JAZZ, BJF 2024: 21 ottobre-17 novembre, tra Bologna, Ferrara e Forlì

Pat Metheny sarà la principale star del Bologna Jazz Festival 2024, che annovera in questa edizione nei grandi teatri cittadini altri protagonisti di massimo rilievo come Mulatu Astatke, Cécile McLorin Salvant e McCoy Legends. Ma nei jazz club ci sarà una programmazione che, a nostro avviso, restituirà un’immagine più significativa, variegata e completa dei del jazz multicolore oggi.

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CD Novità / Andrea Penna, A New World

27. ottobre 2022 – 19:39No Comment
CD Novità / Andrea Penna, A New World

A NEW WORLD” è il titolo del nuovo disco del batterista-percussionista e compositore piemontese ANDREA PENNA (Workin’ Label- distr. I.R.D.) con la collaborazione di valenti musicisti come il pianista Massimo Artiglia, il bassista Umberto Mari, il sassofonista Luca Biggio, i chitarristi Mario Petracca, Andrea Mignone e il flautista Antonio Santoro. La title track fa la differenza nel progetto  per le nostre orecchie grazie a inaspettati ma efficaci timbri e colori afro-latin.

Il titolo del disco nasce da un desiderio di profondo rinnovamento e dall’esigenza nostalgica di ritrovare le emozioni di ricordi e affetti vissuti dal leader, batterista e compositore Andrea Penna. I brani sono ispirati da emozioni di vita: la sensazione di un abbraccio, il pensiero di un amico o quando il desiderio di vivere in un mondo migliore si scontra ironicamente con la realtà. Nove brani per  cinquantadue minuti di questo lineare e piacevole progetto sonoro che si apre con   “Parlami ancora”,  brano elegante, con un bel tiro, swing e un paio di stupendi interventi di chitarra (Mignone) e flauto (Santoro) composto immaginando il mare, il discorrere intenso e rilassato passeggiando sulla spiaggia, con qualche brivido di gioia ed una grande voglia di libertà.
“A new world” è  frutto del desiderio utopico, forse con un po’ di ironia, di vivere in un mondo diverso intriso di emozioni positive e così il band leader batterista in modo sapiente e trascinante ci accompagna in area caraibica colorando il suo set con belle percussioni afrocubane (congas,bongos) disegnando tipici pattern ritmici come tappeto per fraseggi e accenti di latin imbastiti dai colleghi (su tutti il pianista Artiglia e Umberto Mari al basso) e via via ricombinati a jazz fusion per tornare su un bel dialogo finale tra tasti e bacchette.
“Il desiderio di un abbraccio profondo, con un piccolo salto nel passato, caratterizza invece l’idea di “In my arms”, dove lo scorrere di vecchie fotografie ha portato alla mia memoria – scrive Penna nelle note di presentazione–  alcune emozioni legate a mia figlia”. E qui in modalità soft chi la fa da padrone sono le corde elettriche di Mario Petracca e il piano di Massimo Artiglia, autore tra l’altro di tre delle nove composizioni dell’album (le altre sono firmate dal leader).
Le nuvole si spostano veloci, un po’ di freddo sta arrivando ed il tempo cambia in un attimo. Succede “Tutto in un momento”, sono i cambiamenti rapidi delle cose ma anche gli imprevisti della vita che a volte possono essere piacevoli, come qui è piacevolissimo si mostra il solo del chitarrista Andrea Mignone.
Scorrono i pensieri, “E fuori piove”. Aspettiamo. Una giornata di pioggia dove ascoltarsi dentro, meditando con un poco di malinconia. Ed ecco immersi in un’atmosfera suadente con sax soprano di Luca Biggio e di nuovo il bravo Petracca. “30 Years later” nasce nell’idea del ricordo dei tempi passati, degli affetti, degli amici, delle strade percorse insieme. Tutto questo però ha una relazione con il presente, cosa è rimasto e cosa è cambiato?
Durante gIi anni del servizio militare si diceva e si scriveva così: “Poki”, quando ci si avvicinava all’alba, il congedo, ed il desiderio di tornare ad una vita normale era grande. Come durante il primo lockdown, osservando le strade vuote, non si vedeva l’ora di essere di nuovo liberi. E liberi qui ritroviamo più che altrove il possente basso di Mari e la chitarra di Petracca in gran spolvero rock pop. “It was just like that” è una constatazione fluttuante tra fatalismo, delusione, dubbio e necessità di accettare i fatti, il tutto ben narrato dall’espressivo tenore di Biggio e dalle tastiere. “1Be my dear” è invece un brano scritto pensando al carattere e alla grande sensibilità del mio caro amico  bassista Umberto – sottolinea il batterista Penna-  che da sempre si firma come 1Be”. Il basso chiude lo scenario dopo il canto del tenorista del settetto stimolato da un pattern boleristico del bongo di Penna. Per noi un album e artisti sorprendenti.

 

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