JAZZ, BJF 2024: 21 ottobre-17 novembre, tra Bologna, Ferrara e Forlì

Pat Metheny sarà la principale star del Bologna Jazz Festival 2024, che annovera in questa edizione nei grandi teatri cittadini altri protagonisti di massimo rilievo come Mulatu Astatke, Cécile McLorin Salvant e McCoy Legends. Ma nei jazz club ci sarà una programmazione che, a nostro avviso, restituirà un’immagine più significativa, variegata e completa dei del jazz multicolore oggi.

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JAZZ SOUL: VERONICA SWIFT, album spettacolare

23. novembre 2023 – 18:51No Comment
JAZZ SOUL: VERONICA SWIFT, album spettacolare

Veronica Swift, la versatilissima e swingante cantante jazz statunitense, recentemente esibitasi a Palermo,  con il nuovo splendido album eponimo (Mack Avenue Records) conferma le sue grandissime doti artistiche e la vasta gamma di influenze (jazz, soul, rock, classica, bossa…) che rielabora con tocco veramente originale e magistrale. VERONICA SWIFT, undici brani eseguiti magistralmente (da brividi Keep Yourself Alive!) e tra queste perle  anche tre canzoni dal sapore sudamericano.

Il nuovo album eponimo di Veronica Swift, il suo terzo per Mack Avenue Records, è una bella storia di coming out. Nei suoi album precedenti, Confessions (2019) e This Bitter Earth (2021), è salita ai vertici dei cantanti jazz in circolazione grazie al suo genio vocale fatto di virtuosismo  ingegnosità interpretativa, con scritture tonificanti e arrangiamenti magistrali. In poche parole, Swift non è solo una delle cantanti più brillanti emerse nella sua generazione ma è anche una delle più versatili stilisticamente.

Mentre i suoi primi due album hanno consolidato la sua posizione nel jazz moderno, Veronica Swift qui dimostra di essere più di una cantante jazz, esplorando l’opera francese e italiana, la musica classica europea, la bossa nova (Severed Head,  Chega de Saudade)  e un po’ di latin (invitando il percussionista venezuelano Luisito Quintero seppur in un solo brano per onda ritmica latin in The Show Must Go On), il blues, il rock, il funk e il vaudeville. Riesce a portare a termine l’impresa senza che i risultati sembrino inesperti o pastiche. L’espansiva voce artistica di Swift rimane saldamente intatta indipendentemente dal genere.

Swift descrive questa personale affermazione artistica nel suo nuovo album come “transgenere”. “Sono cresciuta come una cantante jazz. A causa dell’importante legame genitoriale ho sentito il dovere di sostenere ed eseguire quella musica”, dice, riflettendo sui suoi genitori: la cantante ed educatrice jazz Stephanie Nakasian e il pianista Hod O’Brien. “Ma quello che spesso non riesco a mostrare alla gente è che in realtà non è la mia musica, [anche] per quanto io sia profondamente radicato nella sua tradizione. Ho sempre desiderato cantare rock. Quella è stata la musica che ha alimentato la mia passione, così come la musica soul e altri generi. Ma volevo farlo a modo mio”.

Swift ha arruolato per questo variegato viaggio musicale  Brian Viglione del duo di cabaret punk The Dresden Dolls come batterista e co-produttore insieme a Swift e Mariano Aponte. A bordo c’è anche un gruppo eterogeneo di musicisti che comprende il pianista, tastierista e organista Adam Klipple, il pianista Randy Waldman, i chitarristi Chris Whiteman e Samson Schmitt, il già citato  percussionista Luisito Quintero, il cantante Austin Patterson, il violinista e violista Antoine Silverman, il violinista Pierre Blanchard, il bassista Phillip Norris, Alex Claffy, Antonio Licusati e Felix Maldonado, i sassofonisti Troy Roberts e David Leon, i trombettisti Benny Benack III e James Sarno, il trombonista Javier Nero, il fisarmonicista Ludovic Bier, la cantante Carolynne Framil e il fiatista e orchestratore David Mann.

Un disco di 11 brani interpretati stupendamente, semplicemente meraviglioso

 

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