l’unica cover tra le otto tracce completamente pensate e scritte dall’ottimo bandleader Daniele Falasca. Infatti siamo di fronte ad un compositore e strumentista (oltre alla fisarmonica è anche pianista) di grandissimo talento che sa regalare incredibili emozioni, melodie e improvvisazioni grazie al dominio assoluto di tecnica e di linguaggi crossover. Non a caso, ma a ragion veduta (o meglio sentita), ascoltando le bellissime, seppur stringate, perfomance in Lety (1), Flower e Alleria (5) riteniamo che il nostro non abbia ancora elargito tutta la vasta gamma delle sue notevolissime potenzialità verso samba, choro, forro, bossanova, stili a nostro avviso timidamente sfiorati in un paio di ottime combinazioni con tango, milonga e altre tinte latineggianti. Colori che ci portano poi nel montuno afro-caraibico quando esplode l’interplay con il piano sapiente di Valiante e l’allegrissimo e swingante beat del duetto ritmico Manuli-Di Sabatino. Certamente le tracce 1 e 5 eseguite con l’integrazione di un piccolo set di percussioni afro-brasiliane, ad esempio pandeiro e agogo, offrirebbero vibrazioni più travolgenti, e tutto diventerebbe più riconoscibile all’ascoltatore. Tuttavia, la sintesi del drumming con i tamburi di Di Sabatino è meritevole di menzione perchè i miracoli sono riservati ad altri. Detto ciò, completano la narrazione di questo bel progetto la title-track Triade, Chet, Family, tutti brani posizionati su diversi piani sonori ma con elementi stilistici e brandelli poetico-espressivi fortemente radicati nelle musiche delle Americhe. Nell’insieme, Falasca ha pensato di riservare in controluce anche spazi di profondo intimismo e lirismo in un paio di toccanti ballad. Insomma un bel mix di sonorità jazzificate, in grado di affascinare e di attrarre anche sotto il profilo armonico. A chi scrive non è poi sfuggito il rapporto stringente e dinamico tra il leader e i vari protagonisti della partita. Una modalità di fare musica con spirito collettivo come in un gioco, da qui il risultato di sonorità che arrivano dritte al cuore. (Gfg)