JAZZ SOUL: VERONICA SWIFT, album spettacolare
Veronica Swift, la versatilissima e swingante cantante jazz statunitense, recentemente esibitasi a Palermo, con il nuovo splendido album eponimo (Mack Avenue Records) conferma le sue grandissime doti artistiche e la vasta gamma di influenze (jazz, soul, rock, classica, bossa…) che rielabora con tocco veramente originale e magistrale. VERONICA SWIFT, undici brani eseguiti magistralmente (da brividi Keep Yourself Alive!) e tra queste perle anche tre canzoni dal sapore sudamericano.
Il nuovo album eponimo di Veronica Swift, il suo terzo per Mack Avenue Records, è una bella storia di coming out. Nei suoi album precedenti, Confessions (2019) e This Bitter Earth (2021), è salita ai vertici dei cantanti jazz in circolazione grazie al suo genio vocale fatto di virtuosismo ingegnosità interpretativa, con scritture tonificanti e arrangiamenti magistrali. In poche parole, Swift non è solo una delle cantanti più brillanti emerse nella sua generazione ma è anche una delle più versatili stilisticamente.
Mentre i suoi primi due album hanno consolidato la sua posizione nel jazz moderno, Veronica Swift qui dimostra di essere più di una cantante jazz, esplorando l’opera francese e italiana, la musica classica europea, la bossa nova (Severed Head, Chega de Saudade) e un po’ di latin (invitando il percussionista venezuelano Luisito Quintero seppur in un solo brano per onda ritmica latin in The Show Must Go On), il blues, il rock, il funk e il vaudeville. Riesce a portare a termine l’impresa senza che i risultati sembrino inesperti o pastiche. L’espansiva voce artistica di Swift rimane saldamente intatta indipendentemente dal genere.
Swift descrive questa personale affermazione artistica nel suo nuovo album come “transgenere”. “Sono cresciuta come una cantante jazz. A causa dell’importante legame genitoriale ho sentito il dovere di sostenere ed eseguire quella musica”, dice, riflettendo sui suoi genitori: la cantante ed educatrice jazz Stephanie Nakasian e il pianista Hod O’Brien. “Ma quello che spesso non riesco a mostrare alla gente è che in realtà non è la mia musica, [anche] per quanto io sia profondamente radicato nella sua tradizione. Ho sempre desiderato cantare rock. Quella è stata la musica che ha alimentato la mia passione, così come la musica soul e altri generi. Ma volevo farlo a modo mio”.
Swift ha arruolato per questo variegato viaggio musicale Brian Viglione del duo di cabaret punk The Dresden Dolls come batterista e co-produttore insieme a Swift e Mariano Aponte. A bordo c’è anche un gruppo eterogeneo di musicisti che comprende il pianista, tastierista e organista Adam Klipple, il pianista Randy Waldman, i chitarristi Chris Whiteman e Samson Schmitt, il già citato percussionista Luisito Quintero, il cantante Austin Patterson, il violinista e violista Antoine Silverman, il violinista Pierre Blanchard, il bassista Phillip Norris, Alex Claffy, Antonio Licusati e Felix Maldonado, i sassofonisti Troy Roberts e David Leon, i trombettisti Benny Benack III e James Sarno, il trombonista Javier Nero, il fisarmonicista Ludovic Bier, la cantante Carolynne Framil e il fiatista e orchestratore David Mann.
Un disco di 11 brani interpretati stupendamente, semplicemente meraviglioso